L’amore un boomerang

Il condominio, una famiglia Abito in un piccolo condominio di sette famiglie, amministrato a conduzione familiare da una signora del palazzo stesso. Nonostante ci si conosca tutti, talora si creano situazioni conflittuali. Quando il materassaio del piano terra ha trasferito la sua attività nei negozi sottostanti al palazzo, aveva preso l’abitudine di lasciare il suo furgone parcheggiato di traverso, all’interno dell’angusta area di recinzione antistante al negozio, che è passaggio obbligato per entrare nel palazzo stesso. Ne derivava una continua diatriba sui diritti da lui reclamati sull’area davanti al negozio, sia dall’amministratrice che dai condomini per i disagi conseguenti. Una sera, tornando a casa, avevo pensato di provare a parlare col negoziante, ma prima che gli potessi dire alcunché, egli si è messo a inveire contro di me perché, involontariamente, la sera precedente avevo parcheggiato la mia auto in modo da ostacolare l’entrata del suo furgone all’interno dell’area recintata (aveva recepito la situazione come una provocazione). Gli ho chiesto sinceramente scusa, assicurandogli che avrei fatto più attenzione in futuro; a quel punto mi ha chiesto cosa ero venuta a dirgli, e allora l’ho pregato, se possibile, di parcheggiare il furgone in posizione più laterale per consentire l’entrata nel palazzo. Qui di nuovo una violenta invettiva, come se fossi andata ad insultarlo intenzionalmente. E avendoli amati, li amò fino alla fine , dice il vangelo. Mantenendo la calma ho cercato di dirgli che non avevo la minima intenzione di offenderlo, ma solo di chiedergli un favore, una cortesia… Alla fine rendendomi conto che non accettava alcuna ragione, l’ho salutato con la massima gentilezza di cui ero capace. Il giorno dopo rientrando a casa, al pensiero di incontrarlo attingevo a tutte le mie risorse per mantenere un atteggiamento di disponibilità, di non giudizio. La prima cosa che ho notato era che, essendo già passato l’orario di chiusura, il negozio era già chiuso… Poi la strabiliante visione del furgone ben parcheggiato lateralmente, in modo da consentire il passaggio! Da allora i rapporti si sono rasserenati non solo nei miei confronti, ma anche con gli altri condomini e con l’amministratrice, che alle riunioni di condominio dimostra molta considerazione per la mia opinione sulla soluzione dei vari problemi. Alla guida della mia auto Combatto contro l’aggressività che affiora in me e negli altri mettendomi in condizione di fare il primo passo; è incredibile, quando agevolo o rinuncio al mio diritto di precedenza, mi accorgo che immancabilmente, all’incrocio successivo, l’anonimo fruitore della mia attenzione fa lo stesso con qualcun altro… Se mi comporto in modo opposto, aumenta invece l’aggressività. Lo scippo Un sabato, dopo aver accompagnato a scuola mio figlio, ero entrata in chiesa per una breve preghiera sedendomi all’ultimo banco. Ad un tratto, nella chiesa deserta, entra una persona che, avvicinatasi a me, mi strappa la borsa poggiata sulle gambe e fugge via. Il panico: mio marito era in Spagna per lavoro e senza chiavi non sarei potuta rientrare a casa… Avevo in borsa anche tutti i documenti… In uno slancio istintivo mi precipito fuori dalla chiesa, mentre lo scippatore accendeva la sua moto per fuggire. Mi sono aggrappata al suo braccio, pregandolo di lasciarmi le chiavi e i documenti… Mi ha trascinata un po’ facendomi cadere e poi è riuscito a fuggire. Una giovane coppia che aveva assistito alla scena si è subito avvicinata per aiutarmi. Lui, medico, verificato che avevo solo delle contusioni, ha inveito contro lo scippatore con durezza: Tanto questi prima o poi muoiono tutti; l’Aids fa giustizia. A queste parole, che mi hanno fatto male più dei lividi, ho risposto con tutto l’amore possibile: a me sembrava un povero disgraziato che chissà quali situazioni drammatiche potevano aver spinto a quel gesto disperato. La rabbia del mio soccorritore è svanita e mi ha dato ragione. Mentre andavo via, riflettendo che solo l’amore può vincere sul male e sull’odio, interrompendo la catena di situazioni negative, poco più avanti ritrovo la mia borsa gettata sul lato della strada: dentro c’era l’intero contenuto anche i soldi… La città è mia Nulla è piccolo di ciò che è fatto per amore… Anche togliere dalla strada una bottiglia di vetro rotta, lasciare più pulito di come l’ho trovato un bagno pubblico, perché chi ne usufruirà dopo possa trovarlo come avrei desiderato trovarlo io.

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