La Sicilia sotto il Ciclone Mediterraneo

Una “bomba metereologica” si è abbattuta in Sicilia, con ingenti danni a Catania. Abbiamo chiesto il parere di un esperto, il geologo & disaster manager, Carlo Cassaniti.
Foto Andrea Di Grazia/LaPresse

Un terribile ciclone, chiamato “Mediterraneosi è abbattuto, in questi giorni, in alcuni angoli del Sud Italia. Piogge torrenziali a carattere temporalesco, forti venti (tipici dell’area del bacino del Mediterraneo) hanno creato ingenti disagi in alcune città siciliane e dei morti.

L’ultima delle vittime è Claudio Paolo Grassidoro, 53 anni, originario di Pedara. Stava attraversando il centro del paese e un fiume d’acqua ha investito la sua auto che si è bloccata, mettendosi di traverso. L’uomo è riuscito ad uscire dall’abitacolo, ma scivolando è rimasto incastrato sotto l’auto. Aiutato dagli altri automobilisti a venir via, è spirato tra le braccia dei soccorritori.

L’eccezionale ondata di maltempo che ha colpito la Sicilia ionica, ieri ha infierito su Catania, dove le scuole e le attività commerciali (ad eccezione delle farmacie) sono state chiuse per ordinanza del Sindaco. La gente, invitata a restare a casa, ha ugualmente paura.

Un po’ meno chi vive in collina. Ci riferisce il musicista amico, professore Antonio Pulvirenti: «L’acqua scende verso la città, ed il terreno permeabile non la fa accumulare». Poiché si prevedono però altri giorni difficili (giovedì 28 e venerdì 29), quando il Ciclone pare raggiungerà la sua massima potenza, abbiamo chiesto parere ad un esperto, il geologo Carlo Cassaniti (CTS Autorità di Bacino della Regione Siciliana, Componente dell’Area tematica Grandi Rischi e Protezione Civile – Consiglio Nazionale dei Geologi).

L’entità del fenomeno verificatosi, soprattutto a Catania, era prevedibile in questa portata?
Secondo la meteorologia, scienza che studia i fenomeni fisici che avvengono nell’atmosfera terrestre e responsabili dei tempo atmosferico, in teoria la previsione del tempo viene considerata come un fatto deterministico, ovvero conoscendo lo stato attuale dell’atmosfera è possibile calcolare quello futuro, ma in pratica ciò non è possibile ed è quindi necessario interpretare le previsioni in senso probabilistico, capire cioè quale sembra essere l’evoluzione più probabile, che è poi quella che viene comunicata agli utenti. La Protezione civile ha comunicato un’allerta meteo rossa (la più severa) che, di fatto, rappresenta la possibilità che in determinate zone del territorio si possano verificare scenari di pericolosità estremi e pertanto l’impatto dei fenomeni atmosferici sul territorio può essere pesantemente negativo, come in effetti si è verificato in alcune zone del catanese e in centro città.

Perché a suo avviso è successo un simile disastro?
Se da un lato i cambiamenti climatici rappresentano ormai una certezza scientifica, le problematiche legate all’impatto che questi fenomeni estremi hanno sul territorio sono il vero tema sul quale possiamo e dobbiamo trovare delle soluzioni immediate. Ad una straordinaria risposta del sistema di Protezione civile, subito in campo già durante l’emergenza climatica, è purtroppo ancora evidente come sia molto scarsa l’attività di prevenzione ai rischi naturali. Si ripetono gli stessi danni nelle stesse aree, caratterizzate da un’elevata urbanizzazione e impermeabilizzazione dei corsi d’acqua. Se facciamo un focus sul centro storico di Catania, il problema del mancato completamento delle opere fognarie, capaci di intercettare tutte le acque provenienti dai paesi pedemontani e tramite il canale di gronda smaltirle a mare, rappresenta oggi la causa principale del disastro di ieri (peraltro già avvenuto in passato nel 2013). Il sistema viario costituisce infatti il recettore di un bacino pedemontano ormai molto esteso e fortemente urbanizzato, sottomesso nel tempo ad un processo esasperato e non controllato di cementificazione, con la conseguente impermeabilizzazione di vaste superfici di suolo. Quando l’uomo capirà di avere osato troppo, inizierà l’unica transizione possibile: la decostruzione.

Cosa si prevede accadrà nei prossimi giorni?
La comunità scientifica sta studiando l’evoluzione della perturbazione presente nel Mediterraneo e al momento non esclude la formazione di cicloni simil-tropicali (medicane) che, oltre al rischio indotto dalle intense precipitazioni, portano con sé anche quello associato al vento di tempesta, nei giorni scorsi assente. È pertanto importantissimo seguire le indicazioni e gli avvisi che la Protezione civile emanerà nelle prossime ore.

Ha un consiglio da dare?
Non è un consiglio bensì una raccomandazione. Seguire tutte le procedure previste dal piano di emergenza comunale, soprattutto nei comportamenti da attuare in funzione degli scenari di rischio che potranno ripresentarsi in città nei prossimi giorni. L’autoprotezione di ogni singolo cittadino è alla base di un buon sistema di protezione civile. Alle autorità cittadine chiedo con forza di potenziare l’informazione sulle modalità di avviso e allarme previsti dai piani, sui percorsi d’evacuazione e sulle aree sicure dove le persone possono trovare riparo e assistenza.

 

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