L’estetica della guerra

Il fascino degli uomini d’arme nei castelli di Trento.
Armatura del XVI sec.

L’arte della guerra è protagonista di una mostra suggestiva che riporta in vita il mondo dei cavalieri vestiti d’acciaio. Il percorso si snoda in due castelli: a Castel Beseno sono protagonisti le battaglie, gli assedi, le armi e le strategie militari; al Castello del Buonconsiglio si respira invece l’atmosfera del duello e dell’amor cortese. Le virtù eroiche sono celebrate anche nell’affresco del mese di febbraio di Torre Aquila che mette in scena un torneo medioevale.
I pezzi presenti in mostra provengono da importanti armerie europee tra le quali spicca l’Arsenale di Graz, la più completa collezione al mondo di armi e armature da combattimento e da parata forgiate a mano da maestri fabbri rinascimentali. La mostra gioca però anche con la tecnologia: grazie a postazioni multimediali, filmati e impianti scenografici di grande effetto, è possibile ricostruire, ad esempio, i principali mutamenti dell’armatura: dalla cotta d’arme in uso nell’XI secolo alle prime maglie di ferro che ricoprivano l’uomo fino a mezza gamba risalenti alla metà del XII secolo, fino a vedere calze, guanti e scarpe costruiti interamente e magistralmente in ferro. È rievocato anche il fastoso torneo del 1549, dove il principe vescovo Cristoforo Madruzzo volle accogliere il principe Filippo d’Asburgo con uno spettacolo pirotecnico sullo sfondo del Castello del Buonconsiglio.
Le armature più preziose colpiscono per la lavorazione e per la storia che le accompagna, come quella forgiata nel 1571 per l’arciduca Carlo II, realizzata per il torneo organizzato in occasione del suo matrimonio. L’armatura da parata, realizzata nel 1550 dal celebre armaiolo Michael Witz il giovane, presenta un’elegante decorazione a foglie di vite. Troviamo anche una splendida armatura per cavallo del 1505-1510 realizzata da Konrad Seisenhofer e Daniel I Hopfer, nomi sconosciuti ai più, ma ben noti agli appassionati.
 
Sorprendente è la lavorazione dell’usbergo, una maglia di ferro utilizzata dagli ussari nel XVI secolo che rivoluzionò il modo di combattere. Realizzata con oltre 25 mila anelli di metallo intrecciati tra loro, la maglia riesce a sostituire le pesanti armature e a favorire la libertà di movimento determinante in battaglia. La realizzazione di un usbergo richiedeva un lavoro di oltre sei mesi ad opera di abili artigiani del ferro. La mostra testimonia anche il sorgere e il declino di simili invenzioni e di come, ad esempio, l’efficacia dell’usbergo viene meno con l’avvento delle armi da fuoco e degli archibugi che l’Ariosto, nell’Orlando Furioso, condanna come vili e infingardi di fronte al coraggio e all’audacia del cavaliere che combatteva a cavallo con spada e con lancia secondo le regole cavalleresche.
Oltre a spade, pistole, archibugi e falconetti, è presente anche una tenda militare seicentesca, una ricca collezione di dipinti con scene di duelli e battaglie, stampe e ritratti di personaggi e cavalieri tra cui spicca il celebre dipinto di Rubens che ritrae l’Imperatore Carlo V.
Non mancano gli oggetti curiosi come una maschera da giostra raffigurante un volto di un turco, realizzata per l’arciduca Ferdinando II nel 1557; i pegni d’amore per i cavalieri e la porta in ferro battuto del 1574 dell’Arsenale di Graz. Tutta questa collezione variegata riporta in luce la bellezza del mondo cavalleresco e della battaglia, non meno della virtù che accompagna tanto i cavalieri quanto i maestri del ferro che ne curarono l’aspetto esteriore.
 
I cavalieri dell’imperatore: tornei, battaglie e castelli. Castello del Buonconsiglio – Castel Beseno, Trento, fino al 18/11 (cat. Edizioni Buonconsiglio).

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