La tv e i ragazzi

Sat 2000 lunedì, ore 13,00. Replica alle 19,10 e 21.33. Inizia come un film di François Truffaut. Con i volti estasiati dei bambini, rapiti dallo spettacolo che si para loro davanti. Ma mentre nelle pellicole del maestro della Nouvelle Vague erano i burattini a catturare la loro attenzione, qui sono le immagini della tv a ipnotizzare i piccoli. Sono i primi fotogrammi de La tv e i ragazzi, inchiesta in dieci puntate sul rapporto tra minori e piccolo schermo. Ogni puntata comincia con una domanda: cosa comprendono i bimbi di quel che guardano in tv? Come reagiscono alle scene di violenza? Qual è l’impegno dei genitori, degli insegnanti, della società civile? E chi garantisce (e come) la bontà delle trasmissioni per ragazzi e chi li protegge da altri programmi non espressamente prodotti per loro? Esistono leggi e norme per tutelare i nostri figli? Vengono osservate? Domande che tutti i giorni ci poniamo riflettendo sulle centinaia di ore trascorse da bambini davanti al televisore. Il programma è curato e condotto da Gianfranco Scancarello, volto noto della tv per i ragazzi di alcuni anni fa e si avvale della collaborazione di vari esperti. Il problema è a tal punto urgente che la trasmissione sembra quasi una terapia di gruppo. Le voci delle mamme e dei papà si alternano a quelle dei docenti universitari, pedagoghi, insegnanti e operatori della comunicazione. Voci che esprimono per intero i dubbi e le paure di chi ha a cuore l’educazione dei nostri figli, alternandosi a quelle dei bambini che con il loro candore sono capaci di allarmare anche il più rassicurante imbonitore televisivo. Tra i banchi di scuola, avvolti nei loro grembiuli, c’è chi dice di scappare in cucina quando ci sono scene violente, chi confessa di non dormire la notte quando vede persone uccise nei telegiornali e chi lamenta che in tv vengono dette parole che anche i miei genitori non capiscono . Il programma risulta un ottimo strumento per avviare proficui dibattiti e un vivace scambio di opinioni tra docenti, genitori, educatori. Un modo per porre un problema e provare a cercare soluzioni, magari insieme, scambiandosi esperienze personali e metodi già utilizzati per distogliere i bimbi dalla cattiva maestra catodica.

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