La questione immigrazione nei giornali europei

Il dibattito assume toni diversi da un Paese all’altro, ma rimane fondamentalmente unitario all’interno del continente. Il trattato di Dublino e l’appello del papa tra i temi più discussi
migranti

Germania

 

Ad essere sotto i riflettori in questo momento è in particolare la Germania, che in quella che è stata dipinta come una decisione storica ha aperto le porte ai rifugiati siriani: e infatti, scorrendo la homepage di Der Spiegel, troviamo una serie di articoli che sono una sorta di elenco di quanto ciascun Land sta facendo, sia in termini di aiuti economici che di «forza volontariato», per queste persone.

 

Tuttavia l'editoriale «La colpa degli altri» di Maxilimian Popp traccia un quadro più problematico della questione: se infatti «i tedeschi, nella crisi dei rifugiati, hanno recitato la parte dei buoni», è altresì vero che «il governo federale è uno di quelli che ha causato il problema» e che «la sua politica di asilo è fondamentalmente egoistica»; questo perché «il tanto vituperato trattato di Dublino è più o meno una trovata tedesca», e perché «se il governo federale facesse sul serio, non solo chiederebbe agli altri Paesi europei un'equa redistribuzione dei migranti, ma fornirebbe anche aiuti finanziari agli scettici del sud e dell’est del continente». Un «fallimento politico» dell'Europa e della Germania che, secondo l'opinionista, si riflette in una misura sì di grande impatto, ma che di fatto non va ad intaccare una politica dell'immigrazione a livello europeo fondamentalmente costruita per far sì che siano i Paesi di confine a sopportare i pesi maggiori.

 

Regno Unito

 

Altro Paese al centro del dibattito è il Regno Unito, dove l'opinione pubblica e buona parte dello spettro politico si sono dimostrati contrari a generose politiche di accoglienza: e infatti a tenere banco sui quotidiani è l'intervento del premier Cameron alla Camera dei Comuni previsto per oggi, in cui renderà note le azioni che il suo governo intende intraprendere. In particolare l’attenzione è concentrata sul piano di ricollocamento dei rifugiati siriani, al quale il premier «è stato costretto ad aderire – scrive in Guardian – dalle foto di Aylan Kurdi». Finora sono stati solo 216 i siriani accolti, e secondo il Sunday Times le nuove cifre si aggirerebbero tra i 10 e i 15 mila; ma il governo Cameron punterebbe soprattutto al trasferimento direttamente dai campi profughi mediorientali, sotto l'egida dell'Onu, «per scoraggiare i rifugiati dall'intraprendere un viaggio pieno di rischi» prosegue il Guardian. Soluzione di cui il quotidiano mette in discussione la praticabilità sia per la «prevedibile resistenza di Assad», che facendo propria l’obiezione del capo di gabinetto dell’opposizione Yvette Cooper: «Ci sono 50 mila persone che arrivano ogni mese in Grecia: come possiamo pensare che un solo Paese ce la faccia da solo, se non accogliamo rifugiati anche da lì?».

 

Francia

 

Anche la Francia attende oggi una conferenza stampa del presidente Hollande. In particolare, ricorda Le Monde, la questione sul tavolo è quella di un possibile intervento in Siria – sostenuto in passato anche da Cameron –, sinora sempre rigettato, ma che secondo le indiscrezioni uscite da un incontro del governo di venerdì sarebbe ora tornato allo studio. Intanto, la Francia «è chiamata ad accogliere 24 mila nuovi migranti», secondo il piano di ripartizione della Commissione europea; e su pressoché tutti i quotidiani francesi ha avuto molta eco l’appello del Papa affinché ogni parrocchia apra le sue porte ai rifugiati, cosa che potrebbe dirsi inaspettata in un Paese che ha fatto della laicità una delle sue bandiere.

 

Spagna

 

A sud d'Europa, però, la situazione continua a rimanere critica: lo spagnolo El Paìs, titolando «Il governo avverte che non ha mezzi per i rifugiati», spiega come i 15 mila previsti dal piano di ripartizione europeo siano, secondo l’esecutivo, più di quanti il Paese ne possa sostenere; tanto che «da una settimana a questa parte il governo ha cambiato la sua posizione sulla crisi migratoria, avvertendo che la Spagna potrebbe dover porre limiti alla sua solidarietà». Per ora il ministro Rajoy ha confermato la volontà di proseguire con le politiche di accoglienza a fronte delle 17 mila richieste di asilo previste per il 2015; tuttavia preme in sede europea per intervenire nei Paesi d'origine delle crisi, «portando ad esempio gli incontri di cooperazione tenuti con il Marocco, con l'Unione africana e altri Paesi africani».

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