La stanza degli abbracci

Una tenda trasparente, da una parte i familiari, dall’altra un genitore o un nonno, così nelle Rsa sono nate le stanze degli abbracci, un luogo sicuro per tornare a guardarci negli occhi e abbracciare di nuovo i nostri cari
Foto Filippo Ciappi/LaPresse

L’idea è venuta alla direttrice della Domenico Sartor, una Rsa di Castelfranco Veneto, nel Trevigiano. Dopo mesi di isolamento, dove gli anziani ospitati non hanno più potuto incontrare i propri cari a causa dell’emergenza Covid-19, gli operatori hanno trovato una soluzione per far uscire dalla solitudine gli ospiti e dare l’opportunità alle famiglie di riunirsi in sicurezza. È nata così la prima stanza degli abbracci, un luogo sicuro dove poter accarezzare di nuovo un genitore, un nipote, un marito o una moglie. Attraverso un divisorio di plastica trasparente, dotato di specifici guanti fissi, le famiglie tornano ad incontrarsi, a scambiarsi una carezza o a tenersi le mani, a guardarsi negli occhi come non succedeva da tanto tempo e senza alcun pericolo.

Per chi entra le regole da seguire sono severe, gli spazi sono divisi da barriere in vetro per garantire privacy e sicurezza, con continuo ricambio d’aria e igienizzazione degli ambienti. L’utilizzo di un materiale plastico morbido permette ad anziani e familiari di abbracciarsi e tenersi stretti senza la paura del contagio, inoltre viene messo a disposizione un dispositivo audio dotato di cuffie, così da poter comunicare in sicurezza. Emozioni forti, amplificate ancor di più da questo tempo che ci costringe a stare lontani e la mancanza ci ricorda l’importanza e il calore di una carezza.

Foto Filippo Ciappi/LaPresse

Un abbraccio che fa bene al cuore, soprattutto degli anziani, che da mesi soffrono di solitudine, un’iniziativa che porta speranza perché l’amore dei familiari rimane ancora la medicina più importante. Un’iniziativa di successo seguita anche da altre strutture in tutta Italia. Ad Ivrea, i pazienti ospiti della residenza Anna Maria, possono riabbracciare i propri cari grazie a una stanza gonfiabile, come anche gli ospiti della Rsa Sacro Cuore di Brugnato, in provincia di La Spezia, dove una struttura gonfiabile permette di colmare quel bisogno di affetto sacrificato dalla pandemia. L’intuizione è di una famiglia di imprenditori di Sesto San Giovanni, che ha convertito la produzione dell’azienda di famiglia da gonfiabili a stanze degli abbracci.

Così, anche nell’ultima circolare del Ministero della Salute, si sollecitano soluzioni tipo sala degli abbracci: «L’isolamento sociale e la solitudine – come si legge nel documento –  rappresentano motivo di sofferenza e importanti fattori di rischio nella popolazione anziana», per questo vanno assicurate le visite dei parenti e dei volontari, perché un impoverimento delle relazioni socio affettive, soprattutto in una popolazione fragile, può aumentare anche il rischio di peggioramento di altre patologie. Nelle stanze degli abbracci medicina e affetto si fondono, le mani si prendono e fanno fatica a staccarsi e finalmente tornano il calore e l’intimità, perché l’amore è una cura a cui non si può rinunciare.

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