Un coro festante e colorato ha accolto papa Leone XIV nell’aula Paolo VI per l’incontro con i pellegrini giunti a Roma per il Giubileo della vita consacrata. 4mila tra donne (la maggioranza) e uomini provenienti da 100 Paesi del mondo, espressione di una moltitudine di forme di consacrazione e di ministero. A rappresentarli, sul palco col papa, tra gli altri, la prefetta suor Simona Brambilla e il pro-prefetto, il cardinale Ángel Fernández Artime, del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica.

Foto del Dicastero per la Vita consacrata
Ai consacrati il papa ha chiesto di contribuire a «svegliare il mondo», di essere sinodali, di non aver paura di fare scelte coraggiose. L’importante è essere sempre «radicati in Cristo», come piccole luci che diventano «il tracciato di un sentiero luminoso nel grande progetto di pace e di salvezza che Dio ha sull’umanità».
«A voi, figlie e figli di Fondatori e Fondatrici, rivolgo una calorosa esortazione a “ritornare al cuore”, come il luogo in cui riscoprire la scintilla che ha animato gli inizi della vostra storia, consegnando a chi vi ha preceduto una missione specifica che non passa e che oggi vi è affidata». È proprio nel cuore che si verifica la «paradossale connessione tra la valorizzazione di sé e l’apertura agli altri».

I partecipanti al Giubileo per la vita consacrata. 10 ottobre 2025, foto di Sara Fornaro
Per papa Leone XIV oggi «c’è un bisogno profondo di speranza e di pace che abita il cuore di ogni uomo e donna del nostro tempo e voi, consacrate e consacrati, volete farvene portatori e testimoni con la vostra vita, come divulgatori di concordia attraverso la parola e l’esempio, e prima ancora come persone che portano in sé, per grazia di Dio, l’impronta della riconciliazione e dell’unità. Solo così potrete essere, nei vari ambienti in cui vivete e operate, costruttori di ponti e diffusori di una cultura dell’incontro (cfr Francesco, Lett. enc. Fratelli tutti, 215), nel dialogo, nella conoscenza reciproca, nel rispetto per le differenze, con quella fede che vi fa riconoscere in ogni essere umano un solo volto sacro e meraviglioso: quello di Cristo».

Foto di Sara Fornaro
Il papa si è soffermato sull’importanza della sinodalità, esortando i consacrati a «rimanere fedeli al cammino che tutti stiamo percorrendo… La Chiesa oggi vi chiede di essere testimoni speciali, camminando in comunione con tutta la grande famiglia di Dio, sentendola come Madre e Maestra, condividendo in essa la gioia della vostra vocazione e anche, dove necessario, superando divisioni, perdonando ingiustizie subite, chiedendo perdono per le chiusure dettate dall’autoreferenzialità. Lavorate a diventare sempre più “esperti di sinodalità”».
Il papa li ha infine invitati a «guardare al domani con serenità e fiducia, e a non aver timore di fare scelte coraggiose», certi che per Cristo «nulla è impossibile» (Lc 1,37).
(Sull’argomento leggi anche: La prefetta Brambilla: I consacrati siano tracciatori di sentieri nella Chiesa sinodale e missionaria)