La vita autentica

Vito Mancuso Raffaello Cortina
Vito Mancuso

È incontestabile che Vito Mancuso abbia raggiunto il successo letterario con Disputa su Dio (2009) scritto a quattro mani con Corrado Augias. Ma è pure vero che lì il teologo brianzolo si dimostrava distante – leggi: superiore – anni luce dal tuttologo di Repubblica quanto a preparazione, dialettica, serietà e credibilità in campo filosofico-religioso.

 

Con Vita autentica Mancuso conferma quell’impressione, raggiungendo da solo il top della classifica dei saggi più venduti. Alla domanda centrale del libro (chi è il vero uomo, cosa fonda una vita autentica?) l’autore risponde in modo chiaro e coerente, applicando la sua ricerca di una teologia “laica” non più all’attività conoscitiva, ma alla vita morale, alle scelte e ai comportamenti delle persone.

 

Il risultato è l’identificazione di una sorta di “santo” a-religioso (ma non nel senso di antireligioso), cioè di uomo virtuoso e autentico che è tale perché persegue la libertà, la fedeltà a sé stesso, la verità e la giustizia, accettando e vivendo in modo corretto e maturo anche la prova del dolore. Come a dire un vero cristiano “implicito” e sostanziale.

 

Restano i dubbi espressi anche per altri suoi testi sulla centralità di Cristo e del suo amore, sulla grazia, sulla salvezza. La vita autentica, comunque, è un valido strumento del dialogo (questa volta etico) fra cristianesimo e umanesimo, che si rivelano largamente coincidenti nei valori più alti e, appunto, autentici.

 

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