L’anima di un uomo

Primo di sette film dedicati al blues (il progetto è ideato e prodotto da Martin Scorsese), L’anima di un uomo segna il ritorno al documentario musicale di Wim Wenders dopo il successo di Buena Vista Social Club. Il film, diciamo subito, è molto bello e rafforza l’idea che, da Fino alla fine del mondo in poi, la musica nel cinema wendersiano abbia acquistato sempre più importanza e spessore, fino a diventarne l’elemento trainante. La riuscita del film dipende anche dal fatto che il regista tedesco è un fan sfegatato del genere e ciò gli consente di realizzare un’opera in cui la ricerca filologica assume un aspetto rilevante, pur non restando fine a se stessa. Il film, infatti, si concentra su tre personaggi mitici ma semisconosciuti al grande pubblico: Blind Willie Johnson, Skip James e J. B. Lenoir. Tre bluesman geniali, precursori dei loro tempi, ispiratori ancor oggi di tanti musicisti e accomunati da destini avversi che impedirono loro di avere in vita il successo che meritavano. Wenders si tuffa mani e piedi nella rievocazione della vita e della musica dei suoi idoli, alternando rarissimi filmati di repertorio con ricostruzioni girate in bianco e nero e fotografate come se fossero filmati dell’epoca. Ai brani originali, poi, vengono affiancate le versioni moderne eseguite da artisti come Lou Reed, Nick Cave, The Cream, Los Lobos, John Mayall e tanti altri. Ogni fotogramma trasuda passione per questa musica ed è questa passione il vero motore del film, in un susseguirsi di storie ed emozioni che riescono a coinvolgere anche lo spettatore meno propenso al genere. L’anima di un uomo diventa così un trascinante racconto per immagini che è anche l’occasione per toccare temi importanti, come la guerra in Vietnam, il razzismo, le battaglie per i diritti civili, la spiritualità. Ciò consente a Wenders di andare al di là del semplice documentario musicale, rappresentando il blues come una musica al di là del tempo e dello spazio, che, conservando intatte ancor oggi le sue radici, dall’Africa fino al Mississipi, racconta dell’anima di un uomo come di tutta l’umanità. Regia di Wim Wenders; con Keith B. Brown, Chris Thomas King.

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