L’importanza dell’igiene per sconfiggere il Covid 19

Una semplice buona pratica, come quella di lavare con accuratezza le mani, può rivelarsi una scelta strategica per contrastare l'epidemia da Covid 19. Intervista al dottor Angelo Pan, presidente del Comitato infezioni ospedaliere (CIO)

Il 5 maggio si è celebrata la giornata mondiale dell’igiene delle mani. Una sana abitudine che oggi risulta strategica nella prevenzione dell’infezione da Covid 19, e che aiuta a prevenire anche altre infezioni, talvolta potenzialmente mortali.

Col dottore Angelo Pan dell’ospedale di Cremona, direttore dell’Unità Malattie infettive e presidente del Comitato infezioni ospedaliere (CIO), nonché presidente della Società italiana per la prevenzione delle infezioni nelle organizzazioni sanitarie SIMBIOS, abbiamo parlato della necessità di un cambiamento culturale intorno a questo tema.

«In Italia – afferma Pan – c’è sempre stata poca consapevolezza dell’importanza di curare l’igiene delle mani, ma credo che oggi la lotta contro l’epidemia da coronavirus abbia sensibilizzato i più, a volte in maniera traumatica, favorendo un cambiamento culturale in questo ambito. Ma è fondamentale discriminare tra l’igiene delle mani in ambito sanitario e in ambito di comunità. Nel primo caso il lavaggio accurato delle mani è di primaria importanza e va eseguito sistematicamente prima e dopo ogni contatto col paziente, usando acqua e sapone o soluzioni idroalcoliche indipendentemente dall’uso dei guanti, che servono a proteggere l’operatore non il paziente. In ambito di comunità la questione è più complessa perché la disponibilità di detergenti è minore. Quindi bisognerebbe evitare di toccarsi occhi, naso e bocca quando si esce. Con la parziale riapertura della Fase 2 dell’emergenza coronavirus, credo che un’attenzione a questi aspetti sia di primaria importanza perché possiamo ipotizzare che ci siano delle persone col Covid 19 che involontariamente possono contaminare l’ambiente.

È vero che i guanti possono essere essi stessi veicolo di contagio?
Sì se il guanto tocca una superfice contaminata e si contamina, anche se è poco probabile che poi con lo stesso ci si tocchi occhi, naso e bocca, ovvero le mucose attraverso le quali il virus penetra. Il guanto ha una funzione protettiva che però non deve essere sovrastimata. Infatti la mano va comunque lavata dopo la rimozione del guanto perché non è necessariamente pulita, ed è importante anche saper togliere in maniera adeguata il guanto e se non si è un operatore sanitario magari non lo si sa fare nel modo ottimale.

In generale, che tipo di infezioni si possono trasmettere attraverso il contatto con le mani?
Sicuramente il Covid 19, che viene trasmesso per buona parte attraverso il contatto diretto con le mani, e poi l’influenza e malattie virali che sono legate anche alla trasmissione per contatto, non solo a quella per goccioline o per via aerea. Se lei ha il raffreddore e starnutisce sul tavolo e qualcuno tocca il tavolo e poi si tocca gli occhi si prende il raffreddore. Per contatto si possono trasmettere anche numerose infezioni legate ai germi multiresistenti, soprattutto all’interno delle strutture ospedaliere.

In quali ambienti è maggiore il rischio di trasmettere infezioni mediante il contatto con le mani?
Più affollati sono gli ambienti e più è facile potersi contaminare. Penso soprattutto ai mezzi pubblici come la metro, il tram, l’autobus dove la gente sta più vicina, ma anche ai grandi supermercati.

Particolare attenzione va riservata in ambito sanitario. L’OMS riferisce che un paziente su 10 contrae un’infezione mentre riceve cure sanitarie, e che i protocolli per la prevenzione delle infezioni possono ridurre del 30% i casi. Che tipo di comportamenti sono dunque invitati a tenere sia i pazienti che gli operatori sanitari?
L’operatore sanitario tendenzialmente dovrebbe essere in salute e se ha dei disturbi non dovrebbe andare a lavoro. Quindi in teoria il rischio di contrarre un’infezione dal proprio medico o da un operatore è basso, anche se il Covid può essere asintomatico. Il ministero per la Salute e alcune regioni prescrivono l’uso di mascherine che hanno un effetto protettivo perché possono ridurre il rischio di diffusione delle particelle più grandi. Questo però non rende superflua una buona igiene delle mani.

È esagerato dire che la pulizia delle mani può salvare delle vite?
Può salvare numerose vite. Se una persona anziana non si lava con cautela la mani e prende il Covid 19 il rischio di morte è significativo. Se parliamo di infezioni correlate all’assistenza, ci sono dei germi multiresistenti che un operatore sanitario può trasmettere da un paziente all’altro causando una colonizzazione, e in alcuni casi l’infezione che ne consegue può essere mortale.

Cosa bisogna fare per essere sicuri di lavarle correttamente?
Si può usare acqua e sapone o soluzioni idroalcoliche. La differenza sta nel fatto che le soluzioni idroalcoliche si possono portare in tasca e l’igienizzazione delle mani è più rapida, circa 30 secondi invece che 1 minuto e mezzo. Lavare le mani non è difficile, c’è una sequenza elaborata da un gruppo svizzero con l’OMS che permette di pulire bene tutte le superfici delle mani e che si può trovare online.

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