La scelta di fare impresa

Quando il valore della persona va oltre quello del ricavo giornaliero. La rivoluzione culturale di Nicola Pagliarulo

Nicola Pagliarulo ha 52 anni, è sposato e padre di 4 figli, si presenta così, con il suo essere uomo prima di tutto. Lo incontro a Castel Gandolfo durante un congresso internazionale del Movimento dei Focolari, dove è stato invitato a fare un intervento sull’Economia di Comunione che definisce una “rivoluzione copernicana”. In particolare, si sofferma su quanto ha detto papa Francesco nell’incontro di febbraio con oltre 1200 persone che aderiscono all’Economia di Comunione: «C’ero anch’io, ero molto emozionato. Secondo Francesco, non importa se siamo ancora pochi, perché basta poco lievito per far crescere tutta la pasta. Ha detto che dobbiamo aprirci a tutti, perché il lievito ammuffisce se non si condivide. Ha detto le stesse cose che diciamo noi, con semplicità e autorità».

Nicola Pagliarulo

Nicola è un ingegnere informatico e fa parte del Consiglio direttivo di Aipec (Associazione italiana imprenditori per un’Economia di Comunione), da circa due anni ha creato un’impresa di informatica ispirata ai principi dell’Economia di Comunione, la Share-Ing Srl, gli chiedo di raccontarci la ragione della sua scelta.

«Ho inizialmente conosciuto e approfondito l’Economia di Comunione con libri, convegni, congressi, convincendomi della bontà e della bellezza del modello economico proposto. Contemporaneamente ho coltivato la comunione nell’azienda per la quale ho lavorato con numerosi incarichi per molti anni. Senza particolare sorpresa ho potuto constatare che dedizione, disponibilità, collaborazione, condivisione non per forza sono considerate virtù, anzi, al limite, creano disordine quando il valore riconosciuto di una persona è quello del ricavo giornaliero prodotto. Ho allora cominciato a pensare che l’unico modo per attuare, e mettere alla prova, l’Economia di Comunione fosse quello di impegnarsi con un’impresa propria.

L’occasione è stata data dall’ansia che hanno le aziende di disfarsi dell’esperienza. E così, nel mezzo della vita lavorativa, unendo competenza ed entusiasmo, mi sono finalmente deciso a far nascere la mia “follow up’’ (perché nel tempo qualcosa da condividere l’ho imparata). La nuova impresa è nata come impresa dell’Economia di Comunione perché è un modello di economia che funziona e propone risposte concrete ai problemi sociali e agli squilibri economici».

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