La vertigine

Ciò che lo avviliva era quella vertigine durante il volo. Il suo era un caso serio, visto che era un angelo.
favola

Ciò che lo avviliva era quella vertigine durante il volo. Il suo era un caso serio, visto che era un angelo. Volava senza difficoltà in Paradiso, ma la vertigine si presentava quando scendeva sulla Terra. Tuttavia, aveva voluto essere presente quando era avvenuto il fatto più straordinario che sia mai stato registrato sulla Terra: la nascita di un Dio. Il Bambino lo aveva guardato con una tenerezza infinita e lui aveva desiderato diventare un angelo custode, ma comprendeva che un angelo che abbia paura di volare sia considerato inaffidabile. Così, aveva imparato, poco a poco, a scegliere la rotta e giù a capofitto sulla Terra, dove volava basso e giocava con i bambini che incontrava. Tornare in Paradiso era semplice, bastava che prendesse lo slancio per ritrovarsi nella sua sede naturale; come l’onda, dopo essersi protesa sulla riva, naturalmente torna indietro per essere assorbita dal mare a cui appartiene.

 

«Lancia quella palla!», diceva un bambino a un coetaneo e il piccolo angelo si mise a giocare, non visto, con loro. Mentre stava per fare un tiro, guardò in alto. «Cosa fa quella bambina sul davanzale di quella finestra?», si chiese, sobbalzando. «La finestra è al quinto piano! Non so volare fino al quinto piano. Non saprei calibrare lo slancio, potrei finire in Paradiso. Com’è bello il Paradiso! Magari fossi lì ora!». Si vergognò d’aver pensato di sfuggire il problema. «Mi saluta?». Si sollevò da terra e si fermò davanti alla bambina, restando sospeso a mezz’aria. Lei gli sorrise e lui ricordò quello sguardo che aveva visto in un una notte d’inverno. Poteva solo intrattenerla, canticchiando una di quelle nenie che divertono i bambini, finché arrivò la mamma della bambina e fu la fine di un incubo.

Ignorava il piccolo angelo che l’angelo custode della bimba era sempre stato pronto a intervenire, ma era importante che lui superasse quella prova per poter diventare a sua volta un angelo custode.

 

Perché ho raccontato questa storia? Perché quella bambina, che ora è una ragazza e non vede più gli angeli, era mia figlia.

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