La Posta di Città nuova

Posta

Incontriamoci a Città nuova

 

L’amica portalettere

 

Anche Città nuova s’è beccata il virus dell’influenza. E non si sa se è la normale o la suina. Così è stato anche per Assunta, l’amica portalettere sempre contenta quando deve mettere in buca il numero di Città nuova agli abbonati. Per la verità lei ne tiene sempre alcune copie in più e se incontra qualche persona che le sembra sensibile ad un certo tipo di lettura eccola pronta a dargliene una copia in omaggio. Ebbene, anche lei s’è trovata a letto con un febbrone da cavallo, macché: da suino. E così tutto s’è ammutolito, il quartiere senza di lei, era come una città fantasma.

Assunta la senti arrivare sulla sua bicicletta “d’epoca”, salutare con un ciao prolungato le persone che incontra, la vedi attenta a consegnare la posta, incoraggiare gli studenti che stanno andando in classe. Ebbene, ci è mancato il suo saluto che mette buon umore, il suo buongiorno scandito alla massima potenza.

E ci è mancata con l’altra corrispondenza, anche Città nuova. Meno male che tutto è stato ritrovato sul nuovo sito web della rivista, l’abbiamo letta, riletta e poi anche stampata. Ma non è finito lì perché con Assunta si sono ammalati di influenza, nonostante i consigli di Topo Gigio, nella sola città di Genova, a inizio novembre, un gran numero di portalettere. Pensate che su seicento portalettere il 20 per cento era a letto e il restante 80 per cento ha aderito allo sciopero dello straordinario. È successo che nel periodo di punta centomila famiglie per oltre una decina di giorni in buca non hanno trovato nulla. Un disastro perché nel riportare alla normalizzazione la situazione ancora una volta ci hanno rimesso le stampe. In buca è iniziata ad apparire nuovamente la corrispondenza, ma solo quella con il francobollo. Di riviste, quotidiani e periodici nemmeno l’ombra. Le Poste hanno cercato di tamponare la situazione assumendo lavoratori a tempo determinato ma che non hanno contribuito più di tanto a risolvere il caso. Purtroppo tutti i dipendenti hanno arretrati di ferie, e quando capitano malattie di stagione, come ora, succede questo.

Semplicemente mancano i portalettere e di conseguenza si blocca la distribuzione. Insomma, tante copie di Città nuova sono ferme nei depositi, ammucchiate in sacchi. Che fare, come rintracciare la nostra copia andata smarrita? Intanto segnalare subito il disservizio al nostro ufficio abbonamenti (abbonamenti@cittanuova.it, 06/3212616). E poi, se si vogliono ottenere risultati in tempi brevi, bisogna recarsi al proprio Centro di Distribuzione. I portalettere oppure l’ufficio postale a voi più vicino vi sapranno indicare il luogo della città dove si trova. È lì che le nostre copie di Città nuova ci stanno aspettando per tornare a casa con noi.

Silvano Gianti

 

rete@cittanuova.it

 

 

Sull’aborto un’informazione tv quasi mai neutra

 

«Nell’edizione della prima serata del Tg1 ho visto il servizio sulla RU486, la cosiddetta pillola del giorno dopo. Un aspetto mi ha colpito in particolare, la definizione utilizzata dal medico durante la spiegazione sul funzionamento del farmaco abortivo: ha chiamato l’embrione “prodotto del concepimento”. Ineccepibile dal punto di vista scientifico, ma incomunicabile l’oggettiva drammaticità dell’aborto. Oltre il particolare, rimane l’impressione di un’informazione mai neutra, che forma opinione e davanti alla quale spesso siamo “indifesi”».

Nando Battaglia – Roma

 

Condivido il suo pensiero, tanto più che assai spesso è il tono con cui certe informazioni vengono date che determina l’opinione che il pubblico poi si fa del problema. In sostanza, come si diceva una volta, è il tono che fa la musica.

 

 

La verità non è sempre tutta da una parte

 

«Leggere i vostri articoli, soprattutto quelli “Dal vivo”, è come avere un respiro sull’umanità. Mi intristisce sapere che qualcuno dei miei colleghi lettori non giudichi obiettivi i vostri commenti, soprattutto quelli in merito alle vicende politiche del nostro Paese. Anch’io seguo una precisa linea politica, ma non mi sento turbata nell’apprendere che di tale orientamento non condividete alcuni fini o mezzi. Riflettendoci, io stessa mi rendo conto che la lente da utilizzare, anche in politica, è quella del Vangelo e che quindi la Verità è oltre quella che i nostri occhi riconoscono e soprattutto che non è tutta da una parte!

«Grazie per le vostre ricette, per le dritte sui film o i dischi in uscita, grazie per le vignette e per le storie da leggere al mio bimbo, grazie per il vostro impegno e per il “cuore” che mettete in ogni riga di questa nostra rivista».

Lettera firmata

 

 

Dalla delusione all’ottimismo

 

«Cari Amici di Città nuova, da qualche anno colgo nelle comunicazioni giornalistiche, nelle lettere che giungono a questo o ad altri giornali di ispirazione cristiana, nei modi di dire o di pensare di molti credenti, un diffuso senso di delusione che si accompagna a durissime valutazioni sul mondo d’oggi. Molte riflessioni amare sono condivisibili, ma vorrei capire se si tratta di rimpianto di quella cristianità di massa ormai non più recuperabile o nostalgia di un momento storico più felice, che non saprei davvero individuare, in cui il mondo sia stato tanto migliore di quello attuale.

«Rimane sul tavolo la carta ancora coperta del senso profondo di un periodo in cui stanno emergendo significative novità legate al costume di un dialogo più universale, allo studio e alla ricerca senza confini, alla comunicazione tra le persone, alla diffusione di nuove forme di partecipazione, al nuovo sentire di una comune appartenenza al pianeta, alla lotta talora vittoriosa contro malattie che sembravano ineliminabili.

«Forse ci troviamo allo snodo di certo critico di un’epoca che se ne sta andando, per cui è messa a dura prova la speranza, e di un’epoca che invece sta appena cominciando.

«Capisco le preoccupazioni e le delusioni, ma mi chiedo se da sole esse bastino a definire lo statuto di un credente in Gesù Cristo, che non può certo pensare di tutto capire e di tutto definire dentro i parametri del suo sistema di riferimento, non confidando davvero nel misterioso operare del Signore dentro la storia».

Silvano Magnelli

 

Il quadro sull’attualità che lei propone mi sembra sostanzialmente obiettivo e le risposte che lei si dà condivisibili, anche se a qualcuno sembreranno peccare di eccessivo ottimismo. Ma non è forse l’ottimismo una costante del cristiano?

 

 

Ricordando Titico

 

«Apprendo oggi con rammarico la scomparsa di Titico (Tico da Costa). L’ho conosciuto nei primi anni Settanta, quando venne a sponsorizzare un’iniziativa a favore delle popolazioni del NordEst, messe in ginocchio da una alluvione. Per raccogliere fondi si era organizzata una vendita di quadri inediti di pittori contemporanei. Per l’occasione Titico aveva composto delle canzoni ispirate allo stesso soggetto come Ze ninguem (Giuseppe nessuno), Pau de arara (Albero di pappagalli) e altre. Alcune erano state incise da Città Nuova su 45 giri e su un 33 giri.

«Per ringraziare i pittori che avendo ceduto i quadri gratuitamente erano i primi benefattori, si tenne uno spettacolo musicale in loro favore. Questo spettacolo ovviamente aveva al centro Titico. È così che l’ho conosciuto e con queste righe intendo solo ricordare questa piccola esperienza».

Alfredo

 

Molti fra i nostri lettori ricorderanno i fatti da lei citati, soprattutto perché in questi giorni la scomparsa di Tico da Costa ha riportato alla memoria diversi spettacoli organizzati allora in Italia con le medesime finalità. Anche a “Città nuova” lo ricordiamo con simpatia e riconoscenza.

 

 

Copertine

 

«A proposito delle copertine della rivista, a volte rimango male quando vedo certe foto che hanno una qualità bassissima. Perché? Forse ve le mandano così e non avete scelta? Non potete cambiarle? Perché è un peccato ricevere una rivista, averla tra le mani e vedere una foto che già non ti invita. Perdonatemi la sincerità».

Michele – Loppiano

 

«L’ultima copertina, quella sui Santi in Parlamento, mi è proprio piaciuta. E anche quella sull’Africa…».

Paolo Venanzi – Potenza

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