La sensazione deprimente della quotidianità della corruzione

Sconfortanti parole del procuratore capo di Roma Pignatone: il problema è presente nell’intera società, come testimonia il caso di Sanremo
Biennale Corruzione © Michele Zanzucchi 2015

Anas e Sanremo sono i due casi dell’ordinaria corruzione cui purtroppo ci stiamo abituando. Nella cittadina ligure un impiegato comunale su due barava sulle presenze, dichiarando il falso e facendo i fatti suoi col denaro pubblico. Inquietante, uno su due! Cioè un sistema corruttivo che aveva permeato a fondo il tessuto sociale e civile della società sanremese.

 

Caso Anas: arrestati dieci personaggi, uomini e donne, che lucravano “ciliegie” belle mature sugli appalti della SpA delle nostre strade (scommetto che l’arrivo di Graziano Delrio al ministero delle Infrastrutture sta rendendo possibile la scoperta di queste corruzioni). In carcere anche un ex-sottosegretario Pd, Meduri, ennesima conferma che la corruzione, come le mafie, non guardano il colore politico. Agghiaccianti le parole del procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone (che, lo ripeto, sarebbe il sindaco giusto per la capitale): «Leggendo le carte dell’inchiesta c’è la sensazione deprimente della quotidianità della corruzione».

 

Crescita del 181 per cento delle indagini di corruzione in Italia; casi comprovati in aumento del 34,8 per cento; +262 per cento a Roma… La situazione è ormai a livello di allerta. Corruttibili siamo tutti, ma il grave è che sempre più gente cede alla tentazione, quasi che l’onestà non fosse più una virtù ma un vizio. Gesù Cristo ha chiesto di pregare il Padre per il pane quotidiano, ma si può anche pregarlo di liberarci dalla corruzione quotidiana.

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