Le tre parole

I mesi estivi rappresentano per la televisione italiana un periodo di relativa calma e tranquillità.
Don Camillo e Peppone

I mesi estivi rappresentano per la televisione italiana un periodo di relativa calma e tranquillità. Le reti sperimentano nuovi programmi in vista di settembre: trasmissioni leggere, senza grandi pretese, sempre condite di storie di vip al mare e di estati celebri. Il resto dei palinsesti è oberato di repliche. E così, dal Grande fratello a Pomeriggio cinque, le parole d’ordine sembrano essere tre: distrarre, disinteressare, angosciare.

 

La prima, distrarre: è necessario fare in modo che il popolo italico, dopo le fatiche politiche, sociali ed economiche degli ultimi mesi, possa finalmente distrarsi con un paio di bikini, un’infornata di gossip, in modo che la vita appaia leggera e non venga in mente di “pensare”, per carità. Tutto questo è il classico trucco mediatico, per “disinteressarsi” e fare in modo che non tutte le notizie, soprattutto quelle che ci interessano davvero, vengano a galla come si deve. A queste ultime ci penseremo in autunno. Terzo vocabolo: angosciare, perché solo creando un po’ di preoccupazione potremmo rifugiarci nei consumi, negli ultimi acquisti vacanzieri o nei lidi patinati del pettegolezzo da spiaggia, tornando così a “distrarci” per chissà quanto tempo ancora.

E così, ecco le ricostruzioni dei gialli tratti dalla cronaca recente, ecco le serate “brivido cinque”, i tamarri, le velone e chi più ne ha più ne metta.

 

Se si pensa al riposo, allo svago e alle tante persone che non andranno in vacanza, ci si accorge che nella programmazione servirebbero i possibili opposti delle tre parole: impegnarsi, appassionarsi, rallegrarsi… E dunque, forse, riposarsi davvero.

Vengono in mente alcuni titoli che spesso in questo periodo vengono riproposti: tra questi gli immancabili Don Camillo e Peppone, sempre a farsi la guerra, sempre alle prese con nuove avventure, sempre così amici e per questo così vicini alla gente nonostante gli anni che passano. Il loro puntuale successo ne è una riprova. Serve allora un po’ di felicità da mettere in circolo, anche senza dover ricorrere ai cari vecchi film ma pensando a qualcosa di nuovo per l’estate televisiva. Gli italiani lo chiedono a gran voce. Non è una cosa in più, è un nostro sacrosanto diritto.

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