L’autodromo di Monza compie 90 anni

Correva l'anno 1922 quando si corse il primo Gran Premio d'Italia, vinto da Pietro Bordino su una Fiat
autodromo monza

Raccontano le cronache di novant’anni fa che il 3 settembre del 1922 si corse il primo Gran premio d'Italia nel nuovissimo autodromo di Monza costruito in poco più di 100 giorni, che la gara fu vinta da Pietro Bordino su una Fiat, che l’autodromo fu costruito per celebrare i 25 anni dell'Automobile Club di Milano.

Le cronache di oggi riportano una intervista al primo ministro Monti in cui dice che il regalo più bello è stato la notte trascorsa accanto alla coppa conquistata da Fangio a Monza nel 1955. Il campionissimo argentino era amico del papà di Monti (nato vicino a Buenos Aires) e aveva invitato la famiglia ad assistere alla gara in cui aveva poi dominato con la Mercedes. Mario aveva solo 12 anni e Fangio chiese al signor Monti il favore di custodire a casa il trofeo, troppo ingombrante, annunciando che sarebbe passato a ritirarlo il giorno dopo. Così fece, regalando un sogno a un ragazzo che avrebbe poi avuto un futuro ben distante dai circuiti, ma non meno impervio.

Il primo GP di Monza vide ben centomila spettatori, di questi diecimila raggiunsero l’Autodromo in automobile: quell’anno le auto circolanti in Italia erano 40 mila e una su 4 era lì. Monza racconta anche l’avventura di Ferrari che parte da lì proprio in quegli anni. Il grande Renzo che fu prima pilota, poi gestore delle Alfa quando l’azienda si trovò in difficoltà economiche, infine costruttore dal 1947. Ferrari a Monza ha vissuto gioie e dolori. Le gioie: il trionfo da manager con Nuvolari e Campari, che disputarono in coppia il GP d’Italia del 1931 tenutosi sulla distanza- record di 10 ore, quello con Alberto Ascari nel 1949, Phil Hill sino a Surtees, Scarfiotti, Regazzoni, Scheckter. Berger, che trionfò nel 1988, il mese dopo la scomparsa di Ferrari. Poi le imprese di Schumi e Barrichello sono cose recenti.

I drammi: la scomparsa misteriosa di Alberto Ascari durante una prova nel 1955, la tragedia di Von Trips nel 1961, quando finì fuori alla Parabolica travolgendo 14 spettatori. Tanto per citare alcuni episodi dell’autodromo. Ora c’è chi si lamenta che la ricorrenza non sia stata sufficientemente celebrata. Qualcuno lo attribuisce al fatto che l'autodromo dopo 90 anni perde i pezzi, ha gravi problemi economico-finanziari, ed è oggetto di una pesante indagine giudiziaria. Allora forse è bene guardare alle prospettive future di questa meravigliosa pista adagiata in un parco da favola.

Del futuro dell’autodromo se ne parla ancora. In Consiglio Comunale si é parlato dell'autodromo e – spiega il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti – nonostante le diverse ideologie politiche, tutti abbiamo riaffermato con forza il valore e l'importanza del gp di Monza, un'eredità importante e pesante, che deve accrescere il nostro senso di responsabilità. Dobbiamo continuare a lavorare in prospettiva, interrogarci sul destino dell'autodromo, del parco e della villa reale. Abbiamo vissuto con preoccupazione i fatti accaduti negli ultimi mesi e voglio dare atto al presidente Valli dello sforzo fatto per superare il momento difficile».


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