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Leone XIV sul ruolo della donna nella Chiesa e sulla questione LGBTQ+

di Roberto Catalano

Alcuni spunti dall’intervista rilasciata da papa Leone alla giornalista americana Elise Ann Allen

Il Papa a Piazza San Pietro con suore, 09 October 2025. ANSA/ANGELO CARCONI

Abbiamo già fatto riferimento ad alcuni dei contenuti  dell’intervista rilasciata da papa Leone alla giornalista americana Elise Ann Allen, riportata per intero sul libro fresco di stampa León XIV: ciudadano del mundo, misionero del siglo XXI, edito da Peguis Perù. Fra i molti argomenti toccati, tutti di grande interesse, spiccano senz’altro la questione del ruolo della donna nella Chiesa cattolica e la questione LGBTQ+.

Entrambe vengono etichettate dalla Allen come questioni bollenti, definizione che papa Leone ripete e conferma come tale. Prima di scendere nei dettagli di quanto detto da Prevost, mi pare opportuno sottolineare due frasi, che sembrano essere la vera cifra di atteggiamento e stile di questo pontificato, apparentemente iniziato in sordina, rispetto a quello di papa Francesco. «Sono senz’altro pronto a continuare ad ascoltare» e «Sto tentando di non continuare a polarizzare o a promuovere polarizzazione nella Chiesa».

Affermazioni chiave, mi sento di dire. Il papa americano, infatti, è ben cosciente dell’urgenza di continuare ad affrontare la questione sia femminile che degli LGBTQ+ all’interno della Chiesa e, se da un lato si rende conto della necessità di non abbassare l’attenzione su questi due punti, dall’altra, a ragione, non vuole che essi determinino – come in effetti è avvenuto e permane – una notevole pericolosa polarizzazione all’interno della compagine ecclesiale su entrambe le questioni, che tuttavia non devono essere confuse. Meritano entrambe una attenzione puntuale e specifica.

Dal punto di vista della questione del ruolo della donna, Prevost – sulla linea di Bergoglio – ha confermato di voler continuare ad ascoltare. Ci sono, infatti, commissioni create da Bergoglio e gruppi di studio che continueranno ad esaminare i precedenti e il contesto storico e teologico, soprattutto, senza tralasciare le questioni ancora aperte.

Acuta, d’altra parte, la sua osservazione già menzionata in occasione di una conferenza stampa durante il Sinodo dello scorso anno, quando Leone XIV era ancora il card. Robert Prevost. Di fronte al tarlo pernicioso del clericalismo – Prevost aveva affermato e ripete nell’intervista –, il grande pericolo è quello di invitare le donne a essere clericalizzate. Che cosa risolverebbe questo riguardo alla posizione della donna nella Chiesa? La questione è, dunque, chiaramente aperta e anche seguita con attenzione profonda dall’attuale papa, senza lasciarsi andare a facili ma deleterie scorciatoie.

Ancora più delicata e complessa la situazione legata all’approccio della Chiesa cattolica verso LGBTQ+ che comunque – come riconosce la giornalista nel porre la domanda al Pontefice –, è già stata affrontata da papa Francesco in modo diverso e con toni nuovi, di apertura. Quel todos, todos, todos che il papa argentino aveva pronunciato per chiarire che tutti – veramente tutti – hanno e debbano trovare un posto nella Chiesa cattolica, resta ancora la direzione su cui Leone XIV punta la bussola del suo pontificato. Atteggiamento, quindi, di apertura.

È bene, tuttavia, chiarire cosa significhi questa apertura a tutti. Leone XIV è molto chiaro al riguardo: non si tratta di invitare una persona a essere parte della Chiesa cattolica in quanto ha – o non ha – una certa identità specifica. «Lo o la invito come persona, in quanto figlio o figlia di Dio. Siete benvenuti! Conosciamoci e rispettiamoci reciprocamente».

Questo l’atteggiamento si fonda su una nozione antropologica ben precisa: siamo tutti figli e figlie di Dio e come tali abbiamo lo stesso valore, unico e irripetibile. La questione, quindi, non è tanto quella, spesso reclamata da più parti, di pretesa di un cambiamento della dottrina della Chiesa. Si tratta di un approccio che deve essere più profondo: dobbiamo cambiare l’atteggiamento prima di voler cambiare la dottrina.

Prevost, quindi, desidera porsi anche sulla questione LGBTQ+, in una posizione di apertura, di comprensione, di valorizzazione della persona in quanto tale per evitare polarizzazione e continuare a dialogare con tutti. A tal proposito non si deve dimenticare che alcune dichiarazioni di papa Francesco, da un lato, avevano fatto sperare nel riconoscimento dei matrimoni gay, ma, dall’altro, avevano fatto insorgere dubbi e proteste da parte di vari settori della Chiesa, in particolare nel continente africano. A questo probabilmente intende riferirsi Leone XIV, aprendo le sue riflessioni alla domanda della Allen sulla questione degli LGBTQ+.

L’attuale pontefice fa menzione di un cardinale proveniente dall’Oriente, che, già prima della sua elezione, aveva fatto notare come «il mondo occidentale fosse fissato e ossessionato riguardo alla sessualità».

La conclusione di papa Leone è, dunque, chiara: gli individui sono accettati e benvenuti (nella Chiesa), ma l’insegnamento della Chiesa continuerà sulla stessa linea. Tuttavia, questo non è tutto. Leone invita a rivolgere uno sguardo alla famiglia, e, riferendosi a quella tradizionale, afferma che necessita di sostegno. Deve essere riconosciuto e rafforzato il ruolo della famiglia nella società. «Mi chiedo – afferma Prevost rispondendo ancora alla giornalista americana – se la questione delle polarizzazioni (nella Chiesa) e il modo in cui la gente si tratta non provengano da situazioni dove le persone non sono cresciute nel contesto familiare dove si apprende ad amarsi reciprocamente, a vivere insieme, a tollerarsi e a formare legami di comunione. Questa è la famiglia».

A tal proposito, infine, Prevost si lascia andare a confidenze personali, ricordando la sua infanzia con i bellissimi rapporti con la madre e il padre. «Ancora oggi siamo molto vicini gli uni agli altri, nonostante un fratello abbia una posizione politica diametralmente opposta e viviamo lontani l’uno dall’altro». Il papa americano riconosce di essere chi è oggi grazie al clima familiare in cui è cresciuto.

Ecco, dunque, delineata la posizione del nuovo papato in merito alle questioni scottanti che abbiamo descritto: totale apertura personale della Chiesa verso ogni persona, al di là delle differenze di genere e delle scelte di vita. A fronte di questo, una serena continuità sulla dottrina attuale, che non vuole essere discriminante, ma che resta chiara e che desidera evitare qualsiasi tipo di polarizzazione. Ma ricordiamoci: la porta è aperta a tutti e Leone XIV desidera essere in ascolto di tutti.

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