La Sicilia celebra la sua bellezza

I tesori di alcune città come Palermo, Catania e Ragusa, aperti al pubblico in occasione del Festival “Le vie dei tesori”

Peppino Impastato in un dialogo col fratello (e amico) Salvo diceva: «E allora forse più che la politica, la lotta di classe, la coscienza e tutte ‘ste fesserie… bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza. Insegnargli a riconoscerla. A difenderla. Capisci?». Salvo (perplesso) chiedeva: «La bellezza?». E Peppino rispondeva: «Sì, la bellezza. È importante la bellezza. Da quella scende giù tutto il resto». La Sicilia è ricolma di cultura, di arte, di solidarietà, di sapori, di paesaggi, ogni angolo è ricolmo di tesori meravigliosi. Ed è per questo che un gruppo di giornalisti, di operatori culturali capitanati da Laura Anello, ha realizzato il Festival “Le vie dei tesori” per valorizzare la bellezza in ogni sua forma.

Il claim di quest’anno recita “Scopri la bellezza che ti appartiene, accarezzala, tienila cara perché è fragile e va salvaguardata”. Per cinque weekend, da venerdì 4 ottobre al 3 novembre, Palermo apre 163 luoghi d’arte, cultura e solidarietà, molti dei quali inediti: chiese, oratori, ville antiche, cunicoli e cripte, torri, finanche le Missioni di accoglienza di Fratel Biagio Conte. Poi 100 passeggiate d’autore, guidate da botanici, urbanisti ed esperti e il Festival Kids tutto dedicato alle scuole.

Quest’anno per la prima volta ci saranno anche “I viaggi dei tesori”, tour organizzati nei luoghi del Festival, per una manifestazione che diventa sempre più una straordinaria occasione di riappropriazione delle città da parte di chi ci vive, oltre che una grande occasione per i turisti. Per il secondo anno Catania apre 50 luoghi, con siti suggestivi come i percorsi segreti delle monache e la visita guidata all’antico Erbario. Per le prime tre settimane di ottobre hanno aperto al pubblico i loro tesori anche Ragusa, Modica e Scicli. Oltre 30 comuni siciliani hanno chiesto di aderire alla manifestazione, attraverso le proprie amministrazioni, le pro loco, le associazioni.

scultura-la-pietra-scartata-della-missione-di-biagio-conteUn festival che a Palermo l’anno scorso ha registrato 265 mila presenze, nei 5 weekend, a cui si sono aggiunti i partecipanti alle passeggiate, ai laboratori, agli spettacoli; che sommati alle oltre 16 mila presenze a Catania e alle quasi 71 mila nelle altre otto città siciliane, portarono la scorsa edizione a superare le 380 mila presenze. Con un indotto turistico sulla sola Palermo, di oltre tre milioni e mezzo di euro. Altro dato importante che il 95% del pubblico è rimasto soddisfatto delle visite.

Palermo, città dove nasce questa magnifica intuizione di mettere in mostra i tesori, continua ad aprire e a scoprire i luoghi dell’impegno sociale: le due sedi fatte nascere per accogliere i poveri dal missionario laico Fratel Biagio Conte, dove si rinasce con l’arte, il recupero di strutture abbandonate, i laboratori e le fattorie sociali. In quegli spazi si potrà ammirare un seicentesco convento francescano del tutto sconosciuto, dove è stato aperto un bistrot da “Cotti in fragranzala cooperativa sociale nata al Malaspina (Istituto penale per minorenni). Si potrà accedere alle Antiche Fornaci Maiorana, dove i carusi spaccavano a colpi di piccone la calcarenite da cui si ricava la calce, e visitare il tesoro libraio dei Gesuiti nella biblioteca Bombace (e un rifugio antiaereo).

Ancora, si potrà scoprire la Palermo di disegno fascista nella Casa del Mutilato o nell’inedito Provveditorato delle Opere Pubbliche, nonché molte chiese, tra cui san Giovanni Decollato con trame medievali, san Giovanni dei Lebbrosi, dove si trovano tracce dei cavalieri teutonici, e la chiesa evangelica Valdese di stile neogotico. È possibile visitare anche un “Itinerario contemporaneo”, con studi d’artista, e compiere le “Dodici Esperienze”, difficili da dimenticare, come il giro in volo in Piper su Palermo oppure in parapendio, con l’aiuto di un istruttore, partendo e atterrando dalla spiaggia di Mondello.

Si potrà anche visitare in notturna l’Orto Botanico, si potranno varcare i cancelli del carcere dell’Ucciardone o visitare Danissini, dove un’intera comunità si è messa in gioco per recuperare il quartiere dimenticato. Con “Voci della Memoria”, si propongono invece le visite teatralizzate. Verità e finzione si mescolano in un percorso che va dal ‘600 all’’800. Sette storie raccontate da altrettanti personaggi, che appariranno in chiese, palazzi, ville, come creature risvegliate dal passato, con brevi monologhi in lingua siciliana. Frutto di una puntigliosa ricerca fra le pagine degli annali della città.

In programma ci sono anche “I capolavori perduti e loook up”: opere d’arte rovinate o scomparse, che rinascono con tecnologie digitali, e le “Degustazioni e cene gioello”, perché la cultura non è solo l’arte in senso stretto, ma è legata ai cinque sensi, che comprendono anche olfatto e gusto. Ecco dunque degustazioni di vino, di cocktail, di prodotti siciliani, aperitivi e della birra dei monaci, con la musica di chitarra, flauti, viole etanghi. Per informazioni, www.leviedeitesori.it.

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