L’anziano protagonista

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“La comunità internazionale oggi si rende conto che vi è uno squilibrio dovuto all’eccessiva focalizzazione sugli aspetti tecnici e materiali. Si evidenzia sempre più che la società di oggi è frammentata, poiché non si è raggiunta ancora la capacità di elaborare un concetto unitario di mente e di cuore”. Così Brigid Donelan, esponente del Programma dell’invecchiamento all’Onu, alla conclusione del Congresso internazionale “Una società per tutte le età. La persona anziana risorsa per un mondo unito”, promosso da Umanità Nuova a Rimini nell’aprile 1997. L’anzianità come fase della vita di una persona e non come problema: questa la sfida che uscì da quel congresso, sintetizzata in un documento presentato nella seconda assemblea mondiale dell’invecchiamento, promossa recentemente dall’Onu a Madrid dal 8 al 12 aprile. L’attenzione alla persona in tutte le sue espressioni ha colto l’anzianità come un’ opportunità per progettare un nuovo modello di società. Fraternità e reciprocità fra tutte le componenti sociali e fra le varie generazioni sono diventate le chiavi di lettura per l’azione di Umanità nuova, per numerosissime iniziative nei più diversi contesti culturali, molte delle quali ideate e portate avanti dalle stesse persone anziane, altre condotte insieme coi giovani: azioni ed opere sociali in campo educativo, assistenziale, sanitario, di animazione, che stanno sostenendo lo sviluppo individuale nel corso della vita, le relazioni tra generazioni, la promozione della persona in tutte le fasi della vita. “Il mondo è cambiato in modo tale che è quasi irriconoscibile”. Con queste parole il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, che per una singolare coincidenza proprio quel giorno compiva 64 anni, ha dato avvio ai lavori dell’assemblea, la seconda dopo venti anni. Scopo: elaborare un nuovo piano d’azione per affrontare le sfide di una società che tra meno di cinquant’anni vedrà triplicare il numero degli anziani fino a due miliardi (vale a dire 1 persona su 5). Saranno quindi di più – per la prima volta nella storia dell’umanità – gli ultrasessantenni che i ragazzi sotto i 15 anni. L’assemblea ha articolato i suoi lavori intorno a cinque temi principali: sviluppo e invecchiamento; la salute; invecchiamento e vita produttiva; famiglia e donne; gli anziani di oggi. Il confluire delle varie istanze nel momento centrale, costituito dai lavori delle delegazioni, ha contribuito senza dubbio in modo pieno e costruttivo a delineare gli indirizzi strategici per le nazioni del mondo. Il documento, nella sua articolazione e vastità, affronta in tutti i suoi aspetti il ruolo dell’anziano nella società moderna. Lo stesso titolo scelto per la conferenza, “Una società per tutte le età”, rappresenta nei fatti un obiettivo culturale ed operativo. L’Europa sembra essere il “vecchio continente” di nome e di fatto. Il processo di invecchiamento si è accelerato fin dal 1970, specialmente nei paesi del Sud come la Spagna, l’Italia, la Grecia, il Portogallo, a causa della diminuzione delle nascite. E proprio l’Unione europea ha avanzato una proposta nelle fasi preparatorie del documento Onu che lasciava ampio spazio interpretativo alla eutanasia. Il ministero della Sanità italiano aveva chiesto l’abolizione di quel punto. Effettivamente nel documento finale esso è stato abolito con grande sollievo di tanti. È molto importante, a parte il discorso etico, perché una tale citazione in un documento del genere sarebbe apparsa come una possibile soluzione del problema degli anziani: ciò non può essere ovviamente pensabile. Dalle Ong è venuto un appello pieno su tematiche sociali quali: la povertà, il welfare, la salute, la partecipazione, la sicurezza personale, la tutela ambientale, le minoranze etniche e l’immigrazione. Anche se la prospettiva demografica nei vari continenti pone questioni tra loro profondamente diversificate, una cosa sembra accertata: il divario tra i paesi ricchi e quelli in via di sviluppo rischia di aumentare a proporzioni notevoli se non si tiene conto delle opportunità e delle risorse che ogni paese può dare. In questo contesto New Humanity, come Ong accreditata presso l’Onu, ha potuto presentare nel Comitato principale dell’assemblea un proprio documento. Da esso veniva sottolineata l’importanza della distribuzione delle risorse, del traguardo della comunione, della dignità della persona in ogni età, di un’etica per la qualità di vita, di educarsi all’anzianità, di una cultura di relazione, nell’idea globale di “ambiente salutare”. Il documento è stato accolto con attenzione non solo attraverso i contatti personali che si sono susseguiti con i rappresentati delle varie delegazioni e con tanti esponenti delle Ong presenti, ma anche la scoperta di una profonda consonanza con i contenuti del documento finale dell’Assemblea madrilena. Scriveva Igino Giordani: “L’anzianità è un periodo di evoluzione che chiamano involuzione, di progresso che chiamano regresso, di giovinezza dello spirito che chiamano senilismo “. Una strada possibile. NEW HUMANITY E GLI ANZIANI Nell’esperienza di tante comunità si è costatato che rapporti improntati alla reciprocità e fraternità generano risorse umane, economiche e naturali insospettate e ne favoriscono la circolazione. La disponibilità delle risorse è da considerare come patrimonio comune da amministrare per il bene di ciascuno e di tutti, attuando nella libertà una re-distribuzione di tali risorse. Il contributo delle generazioni anziane significa anche recupero delle radici culturali e della memoria collettiva. Una cultura che sappia parlare all’uomo moderno del valore della vita, anche nei momenti dolorosi. Rivedere la progettazione sanitaria e assistenziale per articolarla quale “rete” flessibile di sostegno e di servizio alla persona alla sua famiglia. Educarsi reciprocamente, in tutto questo sforzo progettuale, a misurare le proprie scelte sui bisogni della persona più svantaggiata ed in una prospettiva di mondialità. Puntare nell’azione politica ad un nuovo “patto di partecipazione” fra cittadini e responsabili delle scelte politiche e amministrative, per progettare interventi volti a migliorare la vita di tutti i membri sociali.

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