Le nuove virtù del mercato nell’era dei beni comuni

Luigino Bruni - Città Nuova  
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Luigino Bruni

Ci vuole il coraggio di un autore fuori dagli schemi come Luigino Bruni, per dare alle stampe in tempi di crisi un libro come questo. La sfida è riportare l’economia alla sua più genuina vocazione, ricostruendo quel luogo che è prima di tutto spazio di cooperazione tra gli uomini. Alle virtù che storicamente sono alle radici dell’economia mercantile – intraprendenza, innovatività, prudenza –, occorre affiancarne di nuove, di natura relazionale, come l’idea di dono-gratuità. Sta in questa operazione la parte più originale del discorso di Bruni; da cui discendono un nuovo modello di impresa e imprenditore, di gestione delle risorse comuni, di evoluzione e sviluppo, di vivere civile, di felicità.

Il mercato può ridiventare luogo di cooperazione e mutuo vantaggio, in contrasto con la caricatura di lotta darwiniana per la sopravvivenza del più forte in cui l’hanno trasformato l’ideologia e la ricerca del profitto a tutti i costi.
Più che un libro, Bruni ci offre una mappa per orientare le nostre scelte, ricostruire i luoghi che stiamo percorrendo e attribuirgli un senso complessivo. Una mappa che indica strade, sentieri da percorrere, un orizzonte a cui guardare.

È auspicabile che il testo di Bruni venga letto non soltanto da economisti e filosofi, ma anche da chi vuole comprendere quali sono le fondamenta della vita in comune: solo con una accettazione cosciente della nostra vulnerabilità e interdipendenza, infatti, si potrà iniziare a progettare insieme un futuro capace di felicità.

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