La Thailandia piange il suo re

Il sovrano Bhumibol Adulyadej è morto. Per giorni il suo popolo aveva pregato per la sua guarigione. Dal nostro corrispondente
Donne in preghiera per il re Bhumibol Adulyadej

Il re della Thailandia, Bhumibol Adulyadej, è morto oggi, accompagnato dalla preghiera del suo popolo. In un’epoca in cui la preghiera spesso viene derisa come cosa inutile e di altri tempi, la Thailandia e il suo bel popolo hanno dato una lezione, direi unica, al mondo intero. Nei giorni scorsi, il Paese – all’avanguardia in fatto di tecnologia, d’investimenti, con circa 27 milioni di turisti all’anno – ha saputo dare un esempio di coesione, di unità, unica la mondo, richiamando i propri cittadini con messaggi quasi quotidiani a pregare per il proprio re: «Non importa di quale religione tu sia, ma ti chiediamo di pregare per il nostro amato re».

 

Questo e altri sono i messaggi che arrivano a forma di “catena”, alcuni spontanei, altri inviati da associazioni di cittadini oppure da veri e propri comitati di propaganda; te li vedi arrivare sui cellulari, su Facebook, Twitter, ecc. Sono milioni i cittadini che hanno sentito di rispondere positivamente a questi inviti e che si stanno recando nei templi buddhisti, chiese, moschee e tanti altri luoghi di culto per pregare; per offrire incenso, fiori, per invocare il ritorno della salute al vecchio re Bhumibol Adulyadej che il 5 dicembreavrebbe compiuto 89 anni. È il re che ha regnato più a lungo in assoluto: un primato invidiato da tanti “colleghi” sparsi in tutto il mondo: ormai è dal 1946, ben 70 anni!

 

Cerimonie, marce, veglie si stanno susseguendo giorno dopo giorno davanti all’ospedale che da alcuni anni accoglie il re e la regina, il Siriraj Hospital, sulle rive del fiume Chao Phraya a Bangkok. Giorni fa il primo ministro, generale Prayut Chan-o-Cha ha aperto ufficialmente “il libro” che raccoglie le firme e gli auguri di tutti coloro che si recheranno all’ospedale per far visita al re; un ampio salone accoglie gli innumerevoli gruppi che arrivano da tutto il Paese, dove è stata sistemata una grande immagine del monarca Bhumibol con un altare stile thai: tanto amore e riconoscenza per questo monarca, che come è già stato scritto da questo giornale, ha dato la vita per l’unità del Paese, con più di 3 mila progetti in favore dei poveri, dell’ambiente, di scuole per i bambini poveri o disabili. Possiamo ricordare i progetti a favore dei Karen, nella zona di Mae Sot, con la messa a disposizione dell’ampio terreno dove ancora oggi sorge il campo profughi di Mae La; oppure i progetti per le minoranze etniche nella zona di Chonthong, a Chiangmai. Potrei continuare a lungo…

 

Insomma, un uomo che ha generato tanta bontà nel sentire comune thailandese, nella cultura, nel modo di pensare, di agire, di fare business, di vivere. È impossibile riuscire a capire il popolo Thai e coglierne la sua essenza, senza questi 3 riferimenti: il re, con i suoi detti, i suoi scritti, che sono arrivati ogni mattina in questi 70 anni di regno, attraverso le antenne delle radio in ogni casa della Thailandia, poi recentemente attraverso la televisione e Internet; il Buddhismo theravada, con la sua accoglienza, ascesi e moderazione; e per ultimo la ricca storia e cultura del popolo thai, costellata sì da imprese storiche che hanno protetto e salvaguardato il popolo e la nazione, ma anche dall’uso di intelligenza e diplomazia, oltre che coraggio, forza e spirito di sacrificio.

 

Sarà un grande, immenso dolore per la maggioranza dei thai non avere più la sua figura sempre presente nelle occasioni importanti, quelle che contano per tutta la nazione; il re Bhumibol Adulyadej è stato un punto di riferimento, un baluardo di certezza: non puoi essere thai e non amare questo re; non puoi nemmeno aver vissuto in Thailandia per un po’ e non amarlo. Anche noi di Citta Nuova ci uniamo alla preghiera e vogliamo assisterlo, in questo periodo, col nostro ricordo e la nostra vicinanza. E vogliamo dirgli un altro grande grazie, per tutto quanto ha saputo dare al suo popolo e chi, come chi scrive, ha vissuto nel suo regno. La sua eredità è immensa e continuerà ad essere il principale elemento di coesione del Paese, anche se molte nuvole nere s’intravedono all’orizzonte.

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