L’Egitto: da Akhenaton a piazza Tahrir

Al Cairo, all'Incontro ecumenico dei vescovi amici dei Focolari, Maria Voce e Giancarlo Faletti partecipano a una peculiare rievocazione: un excursus di settemila anni di storia religiosa e culturale del Paese, alla scoperta di radici comuni
Il Cairo - Egitto

«Faraoni, greci, beduini, nubiani, cristiani, musulmani… L’Egitto di oggi è la sintesi di queste culture che hanno portato all’unicità del carattere egiziano, con le sue bellezze, le sue originalità e, anche, le sue contraddizioni». Sally, una giovane del Cairo, ha accompagnato Maria Voce, Giancarlo Faletti e tutti i presenti in un excursus della storia religiosa e culturale di questo Paese affascinante.
 
È venerdì pomeriggio, giorno festivo per l’Egitto, Paese di maggioranza musulmana. Siamo nel grande College dei gesuiti nei pressi della stazione ferroviaria centrale e non lontano da piazza Tahrir.
La presidente e il copresidente entrano nella sala al buio: sembra di penetrare nel cuore delle antiche piramidi fra mistero e presenza del divino. I trecentocinquanta in sala trattengono a stento il desiderio di accoglierli con l’entusiasmo che scatenano non appena si accendono le luci: appare una vera fantasmagoria di colori e di suoni, per esprimere la gioia da subito incontenibile.
 
Poco prima di entrare in sala a Maria Voce un gruppo di bambini aveva consegnato la chiave di Ankh, il simbolo che nella tradizione dell’antico Egitto rappresentava l’immortalità. Ed è proprio con la chiave di Ankh e con l’aiuto di Sally che si trascorre un’ora attraversando millenni di storia di questo popolo: dalla civiltà sorta lungo lo scorrere del Nilo fino alla rivoluzione di piazza Tahrir, simbolo di quella transizione araba, che rappresenta la realtà con cui il Paese e i suoi abitanti si confrontano oggi.
 
Ascoltando la storia di questi settemila anni non si può non credere alla mano di qualcuno che guida eventi, culture e tradizioni. Akhenaton, il famoso faraone, fu, infatti, il precursore del monoteismo con la sua decisione di adorare un solo dio, Aton, il sole. Ma tutta la civiltà dell’antico Egitto aveva valori e caratteri che preannunciavano verità che sarebbero emerse nel corso del tempo: la vita eterna era quasi più importante di quella terrena e da qui l’idea di mummificare i corpi per non permettere la loro decomposizione; la famiglia, base della società, era fondata sui pari diritti di uomo e donna.
 
Mentre Sally continua il suo racconto si succedono sul palco scene dal vivo in costume che riportano i presenti agli albori della civiltà. E poi si scorrono gli eventi successivi: Alessandro Magno che trasforma il piccolo villaggio di Rakotis in Alessandria, la città che porta il suo nome e che sarebbe diventata centro di sapere, di cultura e di commerci; la sua biblioteca e la scuola di filosofia la mettevano sullo stesso piano di Roma ed Atene.
 
Un episodio, passato di certo inosservato ai grandi saggi dell’Ellenismo, fu quello di una piccola famiglia della Galilea che fuggì in Egitto per salvare il figlio neonato. È l’incontro di questa parte di mondo con Gesù, che in Egitto visse prima ancora che in Palestina. Ma fu Marco, discepolo di Pietro, a portare qualche decennio più tardi l’annuncio della vita cristiana lungo il Nilo. È lui il padre fondatore della Chiesa copta. Qui, nel deserto, nel III e IV secolo, nacque la grande tradizione dei padri che diedero vita all’esperienza monastica e divennero maestri di spirito. Arrivarono, poi, gli arabi e con loro la religione e la cultura dell’Islam, che ha ispirato soprattutto le scienze (medicina, matematica e astronomia). È in Egitto che è nata la prima università del mondo: al-Azhar, ancora oggi punto di riferimento per gli accademici musulmani.
 
In questa storia millenaria, s’inserisce anche la piccola storia del Movimento dei focolari, iniziata con l’arrivo di Aletta Salizzoni, Mariba Zimmermann e Marise  Atallah, il 26 gennaio 1981. Si tratta di un momento che avrebbe cambiato la vita di tanti all’interno della comunità cristiana, dando vita, anche in questa terra, a un gruppo di persone che vivono per costruire delle comunità dove, per l’amore reciproco, possa essere presente Cristo. Il viaggio di Sally prende allora anche la via dei luoghi dove questa spiritualità si è diffusa: Sohag, Luxor, Aswan, Alessandria, Ismailia e altri fino a tanti piccoli villaggi.

Non mancano rappresentanti del Sudan, dell’Eritrea, dell’Etiopia, Siria e Irak. Ci sono gruppi provenienti da queste ed altre località convenuti al Cairo per salutare Maria Voce e Giancarlo Faletti e per raccontare le ultime pagine della storia del loro Paese, quelle scritte a partire dalla "rivoluzione", come tutti la chiamano qui. In quelle settimane, ricorda ancora Sally, «era difficile uscire di casa, non c’era sicurezza e ci siamo radicati nell’attimo presente. Abbiamo pregato di più e cercato di aiutare gli altri. Il risultato di questa vita sono stati rapporti coi nostri vicini di casa e fra cristiani e musulmani. La paura si è trasformata in amore reciproco e comunione gioiosa. Abbiamo sentito l’unità di tutta la nostra grande famiglia».
 
Infine, alcuni saggi di folklore, e poi musica coinvolgente, colori vivi, come i volti che si susseguono sul palco. L’atmosfera si scalda in attesa di un dialogo con Maria Voce e Giancarlo Faletti, ma di questo parleremo più avanti, perché in questi giorni i dialoghi con bambini, giovani, famiglie si sono susseguiti, tutti interessanti, stimolanti, sinceri e diretti.
 

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

Il voto cattolico interessa

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons