La storia di Federico

38 anni, cieco, è al ballottaggio come sindaco della città di Cuneo
Federico Borgna

La storia di Federico Borgna, 38 anni di Cuneo, è la storia di uno che ce l’ha fatta. Comunque vada la sfida al ballottaggio di domenica e lunedì per diventare sindaco della città di Cuneo, Federico ha vinto la sua battaglia, contro i pregiudizi e contro l’ipocrisia.
 
Federico Borgna ha vinto il primo turno delle amministrative di Cuneo con il 36,66 per cento dei consensi, con una coalizione in continuità con l’amministrazione precedente di centrosinistra con l’aggiunta dell’Udc. Il ballottaggio a Cuneo sarà tutto interno al centrosinistra tra Borgna, appunto, e Gigi Garelli, fermo al 30 per cento, candidato della sinistra e del Pd, che però si è spaccato con l’area cattolica degli “ex Margherita” che hanno creato una lista, Democratici per Cuneo, e hanno corso per Borgna.
 
La vittoria di Federico però è contro il pregiudizio: è cieco, lui preferisce dire così. Lo preferisce al politically correct “non vedente”. È diventato cieco da grande, la sua è una malattia che gli ha fatto peggiorare la vista man mano che è andato avanti. È stato all’università che l’ha persa completamente. Ma non si è fermato, si è laureato, ha aperto uno studio da consulente finanziario, e si è interessato sempre di più di politica.
 
Consulente finanziario, è stato assessore al bilancio, patrimonio e politiche sociali in un comune vicino a Cuneo e consigliere della Comunità montana. Candidato alle elezioni regionali del 2010 nella lista Insieme per Bresso è stato il più votato della lista, e per il gioco degli scarti ha dovuto lasciare il suo posto in Consiglio regionale alla candidata presidente. Consigliere provinciale, poi consigliere regionale e attualmente presidente regionale e consigliere nazionale dell’Unione Italiana dei ciechi e degli ipovedenti onlus, nonché vicepresidente provinciale della Federazione delle associazioni nazionali disabili. Da sempre fa politica ed è per questo che è stato scelto dalla compagine del sindaco uscente Alberto Valmaggia (che non può più ricandidarsi dopo due mandati) per proseguire un progetto di città attenta al lavoro, all’ambiente, al mondo del sociale e degli ultimi.
 
Federico ha vinto perché ha risposto con parole e fatti ai tanti che in città, in questi due mesi di campagna elettorale, si sono chiesti come potrebbe un cieco fare il sindaco di Cuneo. Federico ha incontrato tanti e con la sua calma, che non ha nulla a che fare con la rassegnazione, ha spiegato a tutti che «fare il sindaco non è questione di diottrie». Federico è la dimostrazione vivente che non è reale l’equazione disabilità-incapacità.
 
«Un sindaco deve saper ascoltare: è solo con l’ascolto e il confronto che si possono conoscere i bisogni delle persone – spiega Federico Borgna –. Un sindaco deve capire: conoscere è il presupposto per capire, e capire è un bisogno, piuttosto che una situazione, e presuppone la capacità di porsi dinanzi al proprio interlocutore senza barriere o senza steccati ideologici. Un sindaco deve saper decidere. In questi tre momenti, che sono quelli che determinano la possibilità di essere o meno un buon sindaco, la vista non c’entra. La vista è uno strumento, nulla di più. Uno strumento importante, che serve per acquisire informazioni, ma non è l’unico».
 
È Federico che ha voluto impostare la campagna elettorale proprio giocando con i luoghi comuni sulla sua disabilità: «Cuneo che guarda al futuro», «Cuneo nuova in tutti i sensi». «Non vedo… e allora? Dove sta il problema? – conclude Borgna –.  Non vedo, non vuol dire che non capisco e non vuol dire che non posso leggere o scrivere: esistono strumenti tecnologici che permettono a chi non vede di fare appieno qualsiasi cosa. Li uso quotidianamente per svolgere il mio lavoro, sono miei e li porterò con me nella mia attività di sindaco, senza far spendere un euro al comune. Come posso amministrare Cuneo senza usare la vista? Semplice: usando gli stessi accorgimenti e gli stessi strumenti che adopero abitualmente per svolgere la mia attività di consulente finanziario, libero professionista. Quegli stessi strumenti che mi hanno permesso di studiare, di svolgere l’attività di assessore, di fare il presidente regionale e il consigliere nazionale dell’Unione ciechi, di essere un buon amico di tante persone normalissime, dove per normalissime intendo la loro appartenenza al genere umano, al di là del lavoro o del ruolo che svolgono nella vita».

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