Le Dio-Incidenze esistono?

Chi dice Sì, avverte un fuoco benefico dentro. Abbiamo riportato varie testimonianze, la mia e di alcuni amici, che ritengono d’aver vissuto l’esperienza mistica e pragmatica di Dio-Amore nella propria vita.
Dio-incidenze

Quante volte sarà successo di trovarsi coinvolti in eventi eccezionali, non previsti? O di provare, d’improvviso, un gran senso di benessere, stando con persone, prima d’allora sconosciute e care da subito? In questi e altri momenti in cui proviamo un senso di felicità pieno, chi è credente comincia a pensare che vi sia il “dito di Dio”, di un Padre che ascolta e viene incontro ai suoi figli. Il desiderio di narrare, personalmente, poi, di Dio-incidenze arriva alla sottoscritta per più motivi: una fede rinnovata; il desiderio che altre persone stiano – pur nelle prove – nella gioia; e la constatazione che questa parolina “Dio-Incidenza” non è poi così nota nel linguaggio comune.

Per far intendere l’intuizione benefica delle Dio-incidenze (riscontrabile, chiaramente, nella sacra Bibbia, dove uomini, come Abramo, hanno cambiato totalmente il corso della propria vita, per essersi “incrociati” con la Parola di Dio) porterò vari esempi di vita vissuta, seguendo il monito di papa Francesco che c’invita a divenire gioiosi testimoni del Signore, hic et nunc, qui ed ora. Partirò dalla sottoscritta, che non si esime dal voler rendere grazie dei doni ricevuti, delle “coincidenze sincroniche positive vissute, dove è chiara, a me che ne scrivo, “la mano di Dio”, giunta a sorreggere nella prova, elevare nella speranza, premiare della fede mostrata.

La prima Dio-incidenza che mi appare d’aver vissuto riguarda mio marito, conosciuto ad un ritiro spirituale, a cui non avrebbe dovuto presenziare, ma quella mattina aveva pregato Dio “di fargli incontrare la donna della sua vita, la madre dei suoi figli”. E sentiva di vivere quest’esperienza. Salito a piedi il monte per giungere all’eremo di San Felice, quando aprì la porta dell’eremo, entrò con lui un turbine d’entusiasmo che mi stordì. Si sedette vicino a me in Chiesa e durante il “Padre nostro” mi prese le mani, per non lasciarle più. Intravidi in quell’uomo il Volto di Cristo. Ancora oggi è l’energia positiva della nostra famiglia.

Altra Dio-incidenza: sfogliando il giornalino La Voce della Beata Vergine La Madonna delle Grazie, lessi un articolo che, da subito, carpì la mia attenzione. Parlava di Chiara Luce Badano, la giovane ragazza beata (la cui ricorrenza del compleanno è caduta ieri) facente parte del Movimento dei Focolari. Pur nella sofferenza della malattia, Chiara era solita dire: «Se lo vuoi Tu Gesù, lo voglio anch’io». Non conoscevo ancora l’Opera di Maria. Chiamai subito Roma, tanto forte era il desiderio di provare la serena felicità di Chiara. Mi diedero il numero della sede di Palermo. Fu quello un periodo di grande discernimento. Mi chiedevo se Gesù stesse dicendomi di abbandonare tutto per lui. Fu mio marito a riacciuffarmi: “Ma dove vuoi andare? Io e te siamo sposati, ricordi?”. Oggi, facciamo parte insieme del Movimento dei Focolari.

Mio figlio Gabriele, preannunziatomi da un angelo in sogno l’11 ottobre 2012, inizio dell’Anno della Fede, è nato il giorno del mio compleanno. Qualche anno dopo, nel 2017, scrissi, con fede, a papa Francesco, una sentita email, qualche giorno prima della nostra partenza per Roma per un DH della figlia. Senza raccomandazione e contro ogni aspettativa altrui, ero fermamente convinta che il santo padre avrebbe risposto alla mia richiesta di grazia, e così avvenne. Fui contattata dalla Segreteria di Stato del Vaticano il giorno del nostro arrivo a Roma. Il giorno dopo giunse la telefonata di papa Francesco. Con figli e marito siamo stati ricevuti a Santa Marta, il 10 luglio, per il mio e il compleanno di mio figlio. In quell’occasione, sentì che Dio stava dicendomi: “La tua fede è stata grande”. Alzai gli occhi al Cielo e mi parse vicinissimo.

Darò ora spazio ad altre testimonianze. Come quella di Riccardo Rossi: «La mia vocazione missionaria era in crisi; non riuscivo più ad occuparmi dei disabili come avevo sempre fatto e ho chiesto a Dio un “segno” per darmi la forza di cambiare vita. Ricevetti, allora, una chiamata in cui venni informato che fratel Biagio Conte si era abbandonato in strada in digiuno e preghiera. Da tanto tempo desideravo stare accanto a lui in uno di questi suoi delicati momenti e ora ne avevo la possibilità! Ho subito avvertito una suora, mia amica, e le ho parlato di questa “Dio-incidenza”, che ho visto come il segno che aspettavo da Dio! Raggiunto fratel Biagio a Palermo, mi accoglie dicendomi: “E’ il Signore che ti manda, benvenuto!’’».

La storia di Antonella Spanò: «Ero in chiesa, accompagnavo una ragazza disabile a messa. Compito facile generalmente, ma quel giorno la ragazza cominciò a sbavare e il suo alito era sgradevole. Mi inondò un senso di repulsione grande, non sentivo più la messa, solo la puzza e il mio senso di nausea. Provavo tanta rabbia verso me stessa, concentrata solo sul mio bisogno e non sulla piccola da proteggere. Pregai il Signore d’aiutarmi a prendermi cura di quella sua piccola figlia, di darmi la forza di superare il disgusto, anche verso me stessa. La preghiera è stata accolta e io cominciai ad avvertire un intenso profumo di fiori, ho preso un fazzoletto e ho pulito il volto della ragazza dalla bava che le scendeva, provando un gran senso di tenerezza verso di lei e per la mia umanità ritrovata».

Parola a Donatella Oliveri: «Posso testimoniarvi una grazia, frutto di una Provvidenza che opera sempre in maniera perfetta. Con altri amici volevamo regalare l’abbonamento a Città Nuova a un detenuto, così come consigliatoci dal cappellano del carcere Pagliarelli di Palermo. Abbiamo fatto circolare una busta in un incontro fra amici e al momento di contare i soldi, erano esattamente 51 euro, ossia l’importo esatto che ci occorreva. Era quindi nei piani del Signore che questo detenuto ricevesse l’abbonamento».

Come la mia e la storia di Riccardo, Antonella, Donatella, potrei raccontarne tante altre. Resta chiaro che le testimonianze non pretendono l’assenso generale, ma come cartoline volanti portano un messaggio a chi le acchiappa: un invito a volgere più spesso gli occhi al Cielo, a divenire attenti osservatori nella vita, attenti a quei particolari, che l’hanno cambiata. Nel dolore e, ancor più, nelle gioie inattese e sperate.

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