L’Europa ha bisogno di Cristo

L’Europa ha bisogno di Dio, e Dio ci ha spalancato le porte in Europa. I sistemi totalitari sono crollati. Hanno proibito ed impedito l’annuncio del Vangelo di Gesù Cristo, ma ora non hanno più nulla da dire. Non sono state solo le tirannie atee che hanno intralciato il libero annuncio del Vangelo. Per secoli i capi di stato hanno stabilito ciò che i loro sudditi dovevano credere o no. Ma ormai i tempi sono cambiati e la legge cuius regio, eius religio non è più valida. La fede di ciascuno non può più essere costretta da nessuno. Anche se in alcune parti d’Europa si sente ancora fortemente la pressione esercitata dall’ambiente sociale, tuttavia l’apertura della società in Europa in confronto a prima offre ai singoli individui maggiore libertà di decisione. Anche se l’affermarsi dell’individualismo e il disintegrarsi dei rapporti sociali tradizionali provocano nei singoli grossi problemi. La vita attuale post-moderna è una sfida a conquistare i singoli a Cristo: Gli uomini hanno abbandonato in massa la chiesa, ma è possibile riconquistarli solo singolarmente (1). Ciò non vale unicamente per i paesi socialisti del passato. Possiamo dire con l’apostolo Paolo: Mi si è aperta una porta grande e propizia, anche se gli avversari sono molti (1 Cor 16, 9). Quale importanza ha Cristo per l’Europa? Noi lo facciamo conoscere affinché tutti possano sfruttare l’occasione di riappacificarsi con Dio per mezzo di Cristo e, mediante la fiducia in Gesù, possano realizzare una vita nella pienezza sulla Terra e nell’eternità. Ma ci sono dei motivi importanti per cui l’Europa, anche come comunità, ha bisogno urgente di Gesù Cristo. Il primo motivo consiste nel fatto che Gesù garantisce la dignità del singolo uomo come diritto inviolabile. La dignità dell’uomo è inviolabile perché egli è stato creato, amato, salvato, colmato di doni e chiamato da Dio. Poiché ogni uomo è in relazione a Dio, non si può disporre della sua vita. Dio ha creato ogni uomo a sua immagine, corredandolo quindi con una dignità intoccabile: malato o sano, produttivo o handicappato, ancora nel seno della madre o davanti alla morte, uomo o donna, povero o ricco, indipendentemente dal colore della sua pelle o della sua cultura. Ognuno ha una dignità unica, come immagine di Dio. L’uomo che si emancipa da Dio finisce col mettersi al suo posto e con questa arroganza pensa di poter disporre della vita umana. Comportandosi come fosse Dio, diventa per gli uomini lupo rapace. Se vuole avere un futuro umano, l’Europa ha bisogno di Gesù Cristo crocefisso e risorto. Davanti alla croce di Gesù Cristo risulta evidente quanto ognuno sia prezioso davanti a Dio. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna (Gv 3, 16). Nello stesso tempo, davanti alla croce di Gesù Cristo viene smascherato e condannato l’uomo senza Dio. Dio non patteggia col male, ma colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio (2Cor 5, 21). Se vogliamo dare un futuro all’Europa, occorre necessariamente stimare ogni singolo uomo. Dobbiamo evitare che le comunità europee diventino ancor più una giungla con una morale da bestie feroci, e che un regime che disprezza l’uomo ne abusi di nuovo, usandolo come materiale. Ma vedo ancora un secondo motivo per cui l’Europa ha bisogno di Gesù: egli crea la comunione e supera ogni lacerazione. Noi amiamo e acclamiamo alla libertà dell’individuo. Ma quando l’individualismo si trasforma in egoismo spietato, distrugge quel legame sociale indispensabile che rende umanamente sopportabile ogni tipo di società. Oggi ci rendiamo conto di quanto sia cinica la frase: Quando ho pensato a me, ho pensato a tutti. Abbiamo bisogno di un nuovo legame tra gli uomini se vogliamo costruire l’Europa. Abbiamo bisogno di stima per tutte le culture nella loro varietà. Dobbiamo superare la paura degli stranieri e l’aggressività nei loro confronti. Occorre la passione per ciò che è giusto e retto, perché il diritto difende i deboli. Siamo grati di avere in Europa comunità democratiche. Ma la democrazia si basa su presupposti che essa stessa non è in grado di creare. Non è possibile costringere gli uomini al bene. Bisogna conquistarseli dal di dentro e convincerli che la validità del diritto è base indispensabile per una società umana. Gli uomini devono essere convinti dal più profondo del cuore che diritto e giustizia non sono solo belle parole per imporre il proprio tornaconto a spese degli altri. Sono una difesa del debole. Gli uomini in Europa, per poter amare, hanno bisogno di fare una nuova esperienza dell’amore e della giustizia di Dio. Per questo hanno bisogno del messaggio di Gesù Cristo nel quale il Dio vivente ci incontra. Deploro il fatto che Dio non abbia trovato posto neanche nel preambolo della Costituzione europea – credo che lo si debba fare, anche se non sono un politico – e che al suo posto sia stato elevato a unità di misura il valore della ragione. Se la ragione umana non ascolta la voce del suo creatore, il Dio santo e misericordioso, essa finirà col diventare, col suo sistema di misura autocratico e con la sua arroganza, strumento di distruzione dell’uomo e della società umana stessa. Sia che la Costituzione venga approvata così o meno, è necessario che noi come popolo di Dio testimoniamo liberamente e chiaramente Gesù Cristo, con le parole e con le opere. Questo darà all’Europa l’anima di cui ha bisogno. Considero il crescere assieme dell’Europa come una grande chance e una grande sfida per il popolo di Dio. In futuro non saranno tanto le istituzioni a parlare ai cuori degli uomini. Il popolo di Dio, in tutte le chiese e comunità cristiane, sarà come un movimento di base che potrà lievitare l’umanità in maniera viva, credibile e varia. Il mio sogno è che avvenga un miracolo come a Pentecoste. Gli apostoli parlavano di Gesù. E gli uomini di varie nazioni, lingue e culture che si erano recati a Gerusalemme con meraviglia hanno esclamato: Noi li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio (At 2, 11). Essi accolgono il messaggio di Gesù nella lingua del loro cuore. Si convertono e seguono Gesù. È lui che fa di persone delle più svariate culture il suo popolo. Lo Spirito Santo continuerà a fare questo miracolo come solo lui sa fare, se noi ci lasciamo inviare da lui. Per l’Europa – e anche più in là – possiamo essere testimoni del Signore Gesù Cristo crocefisso, risorto e nuovamente ritornato tra noi. Facciamolo in nome di Dio: andate e siate testimoni in Europa, e anche al di là dell’Europa.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons