L’aborto in Costituzione

La Francia inserisce nella sua Carta fondamentale l’Interruzione volontaria di Gravidanza come diritto.
Il Parlamento francese vota l'inserimento del diritto all'aborto in Costituzione (ANSA - EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON)

La sera del 4 marzo 2024 la Torre Eiffel si è illuminata, mentre migliaia di persone esultavano al grido di “Il mio corpo, la mia scelta”. La Francia, primo Paese al mondo, ha stabilito che l’aborto è un diritto tutelato dalla Costituzione. Il provvedimento è stato approvato dalle Camere riunite a grande maggioranza, con 780 voti a favore contro 72 contrari.

Mentre una parte dell’umanità festeggia questa “giornata storica”, per un’altra parte è una “giornata triste, molto triste”. Personalmente faccio parte di questa seconda categoria, anche se cerco di capire il significato che questo passo può avere nella strada per l’emancipazione femminile.

Alcuni dati

In Francia nel 2022 sono stati registrate più di 234.000 Interruzioni volontarie di Gravidanza (IVG), senza contare i non nati per aborto farmacologico. Secondo l’Oms, nel mondo ogni anno muoiono circa 60 milioni di persone (per malattie, incidenti ecc.), mentre gli aborti, stimati per difetto, sono circa 50 milioni. In un dibattito presso l’emittente francese Cnews la presentatrice si è scusata perché aveva fornito per sbaglio ai telespettatori questi dati, visto che erano “incomparabili” tra loro e non potevano essere confrontati (vedi qui). Un piccolo esempio di quello che potrebbe succedere dopo questa decisione. Verranno discriminati i medici che faranno obiezione di coscienza (attualmente l’obiezione è però prevista nella Costituzione francese)? Cosa rischierà un sacerdote che dal pulpito dichiari che l’aborto è un omicidio?

La spaccatura

Cito solo alcune posizioni, esemplificative della frattura netta che c’è nella società: per Chiara Gribaudo (Pd) questa è la differenza tra civiltà e oscurantismo! Mathilde Panot, deputata francese prima firmataria del provvedimento, ha annunciato che cercherà di far inserire il diritto all’aborto anche nella Carta europea dei diritti fondamentali.

La Pontificia Accademia per la vita si è rivolta ai governi perché la tutela della vita, in particolare quella dei non nati che sono i più fragili, diventi una priorità.

Città Nuova

La posizione di Città Nuova su questo argomento può essere ricavata dal dossier Aborto (scaricabile qui sotto), e dall’articolo con la lezione di Norberto Bobbio, entrambi da noi pubblicati qualche mese fa e che invitiamo a rileggere.

Il dossier inizia con queste parole: «L’aborto è un tema delicato, che divide gli animi come pochi altri. Riguarda due valori assoluti e contrapposti. Da una parte la vita del nascituro, vita “umana” fin dal concepimento, che non può essere soppressa come “materiale abortivo”. Dall’altra l’autonomia della donna, intesa come diritto a gestire il proprio corpo e le proprie scelte».

L’articolo su Bobbio invece chiarisce: «Innanzitutto esiste il diritto fondamentale del concepito, quel diritto di nascita sul quale, secondo me, non si può transigere […] non si può essere moralmente indifferenti di fronte all’aborto».

Nei prossimi giorni offriremo ai nostri lettori sul sito altri contributi che abbiamo chiesto ad esperti sul tema.

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