L’anno del pensiero magico

Stefania Rocca e Luciano Melchionna aprono la XIX edizione de I solisti del teatro ai Giardini della Filarmonica a Roma
stefania rocca l'anno del pensiero magico

Occhi piccoli, profondi, carnagione pallida, nordica. Sottili sono le similitudini fra la figura della scrittrice americana di Sacramento Joan Didion e quella dell’attrice milanese Stefania Rocca.
I protagonisti di questa pièce sono il dolore e la perdita dei propri cari, che provocano solitudine e straniamento quando sono osservati da un’unica prospettiva.

Assistendo ad ogni spettacolo di Melchionna è inevitabile trovarsi a fare i conti con un tipo di realtà cruda, senza sconti che mette lo spettatore all’angolo. Il pubblico deve difendersi da ganci e da fendenti invisibili che crescono ed incalzano durante la narrazione. Il “metteur en scene” non lesina pietà, caricando al massimo la sua macchina teatrale.

La storia che si racconta questa volta è quella vera di una giornalista statunitense. Lo spettacolo del regista di Latina è andato in scena nella scorsa stagione in numerosi teatri italiani interrompendosi nell’aprile scorso, dopo un infortunio avvenuto a Stefania Rocca.

Questa pièce da il via alla rassegna dell’estate romana, “I Solisti del Teatro”, giunta alla XIX edizione, nonostante i numerosi tagli alla cultura, come afferma l’organizzatrice Carmen Pignataro. Il programma della kermesse, che durerà un mese , sarà ricco di varietà e gli artisti riceveranno in compenso solo l’incasso della serata.

Il filo conduttore della vicenda è quello di essere pronti a saper cogliere l’attimo poiché questo potrebbe essere l’ultimo. La protagonista femminile vive l’incubo di un anno che finisce in tragedia e non si dà pace per la morte del marito e nello stesso tempo per la sofferenza fisica della figlia, affetta da una malattia rara.

Ogni giorno, ogni momento, sono segnati da un ricordo del passato, di cose fatte, incontri, parole dette, o da un flash di cose che si potrebbero fare, incontri di cui si vorrebbe raccontare, parole che si vorrebbero dire a qualcuno che non c’è più. Il pensiero magico è far ritornare l’uomo amato e la serenità unificatrice familiare.
Eppure, al contrario di altre produzioni di Melchionna, si fraternizza con la donna che combatte una battaglia contro la morte della figlia raccontando l’infinito amore coniugale e materno.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons