L’Accademia dell’Anima e il fine vita

Intervista al pedagogista e psicologo Carmelo Impera. La ricerca negli ospedali più grandi d’America sui pazienti terminali e i loro rimpianti
Accademia dell’Anima

Il tema del fine-vita, da intendersi non con l’eutanasia ma con quell’avvicinarsi costante e inarrestabile di sorella morte corporale, impensierisce tutti, credenti o meno che siano. Maggior ragione quando una grave malattia sopraggiunge, rimpicciolendo il tempo per far tutto e andar via, sereni, in pace con sé e gli altri.

È questo il tema di una ricerca avvenuta negli ospedali più grandi d’America. A migliaia di persone che avevano ricevuto notizia di una malattia grave e non curabile è stato chiesto quali fossero i rimpianti e i bisogni che in quel momento sentivano.

Il pedagogista, psicologo e psicoterapeuta, Carmelo Impera, ha commentato sul web la ricerca con la riflessione dal titolo Cosa rimpiangeremo. L’autore è Giudice Onorario presso la Corte di Appello del Tribunale di Catania e Direttore dell’Accademia dell’Anima, “Carl Rogers”, con sede a Ragusa.

Impera, lei è un eclettico psicoterapeuta, direttore di un’Accademia dell’Anima. Su cosa è orientata, chi può iscriversi?
La nostra Accademia è una scuola di vita, un’Università della strada, un centro di psicologia e psicoterapia aperto a tutti. Si rivolge soprattutto a coloro che vogliono migliorare la loro formazione interiore e relazionale, o necessitano di un percorso di analisi e cura. Organizziamo continuamente corsi e percorsi di crescita umana e spirituale. Il nostro modello antropologico si fonda sull’integrazione tra psicologia e spiritualità, tra le trame dell’inconscio psichico e le radici dell’anima spirituale.

Siete molti attivi sul web…
Tanta gente ci segue proprio perché attratta da questo modello di integrazione tra scienza e fede, psicologia e spiritualità, umano e divino…

Carmelo Impera

Nel suo testo Cosa rimpiangeremo, cita l’interessante ricerca avvenuta negli ospedali più grandi d’America sui rimpianti, quando si giunge al fine-vita. Cosa è emerso?
Sia dall’esito di queste ricerche che dall’esperienza condotta con i pazienti presso la nostra Accademia ci siamo resi conto che le cose essenziali spesso le comprendiamo solo quando abbiamo poco tempo per poterle vivere e potercele godere. Ciò che si desidera di più, e si rimpiange di non aver fatto prima, è il tempo che non abbiamo dedicato alle persone che amiamo, ai viaggi che abbiamo sempre desiderato fare e non abbiamo fatto, agli abbracci che avremmo voluto dare e non abbiamo dato, ai sorrisi che si sono spenti sulle nostre labbra anziché raggiungere lo sguardo altrui…

Sarebbe utile aver coscienza d’essere tutti malati, prossimi alla morte, per vivere pienamente e secondo giustizia…
Personalmente ritengo che non si debba star male per poter capire quanto è bello star bene! Basta il dono del risveglio e della consapevolezza di sé per comprendere che cogliere l’attimo e vivere il momento presente è il segreto per godere pienamente del dono della vita e non avere rimpianti in punto di morte.

Sebbene si cerchi d’indirizzare al meglio la propria esistenza, credo che nessuno riesca davvero a sentirsi vicino all’idea di fine immediata. Tanto da non riuscire ad amare o perdonare sul serio. Che consigli sente di dare?
Consiglio di mollare la presa con le emozioni negative. Archiviare la rabbia e dimenticare i risentimenti. Perdonare vuol dire fare il più bel regalo al nostro cuore, alla nostra mente, al nostro stomaco e alla nostra vita! Questo permette di poter accedere alla bellezza dell’amore gratuito e vero, e non allo scambio tornacontistico che molta gente purtroppo oggi confonde per sentimento affettivo e amoroso.

Oltre a vivere rapporti sani, dimostrando i propri sentimenti finché si è in tempo, non sarebbe utile, per non avere rimpianti, benedirsi gli uni con gli altri, gareggiando per una felicità condivisa?
Esistono due vie per la salute mentale: la gratitudine e, proprio, la benedizione. Se tutti facessimo ogni giorno esercizi di gratitudine e vivessimo momenti di benedizione il nostro benessere si centuplicherebbe e finalmente vivremmo liberi dall’ansia e dall’inquietudine che ci abitano.

Non porteremo, d’altronde, con noi in cielo alcuna ricchezza se non i sorrisi dati…
Ogni giorno in cui non sono protagonisti i nostri sorrisi è, infatti, un giorno di vita assolutamente perso! Ci porteremo solo questo nell’eternità: i sorrisi e l’amore declinati in pensieri, parole ed opere…

Quali sono i suoi prossimi obiettivi?
Stiamo pensando a nuovi servizi che riguardano la prevenzione del disagio giovanile e la cura delle nuove generazioni che oggi purtroppo soffrono di una forte crisi d’identità. Stiamo anche preparando un libro-ricerca su questa tematica e allargando i servizi di accoglienza dei minori a rischio, insieme alla cura di giovani con difficoltà e che fanno uso di sostanze.

A tal proposito abbiamo già attivato un Pronto Soccorso Adolescenza con un numero telefonico H24 a disposizione di giovani e genitori che necessitano di suggerimenti e confronto urgente: 393.9864707. Altro riferimento, l’e-mail: formazione@oasidonbosco.it.

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

 

I più letti della settimana

Tonino Bello, la guerra e noi

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons