L’aereo e il treno

Sono sposata da un anno e mezzo. Lui è un abitudinario, si sposta principalmente quando c’è qualcosa organizzato dal gruppo cattolico a cui è legato profondamente. Quando si tratta di organizzare qualcosa solo per noi due, temporeggia… È dura pensare di dover rimanere spesso da sola il week-end. Lui, alle mie richieste di maggiori attenzioni, dice che sono esagerata e che lo voglio tutto per me. C.S. – Lazio Tante coppie si trovano nella tua situazione: lui impegnato di più fuori (col gruppo cattolico, politico, sportivo…), lei in casa alle prese con i bambini o con l’organizzazione familiare. A volte può succedere il contrario. Bisogna essere molto attenti. Soprattutto nei primi anni di matrimonio, se non si imposta bene la vita a due, si rischia di percorrere binari paralleli e di non raggiungere la vera comunione. Ci si sposa spinti dall’amore, pronti a tutto per l’altro, con lui si andrebbe in capo al mondo; ci si sente come un aereo che vola libero verso orizzonti sconfinati. Poi l’impatto con la vita quotidiana (con le ore di solitudine, con i diversi interessi) ci lascia sorpresi, forse delusi. Eppure questa delusione può essere la spinta per trasformare il nostro aereo in un treno che corre, ugualmente veloce, ma sui binari dell’amore oblativo, pronto a dimenticare per l’altro le proprie pur giuste esigenze. Tuttavia, attraverso un dialogo profondo e continuo, condotto con tenerezza e pazienza, lei dovrà pure aiutare suo marito a comprendere che prima di tutto, prima anche del proprio impegno sociale o religioso, viene la realtà di coppia che va costruita e difesa giorno per giorno. D’altra parte questo impegno fuori sarà tanto più efficace quanto più è sostenuto da una solida unità familiare; se esso a sua volta non aiuta a far crescere il rapporto di coppia, può diventare una specie di alienazione, una fuga dalle proprie responsabilità. Non c’è da farsi illusioni: anche un impegno di tipo spirituale, se non è accompagnato da un uguale impegno per far crescere la qualità delle relazioni familiari, non serve a molto. Questa ci sembra la strada maestra per realizzare il cammino della vita di coppia, che parte da un idilliaco stare insieme, affronta poi il dolore del riconoscimento della diversità, della differenziazione, e pian piano rinasce nell’accoglienza fino a raggiungere un insieme per…, un lavorare per mete comuni, per obiettivi condivisi, che ci farà sentire una cosa sola, pur se a volte vivremo in luoghi diversi in tanti momenti della giornata. mr.scotto@focolare.org

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