La solidarietà giovane offre speranza

A Genova tra crisi della Fincantieri e alluvioni sono i giovani ad aver dato il senso della gratuità e della solidarietà che il Natale ci invita a festeggiare
Studenti che spalano il fango a Genova

Se passi tra i carruggi del centro storico, non puoi non fermarti davanti alle sue vetrine. Tutti la conoscono: è la Butteghetta magica, in via della Maddalena. Lì trovi solo statue e presepi, di ogni materiale e di ogni tipo. La Butteghetta è il negozio per eccellenza per chi vuole fare il presepe, per chi vuole visitare una vetrina ricca di statue di ogni tipo, con personaggi e figure originali. Qui i bimbi restano rapiti e stupiti: basta un’occhiata alle vetrine piene zeppe di statuine.

 Il Natale a Genova è anche questo, per dimenticare – almeno per un giorno – la crisi. Lo spettro della Fincantieri, l’angoscia degli alluvionati. I tanti drammi e le crisi personali. “Troppe paure circolano oggi, paure che vogliono divorare la speranza: la paura della vita nelle sue durezze, nelle prove che non mancano mai e che oggi sono particolarmente stringenti. Ma – ha detto il card. Bagnasco – è anche vero che se cediamo alla paura entriamo nella sfiducia, e questa diventa scoraggiamento: tutto si paralizza allora, anche le risorse d’ intelligenza e di cuore, di solidarietà e di coraggio che ci sono. E quando crediamo che Lui è con noi, allora ci guardiamo gli uni gli altri in modo fraterno, mettiamo insieme fantasia e forze, si crea una corrente nuova e corroborante per affrontare le cose e superarle nel modo migliore possibile”.

E anche qui vanno ricordati i giovani, sono loro che in questo Natale esprimono la solidarietà, la condivisione. Maestri di piccoli gesti sono arrivati nella Liguria alluvionata, da ogni angolo della penisola, a spalare, portare conforto. La gente li ricorda, li ha visti spalare, darsi da fare, incoraggiare durante quei giorni tristi del fango a  Genova come alle cinque Terre, a Borghetto Vara e nei vari paesini dove la via principale si era trasformata in un torrente in piena. “Come ringraziarvi per ciò che avete fatto, avete dimostrato a tutti la vostra forza, la volontà, l’amore per questa città”. Davide ci racconta che non voleva stare con le mani in mano, con un sms raggiunge altri compagni di scuola, tutti con meno di diciott’anni e in poco tempo mette  su la squadra. "Siamo andati in una delle zone più colpite ed è stato fantastico, c’erano tanti ragazzi che hanno aiutato e in un giorno abbiamo rimesso a posto una via”. E’ la voce della solidarietà. Una delle istantanee più belle di quel fine settimana nella Genova violentata e sommersa dai detriti, dal fango, dall’acqua.

Ma altre istantanee ci riportano ancora ai giovani che qualcuno ha chiamato “angeli”. Ricordiamo quel cartello attaccato con nastro adesivo sul portone di un condominio infangato: “Ai nostri Angeli. Il fango sui vostri vestiti, sui vostri visi, sulle mani vi ha reso bellissimi. Come ringraziarvi per ciò che avete fatto, avete dimostrato a tutti la vostra forza, la volontà, l’amore per questa città. E’ emozionante, toccante vedervi al lavoro, aiutare chi è nel bisogno senza nulla chiedere, con il sorriso sulle labbra. Ai nostri giovani un grazie di cuore. E la speranza che ciò che è accaduto non succeda mai più”. E di angeli se ne sono visti tantissimi, come Davide, c’erano i giovani senegalesi che hanno aiutano a spalare il fango da via Cesarea, i  ragazzi con la cresta punk e gli anelli al naso  con  pale e badile che spalavano negli androni dei condomini.   E come non dimenticare i ragazzi, gli “angeli” con le magliette del Nautico San Giorgio. O quelli che a Passo Ponte Carrega che messi da parte  zaini e  cartelle si sono messi anche loro a spalare, e poi ancora gli studenti del Cassini, del Gaslini, del Deledda.

Giovani. Giovani: È da loro che vengono le idee, le proposte, le intuizioni migliori. E a chi mi dice che sono incostanti e mutevoli rispondo che questo è tipico di ogni liquido. E però aggiungo che i liquidi hanno una proprietà magica: non li puoi comprimere. La pressione che esercitano è enorme, spostano montagne. Sono giovani e ti fanno pressione inventandone sempre una in più. Chi li ascolta è fortunato: cammina sull’acqua.  “Ragazzi fantastici che ci hanno dato unamano. Giovani che giravano offrendosi di aiutarci".

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