Le differenze sono necessarie

La quarta edizione del Cortile di Francesco 2018 ha avuto sei sezioni (arte e cultura, cinema e teatro, architettura e design, economia, giornalismo e attualità), una ventina di incontri e una quarantina di relatori riscuotendo un successo senza precedenti, anche per aver offerto uno spazio di incontro e di ritrovo fra fedi e culture diverse in dialogo  

«Incontrarsi per dialogare in modo che – dice il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti – nessuno sia inferiore, nessuno escluso, nessuno uguale, tutti poveri, tutti pellegrini e forestieri, tutti soli, tutti degni». Se n’è discusso nel corso della IV edizione del Cortile di Francesco 2018.

«Le differenze possono accogliersi in due maniere estreme che rappresentano poi l’alfa e l’omega di un ideale arcobaleno. Da un lato c’è il rosso acceso del fondamentalismo di un’identità assoluta che nega le differenze e d’altra parte c’è il sincretismo, il violetto gelido dell’indifferenza. Quella superficialità generica che annacqua le nostre giornate e che ci induce a vivere nella nebbia come pulcini bagnati e semi accecati dalla confusione. Questi – ha affermato il cardinale Gianfranco Ravasi nel salone papale del Sacro Convento di Assisi, nel corso della Lectio magistralis che ha introdotto la IV edizione del Cortile di Francesco 2018 – sono i due rischi indotti da troppa differenza e da troppa identità: l’ideale è invece l’armonia tra le due componenti».

No, dunque, all’omologazione che non riconosce l’altro, no neppure a chi afferma la bellezza di una sola identità a scapito dell’altra. «C’è posto per tutte e invito tutti – ha detto il Cardinal Ravasi – a scegliere il duetto al tragico duello, anzi meglio ancora, facciamo posto al trio che riconosce ebraismo, islam e cristianesimo».

Le differenze viste non come ostacolo, ma come arricchimento umano. Non come muri, ma come ponti, che avvicinano e fanno incontrare gli uomini, le loro storie, le loro culture e tradizioni. Le parole di Ravasi hanno racchiuso in sé l’essenza di questa quarta edizione: quelle differenze, appunto, che sono state il filo conduttore degli oltre trenta incontri ospitati ad Assisi. «Parliamo con gli altri, ma parliamo come se fossimo allo specchio – dice Ravasi – San Francesco, prima di scrivere il Cantico, ha imparato a dialogare con la realtà. Nel Cantico rilucono lo scambio, la complementarietà, l’accoglienza; è il frutto di una identità matura, aperta gli altri. Per dialogare veramente bisogna essere così grandi da farsi piccoli, da umiliarsi come bambini. Al punto da sentire ogni uomo e la sua debolezza. Quando accogliamo un uomo senza altre qualificazioni, senza titoli di importanza, merito e demerito, allora entriamo nel vero dialogo. Allora le differenze diventano occasione di arricchimento. Gli altri sono un dono per me e io spero di esserlo per loro».

Uno dei più autorevoli statisti tedeschi del secolo scorso, Konrad Adenauer (1876-1967), dichiarava: «Viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti abbiamo lo stesso orizzonte». La sua è una considerazione che intreccia due coordinate. L’una è verticale ed è l’unità “celeste” del genere umano: in tutti noi corre la stessa linfa e abbiamo il medesimo tessuto “adamico”, siamo creature umane basilarmente uguali. L’altro asse è orizzontale e si sfrangia in mille prospettive, rivelando così la pluralità e quindi le differenze.

C’è una suggestiva metafora rabbinica che afferma: Dio ha fatto tutti gli uomini con lo stesso conio ma, a differenza delle monete che risultano uguali, le creature umane sono tutte diverse (si pensi solo alle impronte digitali). Unica è la dignità, ossia l’appartenenza all’essere umano, infinita è la pluralità dei volti, delle anime, dei pensieri. Significativa è, perciò, la titolatura del “Cortile di Francesco” dedicato a questo tema secondo angolature e prospettive diverse. Si afferma, infatti, la “necessità” delle differenze per la pienezza dell’umanità stessa. Contro questa arroganza che disprezza l’altro, condannata da Dio, è necessario tutelare la ricchezza dei colori dell’arcobaleno delle culture e delle etnie volute dal Creatore. Uno degli antichi maestri degli ebrei mitteleuropei detti Chassidim, cioè i “pii”, affermava: «In ogni uomo c’è qualcosa di prezioso che non si trova in nessun altro. Si deve, perciò, rispettare ognuno secondo le virtù che egli solo possiede e che non ha nessun altro».

La quarta edizione del Cortile di Francesco 2018, dal tema “Differenze”, ha avuto sei sezioni (arte e cultura, cinema e teatro, architettura e design, economia, giornalismo e attualità), una ventina di incontri e una quarantina di relatori e si è svolta tra il 21 e il 22 settembre riscuotendo un successo senza precedenti, anche per aver offerto uno spazio di incontro e di ritrovo fra fedi e culture diverse in dialogo.

Tra i partecipanti: il regista, Ferzan Ozpetek, l’attore, Francesco Pannofino, il direttore del Parco Archeologico Paestum, Gabriel Zuchtriegel, il direttore della Galleria degli Uffizi Firenze, Eike Schmidt, il direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori, il direttore Galleria Nazionale dell’Umbria, Marco Pierini, il fondatore di Libera, Luigi Ciotti. Gli economisti Carlo Cottarelli e Jean-Paul Fitoussi, l’artista Michelangelo Pistoletto, lo scrittore Tahar Ben Jelloun e Marco Magnifico membro del Fai.

 

 

 

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