La scherma azzurra domina in Europa

Sono ben 10 i posti sul podio totalizzati dai nostri connazionali, che piazzano l’Italia prima nel medagliere davanti alla Francia
Scherma
(Foto: Pexels)

Dalla doppietta… al poker

No, non è una partita a carte, ma “solo” quello che ci hanno regalato i nostri ragazzi della scherma azzurra nel giro di poche ore alla prima giornata dei Campionati europei a Plovdiv, in Bulgaria.

Sono gli uomini ad aprire le danze con una doppietta che fa subito sognare. Oro e argento rispettivamente per Davide Di Veroli e Federico Vismara nella spada maschile. Davide Di Veroli, a 21 anni, si laurea campione europeo e conferma di esser ormai un fenomeno assoluto anche a livello senior, dopo aver vinto tutto a livello giovanile. Ma se Davide è da sempre un predestinato, lo stesso non vale per Federico; che, un passo alla volta, si sta affermando come grandissimo spadista. Non a caso ci ha regalato una bellissima finale tutta azzurra e di altissimo livello, in cui si è dovuta attendere l’ultima stoccata per decretare il vincitore. Finisce, infatti, 15-14 un confronto che non poteva che riportare in Italia un oro che, nella spada maschile, mancava ormai da 42 anni. Era infatti il lontano 1981 quando la nazionale italiana conquistava il suo ultimo oro nella spada maschile individuale agli Europei di Foggia per mano di Angelo Mazzoni.

Ma non c’è due senza tre, o meglio, senza quattro per le magnifiche fiorettiste azzurre; che, in una sola gara, si prendono letteralmente tutto. È infatti un en plein quello delle donne nel fioretto individuale che porta ad un risultato storico: il poker di medaglie, mai raggiunto prima, dal fioretto italiano.
Arrivano, infatti, un oro a Martina Batini al primo grande trionfo internazionale individuale; un argento ad un’eroica Martina Favaretto che, dopo aver combattuto per tutto il giorno con un dolore alla coscia, è costretta al ritiro in finale contro la connazionale e due bronzi ad Alice Volpi e Francesca Palumbo. Quattro medaglie in un solo podio da quattro fantastiche atlete per ricordare la qualità della scuola italiana, che è da sempre (e, si spera, per sempre) la numero uno del mondo.

 

Il cerchio si chiude

Si chiude quindi con sei medaglie (su otto disponibili) in due gare la prima giornata di Europei. Difficile fare di meglio, difficile anche ripetere un’impresa simile, ma non ci basta.
Nella seconda giornata, ad arricchire il medagliere azzurro ci pensa la spada femminile. È firmata dalla spadista Mara Navarria la settima medaglia italiana. La campionessa del mondo 2018 si rende protagonista di un torneo straordinario che l’ha vista dominare in ogni fase per arrendersi, solo nell’ultimo atto, alla francese Louis Marie e portare a casa uno splendido argento che, in una giornata un po’così e così per il team italiano, luccica come l’oro.

Dopo l’apoteosi della prima giornata e la medaglia arrivata puntuale da una delle quattro spadiste, delude un po’ la sciabola maschile con nessuno degli azzurri capace di arrivare nemmeno ai quarti. Seconda giornata che lascia un po’ l’amaro in bocca, quella di sabato, per gli azzurri. Ma si può sempre recuperare, e i nostri azzurri lo fanno alla grande in un’ottima terza ed ultima giornata di gare individuali.

Arrivano, infatti, tre medaglie ad assicurare il primo posto nel medagliere all’Italia.
La sciabola si rifà con le donne e, in particolare, con il bronzo di Martina Criscio fermatasi in semifinale contro la francese Sara Balzer, poi battuta in finale dalla connazionale Manon Apithy-Brunet.

Altro bronzo arriva anche dal fioretto maschile con Guillaume Bianchi che si arrende per solo 15-13 al connazionale Macchi che chiuderà il torneo con un magnifico oro.
È del fiorettista Filippo Macchi, infatti, la medaglia che luccica di più nell’ultima giornata. Dopo aver battuto il compagno in semifinale, il 21enne poliziotto pisano batte per 15-14 il francese Enzo Lefort. Un’autentica impresa se pensiamo che è riuscito a ribaltare la situazione da un 11-14 per il francese piazzando 4 stoccate consecutive e conquistando così il titolo di campione d’Europa. Il cerchio si chiude, quindi, come si era aperto, con l’inno di Mameli e la supremazia della scherma italiana che ricorda a tutti chi è che comanda questo sport e ci fa sognare in vista dei Giochi Olimpici di Parigi 2024.

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