L’Aquila ricorda il terremoto

Tredici anni dal 6 aprile 2009. La fiaccolata, la memoria e la ricostruzione. A che punto siamo
Terremoto de L'Aquila (AP Photo/Alessandra Tarantino, File)

Un evento storico, epocale, ricordato anche come “il grande sisma”. Tredici anni  fa la notte del 6 aprile 2009, alle 3.32, la scossa di 6.3 della scala Richter che rase al suolo il capoluogo de L’Aquila, Onna, Paganica e danneggiato in totale 56 comuni. Provocò la morte di 309 persone quella terribile scossa; 1600 feriti e un numero di sfollati che si aggirava sui 70mila, di cui 13 mila erano studenti fuori sede.

L’evento è finito anche sull’enciclopedia Treccani in “Lessico del XXI secolo” alla voce “L’Aquila, terremoto de”  per la sua triste unicità: il sisma, infatti, sia per vittime che per danni (si parla di oltre 10milardi, nrd.) è considerato il quinto terremoto più distruttivo in Italia, in epoca contemporanea. Un evento a cui gli aquilani ancora oggi, come comunità ma anche come singoli, cercano di dare senso e soprattutto memoria.

L’Aquila.
Ieri notte, dopo due anni di stop a causa pandemia, è potuta ripartire la fiaccolata, a cura del Comitato familiari vittime del sisma e del Comune dell’Aquila. Simbolo della necessità di ricordare e che ha visto come sempre migliaia di partecipanti, a cui si sono aggiunte quest’anno le bandiere della pace e dell’Ucraina. Un’unione ideale a farsi partecipi gli uni del dolore degli altri. Il corteo, come di consueto, ha attraversato la città passando per la Casa dello Studente e per il Parco della Memoria dove, dopo la lettura dei nomi delle vittime, due atleti della Nazionale ciclisti dell’Ucraina ospitati nelle C.a.s.e., hanno acceso il braciere della memoria.

«Una sorta di passaggio del testimone – ha dichiarato il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi –, per dire che il loro dolore è il nostro e che li esortiamo a tenere viva la speranza, nonostante l’orrore della guerra, la disperazione e la comunità dispersa». Tra le personalità presenti alla serata, oltre al già citato sindaco de L’Aquila, anche il commissario alla ricostruzione Giovanni Legnini, il presidente della Regione Marco Marsilio e gli onorevoli Gaetano Quagliarello, Stefania Pezzopane e Luigi D’Eramo. Legnini ha così commentato al serata: «I ricordi di quella tragedia sono indelebili e ci accompagnano anche questa sera nella fiaccolata della memoria che torna a svolgersi dopo due anni».

Poi, a mezzanotte, a Piazza Duomo, è seguita la messa nella chiesa delle Anime Sante officiata dal cardinale Giuseppe Petrocchi e la veglia di preghiera. Alle 3.32, dal campanile della stessa chiesa sono partiti i 309 rintocchi in ricordo delle vittime. Ma quest’anno, un’assenza che si è fatta sentire è stata certamente quella della portavoce del comitato dei familiari delle vittime della Casa dello Studente: Antonietta Centofanti che il 6 aprile 2009 aveva perso il nipote Davide, universitario e tra le otto vittime della Casa dello Studente. Scomparsa lo scorso anno, Antonietta Centofanti aveva dato senso e memoria a quel 6 aprile prodigandosi in prima linea per ottenere verità e giustizia per i parenti delle vittime.

Onna.
Nella giornata del 6 aprile, ad Onna, altro luogo simbolo di questo sisma, è prevista la visita dell’ambasciatore  della Germania a Roma Viktor Elbling, che sarà accolto dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e dai presidenti delle associazioni del paesino dell’aquilano. L’ambasciatore nell’occasione farà visita alla chiesa di San Pietro Apostolo (ricostruita grazie ai fondi messi a disposizione dallo stato tedesco) e alla scuola materna “Regina Margherita”, per poi incontrare a “Casa Onna” gli abitanti del paese.

Ricostruzione e responsabilità.
Intanto Legnini in questi giorni è tornato a parlare del nuovo e ulteriore passaggio necessario per la ricostruzione, individuandolo nella rigenerazione e del rilancio economico e sociale grazie al fondo complementare al Pnnr che riguardano i sismi del 2009 e 2016.

Attualmente, infatti, i dati del 2021 riportano che l’80 per cento della ricostruzione privata a L’Aquila sia stata completata, mentre è ferma al 60 per cento quella pubblica, comprese le scuole, a causa di rallentamenti burocratici. E in effetti, tutto ciò è visibile nel capoluogo se si passeggia per il centro storico dove sono molti gli edifici ricostruiti, specie se hanno un valore storico-artistico, ma dove comunque è altrettanto facile imbattersi in zone recuperate come in strade chiuse e palazzi fermi al 6 aprile 2009.

Ma certamente molto è cambiato rispetto ai primi anni, quando, prima prese il via la costruzione dei quartieri antisismici le cosiddette “new town” nonché si cominciarono a conoscere meglio  i progetti dei Map (Moduli abitativi provvisori) e delle C.a.s.e. (Complessi antisismici sostenibili ed ecocompatibili) che tanto saranno impiegati anche nei sismi del Centro Italia degli anni 2016-2017.

Infine, un ultimo cenno va alle responsabilità accertate. A 13 anni dal sisma 4 sono i procedimenti che si sono conclusi con il riconoscimento delle responsabilità penali in modo definitivo. Si tratta dei procedimenti che riguardano il crollo della Casa dello studente, della Facoltà di ingegneria, il crollo del Convitto Nazionale e quello sulla Commissione Grandi Rischi.

 

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