La Posta di Città Nuova

Una ragazza al computer

Incontriamoci a Città Nuova, la nostra città
 
Qualche elogio di questi tempi fa bene
 
I tempi sono duri per tutta l’editoria. Ma andiamo avanti, sostenuti anche dalle tantissime lettere che ci elogiano, o che ci spronano a migliorare sempre. È un modo di ringraziare i lettori.
 
Fresca «L’ultimo numero mi è sembrato speciale: a servizio del lettore, fresco e giovanile con tanti editorialisti che si fanno capire. L’aspetto spirituale messo al centro della rivista porta più facilmente a voler proseguire la lettura».

Maria Cristina Russo – Loppiano

 
Puntuale «Intuisco quanta fatica ci sia dietro ogni pagina e quanti salti mortali fate perché Città Nuova veda la luce puntuale ogni 15 giorni, ricca di contenuti e di spunti di riflessione. È giusto e doveroso dirvi: grazie! Buon lavoro!».

Elio Cimmaruta – Bruxelles

 
Riflessiva «Volevo farvi i complimenti. Leggere il giornale con alcune amiche, risulta motivo di riflessione e discussione! A 52 anni ho fatto la scelta di raggiungere mio marito ad Hong Kong. Il giornale arriva regolarmente e gli articoli sono interessanti anche per i non credenti».

Angela Praudi – Hong Kong

 
Semplice «Complimenti per CN7, il settimanale web! Per chi seguiva Città Nuova online è sicuramente più semplice da diffondere… Immagino richieda sforzi in più. Pensate ad una diffusione come newsletter?».

Andrea Piva – Padova

 
Dimenticata «Da qualche tempo “dimentico” Città Nuova ovunque vado: dal dentista, dalla parrucchiera, nella Metro, sull'autobus, alla posta… Un giorno, in ospedale per un’analisi, ho visto una signora inquieta. Al mio turno, con garbo ho “dimenticato” Città Nuova sulla sedia. Uscendo ho visto che quella signora leggeva attentamente la rivista, forse aveva dimenticato quel dolore o preoccupazione».

Gessica

 

 
Siria
 
«L'analisi sulla situazione siriana (n. 11/2012) mi sembra un’ispirazione. Ieri, nella messa ho chiesto ai parrocchiani di chiedere proprio allo Spirito Santo una soluzione per la Siria e anche per l'Egitto. Città Nuova propone una soluzione chiara, coraggiosa e prudente. Si vede che sta entrando nella politica internazionale con competenza (perché bene informata) e nella linea del carisma dell’unita. Le ultime parole lo mostrano: l'intervento sarebbe “con chiare finalità di pacificazione”».

Pere Maurice Khoury – Il Cairo

 
La competenza di cui parla benevolmente padre Khoury è frutto soprattutto della presenza in quelle terre di amici che hanno una visione della realtà non condizionata dai mass media.
 
Risorse per svoltare
 
«Ho molto apprezzato la proposta di Alberto Ferrucci pubblicata su Città Nuova n. 8/2012. Mi è sembrata una proposta chiara, comprensibile anche dai non specialisti quale sono io, di grande buon senso e molto concreta. Sono una cittadina italiana, di 55 anni, che per motivi di salute non è in grado di muoversi e di avere una vita particolarmente attiva. Cerco di tenermi informata sulle attività e gli sviluppi dell'Economia di Comunione, che pure apprezzo e condivido. Suggerisco di organizzare una raccolta di firme a sostegno della sua proposta».

Fabia Lizzi

 
Risponde Alberto Ferrucci: «La proposta è stata ritenuta valida da più lettori di varie parti d'Italia, e su loro suggerimento è stata in seguito elaborata in una forma più tecnica ed anche più vicina allo spirito della Economia di Comunione, per essere proposta a livello regionale e centrale a chi oggi deve provvedere all’economia del nostro Paese. Non abbiamo pensato alla presentazione di una legge di iniziativa popolare come lei suggerisce, che richiederebbe un notevole impegno organizzativo e tempi probabilmente troppo lunghi per provvedimenti che a mio parere avrebbero carattere di estrema urgenza. Comunque grazie ancora per il suo suggerimento e il condividere con noi le sue preoccupazioni per il bene comune».
 
I soldi per i terremotati
 
«Ieri sera ero a cena da alcuni cugini. In questi anni non sono mancate le frecciatine nei miei confronti perché vado in chiesa… Ho sempre sorvolato. E amato. Ebbene, ieri mi hanno consegnato cento euro per i terremotati (anche da noi le costruzioni principali non sono più agibili – la nostra casa fortunatamente non ha subìto danni). Li hanno accompagnati da queste parole: “Tu li farai avere a chi ha bisogno. Ne siamo certi”».

Lettera firmata

 
Il papa ha recentemente ricordato il valore della fedeltà, che alla fine vince immancabilmente. Grazie della sua testimonianza.
 
Sentimenti antitedeschi
 
«Sento sorgere in me sentimenti che non vorrei mai provare: intendo dire che, ascoltando ogni mattina e ogni sera le notizie sull’intransigenza di Frau Merkel, che per proteggere la ricchezza della sua Germania impedisce al resto d’Europa di respirare, e nei fatti prospera sulle disgrazie dei greci, dei portoghesi, degli spagnoli, degli italiani… Constato purtroppo che tali sentimenti crescono anche in molti altri cuori. Non vorrei che nascessero di nuovo forti sentimenti antitedeschi in tutt’Europa».

Paolo Limiti – Ragusa

 
Purtroppo tali sentimenti stanno crescendo, e i media non facilitano le cose. Guardando con obiettività la vicenda, è logico che i tedeschi esigano rigore, per non dover pagare per tutti. D’altra parte mi sembra che un vero leader dovrebbe saper farsi amare e convincere più che costringere. Speriamo proprio che la corda non si spezzi.
 
Affari e Vaticano
 
«In questo periodo turbolento, mi è tornata in mente una poesia di Davide Maria Turoldo dal titolo “Io voglio sapere”: “Io voglio sapere/ se Cristo è veramente risorto,/ se la Chiesa ha mai creduto/ che sia veramente risorto./ Io voglio sapere/ perché allora è una potenza,/ e perché non va per le strade/ come una follia di sole/ a dire: Cristo è nato! Cristo è risorto!/ E perché non rinuncia alle ricchezze/ per questa sola ricchezza di gioia./ Perché?/ Mia chiesa amata e infedele,/ mia amarezza di ogni domenica,/ chiesa che vorrei impazzita di gioia./ Perché?/ Io voglio sapere”».

C.C. – Ciampino(RM)

 
«Sono una lettrice web e in carta di Città Nuova. Ho appena letto l'articolo di Michele Zanzucchi sullo scandalo che ha colpito la Chiesa. Ho pensato quindi di farvi partecipi della scoperta di una meditazione di Chiara Lubich che mi è capitata tra le mani stamattina, che ci potrebbe esser utile a vivere questo momento di buio. È tratta da Fermenti di unità e s’intitola “Il profumo del Cielo”. Scrive: “Occorre partecipare coscienti alla vita di tutti i giorni che si muove intorno a noi. E non solo alla vita privata, rapporto gomito a gomito coi fratelli, ma anche coscienti pienamente e consapevolmente dei vasti avvenimenti che si svolgono ai nostri tempi, sotto i nostri occhi. Occorre trovare in tutti il nostro posto per servire attraverso di essi la Chiesa, portando nelle lotte e vittorie, sconfitte e sconforti, l'afflato cristiano. Far filtrare nel tempo e nella società il profumo del Cielo e prendere all'occorrenza, dove fosse necessario e possibile, i primi posti in difesa della Chiesa, contro gli eterni nemici che la porporano di sangue e di gloria”».

Ivana Specia – Treviso

 
Gay
 
«Giorni fa mi son trovato ad assistere in tv ad un dibattito sui gay; alcuni in modo acceso sostenevano essere giusto trattarli come tutti, aventi gli stessi diritti. Siamo perfettamente d’accordo, in quanto Gesù è venuto per tutti. Nel dibattito è poi intervenuto un cattolico che ha fatto rilevare che Dio ha creato l’uomo e la donna – “maschio e femmina li creò” –, fisicamente diversi per unirsi in matrimonio e per l’eventuale procreazione. Chi proibisce a due uomini o a due donne di vivere insieme, creando anche davanti a un notaio una società, aventi lo stesso diritto sui loro possedimenti, i loro redditi od altro? Mi sembra però assurdo parlare di matrimonio. Non abbiamo detto che due esseri umani si sposano in quanto diversi fisicamente e per eventuale procreazione?».

Lettera firmata

 
Accordandomi con la posizione della Chiesa, che è da sempre chiara, non posso non convenire con lei sulla questione del matrimonio tra i gay. Tuttavia ogni discorso su chi ha tendenze omosessuali o è omosessuale non può mai prescindere da un totale sentimento di uguaglianza.
 
Mi abbono a “Rocca”
 
«Premesso che la frenesia che ci occupa lascia poco spazio alla conoscenza del mondo attorno, ho deciso di non riabbonarmi a Città Nuova. La ragione, molto banalmente, è dovuta al fatto che in occasione del Natale, essendo stato omaggiato dell’abbonamento alla rivista Rocca, quindicinale della Pro Civitate Christiana, ho ritenuto di dover fare una scelta che limitasse le uscite della famiglia.
«Ho quindi ritenuto di rinunciare a Città Nuova, leggendo la quale ho sempre trovato spunti per riflettere. Riflessioni incentrate, in genere, su problematiche sociali delle quali vengono poste in luce la prospettiva di speranza, che indubbiamente tutte presentano, se ricercata. Una virtù che sembra difettare nella nostra società, spesso “occupata” da problemi economici. Grazie».

L.S.

 
Caro lettore, la ringrazio innanzitutto per le sue belle parole sui contenuti della rivista. Mi rammarico, ovviamente, per la sua decisione di non riabbonarsi. Certamente non le dirò mai di preferire “Città Nuova” a “Rocca”: tra colleghi e tra cattolici, guai a farsi una guerra editoriale! La inviterei solo, se le ragioni sono meramente economiche come mi par di capire, a chiedere un aiuto al nostro ufficio abbonamenti. Il periodo economico è tale che anche per noi ogni abbonamento è veramente essenziale per continuare ad essere una voce libera, sincera, professionale. La ringrazio di cuore, caro lettore.
 
Bellezza in libretto
 
«Il libretto Passaparola dal titolo “Bellezza” di M. Genisio, mi è piaciuto tantissimo.
«A pag. 50: “Una particolare bellezza – che non riceva già al presente cento volte tanto”. Qualche anno fa in famiglia siamo incappati in un grave dissesto finanziario con tre figlie prossime al matrimonio; poco dopo urgeva la ristrutturazione di tutti gli impianti idrosanitari e quasi ogni giorno si abbattevano “tegole” del genere, compresa la sistemazione dentaria di entrambi. Più volte mi son sentito terrorizzato, sconvolto. Un bel giorno me la son presa con Dio gridandogli che non era amore perché ci stava schiacciando. Con mia moglie abbiamo cercato di fare la nostra parte coinvolgendo anche le figlie. Tutti i vestiti da sposa sono stati confezionati da mia moglie con grande gioia di tutti, denti sistemati, impianti rifatti a dovere col consiglio di amici esperti. A un certo punto per aiutare una figlia si è visto di acquistare un miniappartamento con mutuo successivamente estinto col recupero del dissesto, cosa che mai avremmo ipotizzato di realizzare perché non interessava. Nulla è mai venuto a mancare, anzi!».

Elio Mario – Padova

I più letti della settimana

Nonni

Grazie, nonni!

Digiunare per la pace

Un sorriso all’Istituto Tumori

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons