La rete fagotto

Invece di pensare a cosa si deve rinunciare in tempo di recessione, perchè non pensare a quello che si può dare? Un'iniziativa nata dall'esperienza dei Focolari nella città di Roma.
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«Mi sono sposata nel settembre del 2008. Metto a disposizione il mio abito da sposa taglia 42. In allegato trovate la foto dello splendido abito anche se non sono io la bellissima modella!»… «Avremmo bisogno di una bilancia pesa bambini. Ci serve per un mese e poi la restituiamo»… «Mio papà ha perso il lavoro e si è rotta la macchina. Se qualcuno ha una vettura di cilindrata media, anche non recente, ad un prezzo ragionevole, mi contatti»… «Il televisore da me richiesto è arrivato solo dopo due giorni dall’annuncio in rete»… Offerte di biciclette, mobili, vestiti per bambini, richieste di carrozzine, autovetture, computer, abiti da sposa. Centinaia di annunci, solo via mail, in cui si chiede e si offre di tutto e di più: ogni richiesta di cui ci sia necessità e ogni offerta di beni che si voglia mettere a disposizione.

Fagottieri di tutta Italia unitevi, è nata la “rete fagotto”! In tempi di crisi economica valide risposte, anche se piccole, possono nascere da semplici iniziative popolari. È una ricetta nostrana del solito stellone italico e del resto, in tempi di vacche magre e previsioni nefaste perché, invece di autocommiserarci, non ci rimbocchiamo le maniche?

 

L’idea è semplice. Quanti oggetti, cose, vestiti inutili abbiamo in casa, relegati in una soffitta, sepolti in una cantina polverosa, affossati nell’armadio dei cassetti dimenticati?

Invece di renderli definitivamente inutilizzabili, perché non farli entrare nel circolo della condivisione, della… sì, diciamola tutta, della comunione dei beni tra le persone? Possono essere dati in prestito, regalati o venduti, ed una parte del ricavato è devoluto per azioni di solidarietà. È aperto a tutti ed è garantito l’anonimato: gli scambi avvengono solo tra i diretti interessati. Per sapere come funziona basta visitare la pagina http://xoomer.alice.it/fagotto.roma e seguire le istruzioni per iscriversi alla “rete fagotto”. Chi si iscrive riceve tutti gli annunci e chi non è iscritto può, comunque, fare richieste ed offerte. Nel sito troviamo alcune delucidazioni sul corretto utilizzo della rete, sullo spirito dell’iniziativa e a chi si possono devolvere i ricavati delle vendite. La rete fagotto fa solo da tramite virtuale degli scambi e non raccoglie denaro. I pionieri del progetto e i coordinatori sono Anna Maria e Marco Alfano, con l’amica Elisabetta Giordano, che, nel 2006, hanno aperto una casella di posta, solo per il Lazio, e attivato uno spazio web gratuito. La mail dove potete chiedere informazioni è fagotto.roma@tele2.it.

 

L’idea del “fagotto” si ispira ad una pratica cominciata da Chiara Lubich con le sue prime compagne. Almeno una volta l’anno si faceva il “fagotto”. Si passava in rassegna tutto ciò che in casa era superfluo: vestiti, libri, scarpe, oggetti e si depositavano sopra un vecchio lenzuolo, si alzavano i lembi, si chiudevano con un nodo ed era così pronto il fagotto che si andava a distribuire ai poveri o a chi ne avesse più bisogno. Il fagotto virtuale di oggi vive dello stesso spirito originario  e «il nostro scopo è – ci dicono Anna Maria e Marco Alfano – tener vivo l’amore facendo circolare i beni per una sobrietà della vita contro il consumismo dilagante». Ed è importante che nel corto circuito virtuoso dello scambio resti sempre l’elemento della gratuità, della solidarietà disinteressata, nello stile evangelico del «date e vi sarà dato», per una cultura del dare che si nutre non di beni da consumare ma di relazioni autentiche tra le persone.

 

Numerose sono le testimonianze che ci giungono per un’iniziativa che, certamente, non è la panacea di tutti i problemi ed ha un raggio di azione ed un numero di partecipanti limitato, ma che resta sorprendente per lo stile di vita che propone.

«Una persona – aggiunge Anna Maria Filice – ha chiesto in prestito delle stampelle ortopediche per un breve periodo di convalescenza dopo un incidente. Ha avuto l’imbarazzo della scelta perché ha ricevuto otto risposte».

Un uomo decide, attraverso la rete fagotto di mettere in vendita la sua macchina, ma non ottiene risposte. Cinque minuti prima di andare a rottamare l’auto, riceve diverse chiamate telefoniche di persone interessate all’acquisto. Conosce una coppia, e valutate le loro non buone condizioni economiche, decide di abbassare il prezzo. Il ricavato che pensava di dare in beneficienza lo ha così utilizzato per un ulteriore sconto alla famiglia.

A volte si superano le barriere nazionali ed un inserzionista della rete fagotto scrive: «Ho ricevuto una mail dal Congo dove un mio amico ha fondato una scuola gratuita per i ragazzi di strada del suo quartiere. Mi chiede se gli posso trovare una macchina fotografica digitale per fare delle foto ai suoi studenti che userà per cercare dei fondi. Ho messo in rete la richiesta ed una famiglia mi ha dato la sua macchina fotografica».

Tra le iniziative comuni di quest’anno, una raccolta punti presso un grande magazzino che ha fruttato il premio di un passeggino donato ad una famiglia in necessità ed una raccolta fondi devoluta all’Amu (Associazione mondo unito) per un progetto in Terrasanta. Molte delle esperienze rimangono tuttavia anonime perché non c’è nessun obbligo di comunicarle. C’è la totale libertà degli inserzionisti: liberi di dare e chiedere, liberi di mettere in comunione parte del ricavato, liberi di far circolare le notizie sugli scambi avvenuti.

 

P.s.: Secondogenita, ed appena nata, la “rete fagotto” dell’Emilia, con gli stessi tratti della primogenita. Per informazioni retefagottoemiliasubscrive@yahoogroups.com. Speriamo nasca una rete fagotto per ogni regione d’Italia. Avanti il prossimo!

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