La speranza che nasce dal presepe

Quando l'arte si coniuga alla fede, si producono opere capaci di emozionare. L'esperienza della famiglia Gualtieri di Cesena.

Il Natale è una festa di famiglia. Ci si riunisce attorno al presepe e, guardando Gesù Bambino, si imparano l’amore, la condivisione, il senso vero della festa. A raccontare la nascita del Salvatore, che ogni anno si incarna nelle situazioni quotidiane della vita, è la famiglia Gualtieri che, a Cesena, realizza spettacolari presepi meccanici e, attraverso l’arte, riesce a comunicare il messaggio di fede e speranza del Natale. A dare avvio all’Associazione culturale presepi famiglia Gualtieri è stato Quarto Gualtieri, il capo famiglia, che con pazienza e dedizione, a poco a poco ha realizzato il suo sogno di annunciare la nascita di Gesù attraverso la costruzione di presepi ogni anno più grandi ed elaborati.

La famiglia lavora insieme: la mamma Giuseppina, i due fratelli Marco e Caterina, e Massimo Bezzi. «Ci piace lavorare insieme – racconta Marco Gualtieri -, c’è molta complicità fra di noi e ci capiamo al primo sguardo. Ognuno ha un ruolo ed ognuno aiuta l’altro, quindi ci completiamo a vicenda e nessuno si sente superiore. Il nostro segreto, forse, è tutto qui: siamo una famiglia! Al bisogno, naturalmente, possiamo contare sull’aiuto preziosissimo degli altri componenti della famiglia».

I Gualtieri sono presenti, per la terza volta, alla storica mostra dei 100 Presepi, quest’anno realizzata in Vaticano. «Per noi è un onore e una gioia immensa partecipare a questa mostra e in parte si avvera il sogno che da sempre custodiamo gelosamente: costruire un presepe per il Santo Padre. La Natività che abbiamo portato quest’anno in Vaticano è un’opera molto importante per noi, poiché è stata costruita da nostro padre, oggi nella Gerusalemme celeste, ed ha richiesto moltissimo tempo per la sua costruzione. Lo scorso Natale era collocata nel nostro presepe meccanico di 100 metri quadrati allestito a Cesena, nella galleria d’arte Pescheria, e ha commosso tutta la città. Speriamo possa portare pace e speranza anche nel cuore di chi la vedrà a Roma».

Ogni anno la famiglia Gualtieri allestisce tre grandi presepi meccanici e ogni anno l’allestimento viene completamente rinnovato: si inizia a marzo con l’ideazione del tema conduttore, che contiene il messaggio che si vuole comunicare e, in base a questo si progettano, poi, l’allestimento e i personaggi, alti circa un metro e mezzo, vestiti con veri vestiti, in miniatura.

Il presepe non è solo arte, cultura ma anche espressione della fede: «Per noi la fede è imprescindibile per fare presepi – sottolinea Marco Gualtieri -. Un presepe può essere artistico, bello, bellissimo, ma solo quando c’è la fede trasmette un’emozione. Proprio perché per noi il presepe è fede, da sempre lavoriamo seguendo tre principi guida, trasmessici da nostro padre: passione, delicatezza e amore. La passione è quella spinta che ti permette di non fermarti mai, di essere instancabile, di fare una cosa e già pensarne altre cento per il futuro. Nel presepe è basilare la delicatezza nei confronti dei temi tanto alti che si vanno a toccare. Con la consapevolezza della nostra piccolezza occorre meditare bene su quello che si fa, dedicarvi tempo e pazienza. Poi l’amore. Amore per quello che si fa, per il piacere che ti da il farlo. Amore per tutti coloro che da tantissimi anni seguono il nostro lavoro con fedeltà commovente e che ci trasmettono il loro affetto in infiniti modi. Davvero l’amore muove l’universo e, nel nostro piccolo, i nostri gesti».

Il presepe è un annuncio di speranza che la famiglia Gualtieri vuole comunicare a tutti attraverso la sua arte: «Il Natale – affermano – è la festa della speranza, perché ci dimostra che nulla è perduto, che si può rinascere ogni giorno. Gesù, Luce del mondo, si infiltra in ogni screpolatura del nostro essere per starci vicino e farci sentire amati, unici al mondo. Un Dio che sceglie di rivelarsi in un Bambino bisognoso di tutto è un Dio di tenerezza che chiede soltanto di essere amato e di avere fiducia in Lui… ed è meraviglioso. Questa per noi è la speranza del Natale».

Natale vuol dire anche accoglienza, generosità, gratuità nel donarsi agli altri. Così, Marco Gualtieri condivide il ricordo del padre Quarto che, in tutta la sua vita, ha incarnato questi valori: «Nostro padre era un uomo che si batteva per quello in cui credeva e che si sacrificava per difendere quello che amava. Non si spendeva in tante parole, ma su di lui si poteva contare, si poteva essere sicuri della sua presenza e della sua lealtà. È sempre stato generoso con tutti: per chiunque capitasse a casa nostra all’ora di cena aggiungeva un posto a tavola e, se ce ne era bisogno, un posto letto. Non mandava mai via nessuno, non faceva mai sentire di troppo nessuno. Anche se di soldi non ce n’erano troppi, la nostra è una famiglia numerosa, le spese del presepe se le “cavava” di tasca e tutte le offerte che raccoglieva le mandava in Africa in beneficenza. Era orgoglioso di noi quando ci guardava lavorare al presepe ed era felice di come allestivamo tutte le sue cose».

 

 

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