Le scuse di Manmohan Singh a mons. Anil Couto

Il primo ministro indiano ha presentato le sue scuse  per gli atti di violenza da parte della polizia nei confronti di un gruppo di religiosi, religiose e di laici di diverse Chiese che manifestavano in favore dei fuori casta
Il primo ministro indiano Manmohan Singh

Manmohan Singh si è scusato con mons. Anil Couto, arcivescovo di New Delhi e con gli altri  leader religiosi cristiani, per la "brutale" aggressione compiuta dalla polizia che è intervenuta in una marcia che fino a quel momento era stata del tutto pacifica.

Le scuse da parte del capo del governo del Paese asiatico sono venute nel corso di un incontro che si è svolto nei giorni successivi all’incidente. L’arcivescovo cattolico e altri rappresentanti cristiani sono sati ricevuto dal premier nel suo ufficio. Durante il colloquio, mons. Anil Couto ha ribadito la richiesta di porre fine alla discriminazione dei fuori casta di religione cristiana e islamica. Intanto, centinaia di manifestanti provenienti da tutta l'India hanno marciato verso l'edificio urlando «Vogliamo giustizia». Nel corso di un dialogo con alcuni giornalisti alla conclusione dell’incontro con il primo ministro, mons. Couto ha spiegato: «Il primo ministro ha ascoltato con sincera preoccupazione e attenzione le nostre richieste. Ha promesso di portare la questione in Parlamento e di fare quanto è in suo potere per risolvere la situazione».

Gli scontri fra la polizia e i manifestanti erano stati al centro di una ferma condanna da parte del card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), che non aveva risparmiato gli agenti dell’ordine pubblico della capitale, accusandolo di aver agito in maniera inammissibile, deplorevole e vergognosa.

Infatti, per disperdere la folla che si dirigeva verso il Parlamento, la polizia ha usato cannoni ad acqua e lanciato una carica armata di manganelli, aggredendo anche sacerdoti, suore e vescovi. Dinanzi al rifiuto dei manifestanti a spostarsi gli agenti hanno arrestato più di 400 persone, compresi tutti i vescovi. Le forze dell'ordine li hanno tenuti in custodia per cinque ore, fino a quando l'ufficio del primo ministro non ha confermato un incontro con una delegazione.

La decisione del primo ministro ha, fra l’altro, una forte valenza politica. Il partito del Congresso è uscito da una cocente sconfitta nelle elezioni che si sono svolte in cinque Stati dell’India, compreso il territorio di Delhi, capitale. L’incidente ha rischiato di alienare le simpatie delle minoranze cristiane per il partito del Congresso, di cui Manmohan Singh è ancora il rappresentante di spicco, pur non provenendo da una carriera di vero politico. Le scuse hanno senza dubbio contribuito ad una soluzione, almeno momentanea, delle tensioni fra cristiani e classe politica, visto che l’altro grande partito che si giocherà le elezioni politiche del 2014 resta il Bjp da sempre sfavorevole alle minoranze religiose, particolarmente cristiani e musulmani.

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