Lacrime rossonere

A Milano, il saluto tra le lacrime (di tifosi e giocatori) a Rino "Ringhio" Gattuso, Pippo Inzaghi e Alessandro Nesta. Quando il calcio è pura emozione
milan

Domenica pomeriggio, Milano, Stadio Giuseppe Meazza. Abbandonati sette giorni prima i residui sogni di scudetto, i tifosi milanisti sono accorsi ugualmente allo stadio per assistere a Milan-Novara, certo, ma soprattutto per tributare il loro saluto ad una serie di giocatori che, molto probabilmente, nei prossimi giorni daranno l’addio alla maglia rossonera. Si va da Zambrotta, Van Bommel e Flavio Roma, idoli per poche stagioni, a tre colonne storiche del club milanese come Pippo Inzaghi, Alessandro Nesta e Rino Gattuso. Anche qui, come a Torino, si assiste a scene di vera commozione, in campo e sugli spalti. S’inizia prima della partita, quando la curva Sud intona cori per Rino “Ringhio” Gattuso. Lui, il “mastino” protagonista di tante gloriose pagine della recente storia milanista, si sta scaldando in mezzo al campo e, sentendo l’incitamento dei suoi tifosi, cede alle lacrime mentre i suoi compagni lo sommergono di abbracci.
 
Sugli spalti appaiono poi tre maglie gigantesche, una col numero 13, quello di Nesta, un’altra con l’8, quello appunto di Gattuso, e infine una con il 9, il numero di maglia storico di Inzaghi, uno dei giocatori che negli ultimi anni ha saputo maggiormente conquistare il cuore dei tifosi rossoneri. A inizio del secondo tempo il tecnico Massimiliano Allegri dice a “Superpippo” di prepararsi per entrare in campo e subito il pubblico comincia a scandire il coro che in undici anni di Milan ha accompagnato le prodezze di questo ragazzo: «Ohi, ohi, ohi, Pippo Inzaghi segna per noi».Inzaghi entra in campo al ventiduesimo del secondo tempo e, appena un quarto d’ora dopo, ripaga tanto affetto mettendo a segno il 316° gol (forse l’ultimo) di una fantastica carriera: difficile, per uno che ha fatto del gol il suo marchio di fabbrica, immaginare un congedo migliore dai propri tifosi. A differenza di Del Piero, Inzaghi il suo giro di campo l’ha fatto a fine partita, in compagnia del nipote Tommaso, ma l’emozione è stata probabilmente la stessa. «È stato bello partecipare a questa giornata, quando abbiamo visto i giocatori del Milan così emozionati ci siamo commossi pure noi», hanno ammesso quelli del Novara.
 
Nel giorno in cui il calcio italiano ha perso alcuni dei suoi protagonisti più amati, le immagini che sono arrivate da Torino e Milano hanno offerto momenti che rimarranno indelebili nella memoria degli amanti di questo sport, anche quelli non di fede juventina o milanista. La speranza è che, già dalla finale di Coppa Italia tra Juventus e Napoli, in programma il 20 maggio allo stadio Olimpico di Roma, il calcio di casa nostra sappia regalarci altri momenti di festa ed emozione pura come quelli vissuti domenica pomeriggio.

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