La voce dei popoli davanti al rischio di guerra nucleare

Il conflitto in Ucraina ha reso tutti coscienti della minaccia reale dell’uso di armi letali per la vita dell’umanità. Lo stato della situazione a 2 anni dall’entrata in vigore del Trattato di messa al bando delle armi nucleari e la mancata adesione da parte dell’Italia. Le ragioni per ripensarci mentre sono in arrivo anche nel nostro Paese le nuove bombe B61-12
Guerra nucleare. Manifestazione in Germania (AP Photo/Markus Schreiber)

Nell’ormai lontano 7 luglio 2017, dopo anni di trattative e di negoziati, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvava il TPNW – Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, entrato poi in vigore due anni fa, il 22 gennaio 2021, per allontanare la minaccia della guerra nucleare.

Da tempo 122 Paesi, stanchi di aspettare un disarmo nucleare che, seppur previsto dal TNP – Trattato di Non Proliferazione, non arrivava mai, e ben coscienti delle pericolosità di questi arsenali, avevano intrapreso un percorso che li avrebbe poi portati all’approvazione del TPNW.

Diversamente dal TNP che prevede un ipotetico disarmo in data indefinita, questo nuovo trattato vieta immediatamente lo sviluppo, i test, la produzione, il trasferimento, il possesso, l’utilizzo di armi nucleari e la stessa minaccia di utilizzarle. Un bando immediato, senza se e senza ma.

Prodotto della Guerra Fredda e in vigore dal 1970, il TNP invece permette che soli 5 Paesi (Stati Uniti, Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna) ne siano dotati, consentendo agli altri Stati l’uso del nucleare unicamente in campo civile. Se in effetti si è passati dalle circa 70.000 testate dell’epoca del bipolarismo alle 12.700 attuali, la terribile minaccia permane dato che ben 3.730 testate sono ancora  pienamente operative (altre 5.670 di riserva e 3.300 in attesa di essere smantellate).

Arsenali comunque in grado di distruggere la vita sul nostro pianeta, anche perché, pur essendone diminuito il numero, prosegue la modernizzazione e il potenziamento non solo delle testate, ma anche dei loro vettori, mentre nelle dottrine militari permane chiaramente l’ipotesi del loro uso reale.

Tra l’altro, queste armi sono possedute non solo dai 5 membri ufficiali del club nucleare, ma anche da altri 4 che se ne sono riusciti a dotare al di fuori del Trattato di Non Proliferazione (l’India, il Pakistan, la Corea del Nord e Israele), le cui ultime conferenze di revisione (la nona e la decima) peraltro si sono concluse con un nulla di fatto.

 

Stato delle forze nucleari mondiali 2022
  Strategico

Schierato

Non strategico

schierato

Riserve

non schierate

Depositi 

militari

Inventario

 totale 

Russia 1.588 0 2.889 4.477 5.977
Stati Uniti 1.644 100 1.964 3.708 5.428
Francia 280 n / a 10 290 290
Cina 0 ? 350 350 350
Regno Unito 120 n / a 60 180 225
Israele 0 n / a 90 90 90
Pakistan 0 n / a 165 165 165
India 0 n / a 160 160 160
Corea del nord 0 n / a 20 20 20
Totale ~3.632 ~100 ~5.708 ~9.440 ~12.705

Legenda: n/a = non conosciuto; ? = ignoto; ~ = circa

Fonte: https://fas.org/issues/nuclear-weapons/status-world-nuclear-forces/

 

Fino ad un anno fa molti consideravano l’arma nucleare più come un attestato di status symbol politico piuttosto che un vero e proprio strumento di guerra possibile. Ci ha pensato Putin a ricordarci che questa ipotesi è fallace, dato che sin dall’inizio dell’invasione ne ha minacciato l’uso concreto per difendere i confini della Russia (mentre li stava allargando).

Se sia una minaccia o un bluff, rimane il fatto che aspettare di vedere cosa sia è certamente rischioso, anche perché un eventuale conflitto nucleare inizierebbe dapprima sul teatro europeo, a casa nostra dunque, per poi allargarsi sul pianeta nella guerra nucleare globale e nella conseguente distruzione della nostra civiltà.

Di fatto, negli anni, la questione nucleare è rimasta appannaggio di pochi e l’opinione pubblica è stata nella maggior parte dei casi disinformata e pertanto disattenta, mentre i mass media le dedicavano spazio quasi sempre solo in occasione dei test condotti dalla Corea del Nord, notizia che comunque si collocava  anche geograficamente nel lontano Oriente, comunque in una dimensione marginale.

A ben guardare, la campagna internazionale condotta da ICAN – International Campaign Against Nuclear Weapons (premio Nobel per la Pace nel 2017) era stata profetica nello stimolare gli oltre cento Paesi ad impegnarsi dapprima per una serie di conferenze internazionali e poi per portare il Bando all’Assemblea Generale, dove è stato approvato a maggioranza, nonostante l’opposizione strenua dei Paesi nucleari e dei loro alleati.

A ben vedere il TPNW non ha né ridotto né eliminato la minaccia nucleare, dato appunto che gli Stati che sono dotati di queste armi non sono vincolati dalle sue disposizioni, ma ha comunque un forte valore politico e giuridico, esprimendo una volontà diffusa di disarmo e, per i Paesi firmatari, l’impegno a non essere disponibili a collaborare in alcun modo con quei nove minacciosi paesi.

Tra l’altro il Bando prevede anche la non collaborazione in campo finanziario (investimenti ecc.), tanto che già l’olandese ABP, uno dei 5 maggiori fondi pensione del mondo, ha stabilito di non investire più in aziende del settore della produzione di armi nucleari.

A due anni dall’entrata in vigore risultano 68 gli Stati parte del Trattato e 98 quelli firmatari (che non hanno ancora ratificato): tra i primissimi vi fu proprio il Vaticano, che ha mostrato, in particolare con il pontificato di papa Francesco, grande sensibilità in merito.

Nonostante il TNP e il TPNW, nuvole minacciose in campo militare si addensano sui nostri cieli. Stanno per arrivare in Europa le nuove le nuove bombe statunitensi B61-12 in sostituzione delle obsolete B61, già presenti nelle basi in Belgio (Kleine Brogel), in Germania (Buchel), in Italia (Aviano e Ghedi), nei Paesi Bassi (Volkel) e in Turchia (Incirlik).

Per di più, per portarle, ci stiamo dotando dei costosi F35, che hanno un raggio doppio d’azione rispetto ai vettori attuali. Meraviglia della tecnologia, oltre ad essere di potenza variabile (tra 0,3 e 50 kilotoni sino ad una resa massima di 1.250 kilotoni), tali bombe hanno un nuovo sistema di guida di progettazione della Boeing, collocato nella coda e in grado di aumentarne la manovrabilità e la precisione.

Dal canto suo, Londra già nel 2021 ha mostrato anch’essa di voler incrementare la propria dotazione di testate. La Russia, come detto, ha più volte minacciato sin dall’inizio del conflitto nel 2022 l’uso di tali armi e la Cina, impegnata a divenire un attore internazionale, appare intenzionata ad accrescere il proprio arsenale. E anche gli altri sembrano muoversi in tale direzione.

Per contrastare questa deriva, in Italia la Rete Italiana Pace e Disarmo e Senzatomica hanno attivato la campagna “Italia, ripensaci” cercando di sensibilizzare il governo italiano ad impegnarsi maggiormente sulla via del disarmo nucleare. Il TPNW appare uno strumento che potrebbe aiutare in questo percorso: di fronte alla stasi del processo previsto dal TNP, la voce dei popoli del pianeta può indurre ad avere il coraggio di fare qualche passo in avanti.

 

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