L’altro volto della speranza

Fa sorridere, ma fa molte altre cose. Trasforma il dolore in speranza, fotografa con uno sguardo originale, penetrante, unico e inconfondibile, il drammatico presente del mondo.

La decadente crisi della nostra modernità, la palude del nostro buio Occidente. È poesia della povertà, è omaggio agli ultimi, è tragedia umana cantata con soave ed efficace leggerezza. È un fiore sulle macerie, è dolcezza sopra la violenza, è amore nella barbarie. È il cinema del finlandese Aki Kaurismaki. È cinema “alla Kaurismaki”, per colori, stile narrativo, atmosfere sospese, personaggi di poca enfasi ma di tantissima sostanza interiore.

Creature svagate, pittoriche, soffici, apparentemente esili, ma invece capaci di portarsi sulle spalle milioni di individui reali, coloro i quali vivono la condizione che esse rappresentano sullo schermo. È una favola sociale, storica e politica, semplice a sintetizzarla, ma riempita di parole e riflessioni preziose ad ogni incrocio. È un film che parla di migranti e di razzismo, come già accedeva nel film precedente del regista: Miracolo a Le Havre, ma che parla anche dei miracoli di un sorriso, della possibilità del donarsi con

gratuità al prossimo, come sempre accadeva nel meraviglioso film appena citato. È la storia di due individui che si muovono ad Helsinki, un migrante arrivato clandestinamente dalla Siria che senza successo ha chiesto asilo – e un venditore ambulante che ha fatto qualche soldo giocando a carte, e poi ha tagliato i ponti col passato, moglie compresa, aprendo un piccolo ristorante che dà lavoro a qualche disgraziato della città.

Per mezz’ora sono storie parallele, che poi si sbattono addosso e diventano incontro da cui esplode una bellezza lucente che ride in faccia agli steccati, ai confini e ai muri. Che li butta giù con la sua disarmante semplicità, con la sua potente naturalezza. È un film splendido, che senza retorica rimette l’umanità al centro di tutto. È L’altro volto della speranza, premiato come miglior regia all’ultimo Festival del cinema di Berlino.

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