Lazio, la Supercoppa sotto l’albero

I capitolini confermano di essere la squadra più in forma della Serie A, chiudendo il 2019 con la vittoria per 3-1 sui campioni d’Italia della Juventus

L’emblema di questa Lazio così bella e vincente è rappresentato dal gregario di una rosa dalla qualità tecnica assai elevata. Danilo Cataldi, classe 1994 e biancoceleste dal lontano 2006, ha scoccato sul finire del match giocato a Doha un destro su punizione che, dopo aver baciato la parte inferiore della traversa, si è delicatamente insaccato alle spalle di uno Szczesny incolpevole. Gioia immensa per il centrocampista che, dopo un inizio promettente di carriera, pareva essersi perso nelle nebbie di due prestiti tutt’altro che fruttuosi tra Genoa e Benevento. Due reti in diciotto presenze, per lui, lo scorso anno: nel corso di questa stagione le partite giocate sono già quattordici, impreziosite dalla splendida e decisiva marcatura che ha sancito il trionfo della Lazio nella finale di Supercoppa italiana giocata ieri in Arabia Saudita contro la Juve.

Nulla da fare per gli uomini di Maurizio Sarri, battuti per la seconda volta in due settimane dalla terribile banda guidata da Simone Inzaghi. L’ex attaccante, accompagnato durante tutta la carriera dalla nomina di “fratello di…”, adesso si sta prendendo le meritate rivincite in panchina. È infatti l’altro Inzaghi, Filippo, per tutti Superpippo, a tentare adesso di emulare le gesta fraterne al comando di un Benevento lanciatissimo in Serie B. Le luci del palcoscenico, ora, sono tutte per l’allenatore di una Lazio da considerarsi a tutti gli effetti la prima (e unica) concorrente di Inter e Juventus nella lotta-scudetto.

Non è stato facile, comunque, giungere a standard di prestazione così elevati. La vittoria in Coppa Italia della scorsa primavera ha salvato un finale di stagione in calando. In autunno, poi, qualche battuta a vuoto di troppo (clamoroso il ko con la Spal) pareva addirittura aver messo in bilico la stessa permanenza in panchina del tecnico biancoceleste. Inzaghi è stato bravo a compattare il gruppo, puntando su un 3-5-2 che più offensivo non si può. Le redini del gioco, infatti, sono affidate a un Luis Alberto che ha qualità tecniche e piedi raffinati da trequartista. È stato proprio lo spagnolo a siglare il vantaggio nella partita di ieri, in collaborazione con un altro perno come Milinkovic-Savic: calciatore unico nel fondere piedi buoni, intelligenza tattica e stazza da corazziere.

Dopo il temporaneo pareggio di Dybala, la rete del nuovo vantaggio è stata firmata da un altro uomo-simbolo: si tratta di Senad Lulic, immarcescibile capitano della squadra di cui difende i colori dal lontano 2011. Il bosniaco è il jolly più prezioso per Inzaghi, data la sua capacità di giocare a tutto campo lungo la corsia mancina. La spizzata di Parolo su cross dalla destra di Lazzari ha permesso proprio a lui, eroe tra le altre cose del derby vinto in finale di Coppa Italia nel 2013, di battere il portiere avversario con un preciso piatto destro al volo. È il sigillo che indirizza in maniera netta la gara, prima della perla conclusiva di Cataldi.

La Lazio conquista la Supercoppa 2019Il tecnico della Lazio, intervistato a fine gara, ha lodato i suoi, non ponendosi alcun limite. “Abbiamo fatto qualcosa di magico, battere due volte la Juve in due settimane è incredibile. Abbiamo meritato la vittoria. Questo gruppo è forte e ha sempre creduto in quello che faceva – ha ribadito con forza Simone Inzaghi –, e dunque si merita tutto ciò. Al di là del sogno scudetto dobbiamo continuare così per poterci godere altre serate come queste. Ce ne sono state diverse in tre anni e mezzo, è il frutto di ragazzi che continuano a crederci”. Sognare, alla fine, non costa nulla. A prescindere da ciò che sarà nei mesi successivi, bomber Ciro Immobile e compagni si sono regalati un Natale dolcissimo.

 

 

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