La vera amicizia

Ciao Federico, tu hai un amico del cuore? Giada - Roma

Il termine amicizia ha per noi autistici un significato diverso da quello che gli date voi neurotipici. Per me il primo amico è chi sa superare l’inquietudine di una diversità così estrema, per venirmi a cercare nel mio isolamento relazionale.

Tra costoro, si distinguono poi coloro che decidono di condividere con me delle esperienze di vita, come delle vacanze o una cena, facendosi coscientemente carico delle incognite e delle difficoltà che ciò comporta. A salire ancora, abbiamo coloro che mettono le loro abilità al servizio dei miei limiti, per fare insieme ciò che io non potrei fare da solo e contribuiscono così ad elevare concretamente la qualità della mia vita. Ma le persone veramente luminose sono quelle che si innamorano del mio autismo, della mia diversità e vogliono capire di più e farsi capire di più. Diventano quindi interpreti tra il mondo neurotipico e il mio autismo, mostrando a tanti come interagire con me e diventando testimoni di quanto sia meraviglioso cercare i tesori che si celano dietro la diversità umana. Dimostrano con la vita come le paure del diverso da sé siano solo fantasmi. Conquistano tanti alla ricerca di una relazione con me che non sia mossa da umiliante pietà.

Queste categorie credo siano applicabili all’incontro con qualsiasi diversità umana limitante. Aggiungerei solo che un mio amico suggeriva di puntare ai carismi più grandi. Cara lettrice, caro lettore, vuoi provare tu a diventare il mio migliore amico? Oppure chiudi gli occhi e pensa a chi è la persona umana più diversa da te e valla a cercare, puntala con decisione perché lì si nasconde il tuo più radioso tesoro.

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