La situazione dell’Etna oggi

L’Etna, il maestoso vulcano siciliano, continua a dominare il paesaggio col suo fascino e la sua vivace imponenza. Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, il tremore del vulcano, monitorato costantemente, ha raggiuto, è vero, livelli elevati, ma sembrano essere ora in calo. Abbiamo intervistato per maggiori informazioni il dott. Fabio Tortorici, facente parte del Consiglio Nazionale dei Geologi.

Attualmente l’Etna è in eruzione. La situazione come viene monitorata?
L’Etna, il vulcano più grande d’Europa è tra i più monitorati del nostro pianeta, ogni suo battito viene registrato con sistemi all’avanguardia. L’istituto Nazionale di Vulcanologia con le sue stazioni sismiche acquisisce h24 un quadro completo di tutto ciò che accade; infatti, dispone di una rete sismica permanente con ben 30 stazioni, ed una rete sismica mobile da utilizzare nei casi di emergenze sia sismiche che vulcaniche. Ma non è tutto, con personale e strumentazioni all’avanguardia, gestisce il monitoraggio dei segnali magnetici, indici di risalita e accumulo di magma, un monitoraggio clino-metrico con dispositivi capaci di valutare le variazioni di inclinazione e le deformazioni della topografia vulcanica, così come attraverso 17 stazioni ed 80 capisaldi, svolge un monitoraggio con i gravimetri, studiando le variazioni di densità e la migrazione dei fluidi magmatici.
Attraverso ben 100 capisaldi, vengono misurate le deformazioni del suolo etneo, mentre attraverso una rete sismica infrasonica (con ben 9 stazioni), si rilevano tutti quei fenomeni che emettono onde acustiche. Ultimo, ma non per importanza, è il monitoraggio satellitare che attraverso l’analisi di immagini multispettrali, svolge un controllo dell’attività termica vulcanica. La raccolta di tutti questi dati fa sì che ogni minima variazione rispetto agli standard, venga messa a disposizione degli studiosi per sorvegliare l’Etna. Infatti, il parossismo del 2 giugno era stato preannunciato dal sistema di allerta precoce (early warning) dell’INGV Osservatorio Etneo.
Quali sono state le cause delle variazioni nell’intensità dell’eruzione del vulcano?
L’Etna è un vulcano attivo e, come tale, il magma all’interno dell’edificio non è statico ma in movimento. In funzione di variazioni di pressione può manifestare i suoi fenomeni naturali.
Che tipo di allerta abbiamo?
Oggi lo stato di allerta legato alla eruzione del 2 giugno è terminata; infatti, dal punto di vista sismico il tremore è rientrato su valori normali. I livelli di allerta descrivono se il vulcano è in una condizione di equilibrio o disequilibrio. Sono stabiliti sulla base della combinazione di parametri di monitoraggio e sono rappresentati attraverso 4 colori (verde, giallo, arancione e rosso) indicando la possibile evoluzione dello stato di attività del vulcano.
L’eruzione del 2 giugno 2025 ha presentato alcune caratteristiche insolite rispetto agli eventi precedenti. Uno degli aspetti più significativi è stato il collasso parziale del fianco settentrionale del cratere di Sud-Est. Cosa ha comportato?
L’attività parossistica etnea del 2 giugno si è esplicata con una attività esplosiva dal cratere di Sud-Est e con la generazione di tre colate laviche principali ormai raffreddate. La curiosità dell’evento sta nel flusso piroclastico che ha superato i due chilometri di altezza, con il concorso della polvere generata da un collasso parziale del fianco settentrionale esterno del cratere di Sud-Est, evento questo che nei tempi si ripete, ma che temporalmente non è prevedibile. Possiamo, ugualmente, dire che l’evento non ha rappresentato nulla di eccezionale.
Niente rischi, dunque, per le comunità vicine?
Malgrado l’Etna sia definito un “vulcano buono”, è pur sempre un vulcano in attività, pertanto gli operatori della Protezione civile, le autorità locali e gli esperti dell’Ingv, sono sempre pronti ad attivare i protocolli di sicurezza ed a intervenire per la tutela del territorio e la salvaguardia della popolazione. Già nella notte tra l’1 e il 2 giugno, alcuni parametri del vulcano superavano i valori standard e le soglie di allerta, tanto che veniva impedito l’accesso ai turisti al di sopra dei 2500 metri di quota. Ciò malgrado, questi tipi di eventi non sono pericolosi per le comunità pedemontane etnee. Per le escursioni è, comunque, consigliato di ricorrere a guide autorizzate che conoscono il territorio e i pericoli connessi all’attività dell’Etna.
Le eruzioni dell’Etna e la qualità dell’aria: la cenere vulcanica può essere dannosa per la salute?
Sicuramente l’emissione di ceneri, bombe e lapilli, soprattutto in prossimità delle bocche eruttive, presenta un’elevata pericolosità. Quando i venti trasportano le frazioni più sottili verso le aree urbanizzate, creano disagi al traffico aereo e alla circolazione dei veicoli. Riguardo la salute, nel caso dell’Etna l’esposizione non è, però, prolungata, è abbastanza limitata nel tempo; quindi, può manifestarsi solo qualche moderato rischio con l’irritazione degli occhi e all’apparato respiratorio. Ad oggi, in ultima istanza, non pare che per l’area etnea ci sia una correlazione tra emissioni vulcaniche e danni polmonari. Però non va dimenticato il caso particolare di Biancavilla, anche se non è legato ad emissione di ceneri vulcaniche: la presenza di un minerale di amianto (fluoroedenite) su affioramenti lavici di Monte Calvario, utilizzati negli anni ’70-’80 negli intonaci delle abitazioni, ha provocato tra gli abitanti della cittadina gravi malattie polmonari e molti decessi per mesotelioma pleurico. Per ridurre i rischi basta, comunque, evitare di uscire di casa durante le fasi di emissione di ceneri e indossare dispositivi di autoprotezione, quali mascherine e occhiali antipolvere. Va da sé che al termine di un evento con dispersione di ceneri vulcaniche, è necessario provvedere alla rimozione dei materiali accumulati sulle strade e sui tetti delle abitazioni.
Nonostante i disagi, le ceneri vulcaniche hanno anche dei benefici: arricchiscono il suolo con minerali preziosi, favorendo la fertilità della terra?
In linea generale la cenere vulcanica è un prodotto naturale ricco di minerali ed elementi nutrienti (ferro, calcio, magnesio) che migliorano la qualità del suolo; quindi, può essere considerato un buon fertilizzante. Non va sottovalutato che la cenere vulcanica è utile anche nel campo edilizio; infatti, viene utilizzata come componente di malte, calcestruzzi, conferendo maggiore resistenza e durabilità alle strutture.
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