La posta di città nuova

Un grazie sincero ai lettori Nella circostanza dell’avvicendamento alla direzione della rivista, molti lettori hanno voluto parteciparmi la loro stima e il loro apprezzamento per il lavoro di questi anni a Città nuova, ricordando spesso momenti di condivisione che io stesso ho ben presenti e che per me sono stati preziosi. La gratitudine da loro esternata è dunque ricambiata da me, ed è nutrita dal desiderio di potere continuare ancora quella collaborazione che ha sostanziato il nostro rapporto fino ad ora. A tutti il mio grazie sincero, insieme agli auspici per un seguito che è già iniziato. Giuseppe Garagnani Ci sono anche ragazzi così… Domenica mattina, bussano alla porta. Apro e mi trovo di fronte tre ragazzini sorridenti e gentili, tre scout che, nonostante la pioggia, girano per i palazzi proponendo un contributo al loro calendario per un’azione di solidarietà. I loro visi, così aperti e fiduciosi, sono un dono per me. Quanti ragazzi, come loro, camminano per le strade e la gente non si accorge del tesoro che portano nel cuore! Improvvisamente ricordo quando anche io, da ragazza, bussavo alle porte per raccogliere carta e stracci in solidarietà ad un popolo africano in estinzione per l’alta mortalità infantile. Di fronte a tante notizie relative al comportamento degli adolescenti, a volte non proprio edificante, questa piccola esperienza vissuta di recente mi ha fatto pensare che, ancora oggi, ci sono tanti ragazzi che fanno del bene, e non fanno notizia. Maria Teresa Baselice Nocera Inferiore (SA) Auspici natalizi e buoni propositi Vorrei un Natale che duri tutto l’anno. Un Natale dove tutti, classe dirigente, istituzioni, cittadini, pensassimo meno ad interessi personali, e di più al bene comune.(…) Un Natale dove non ci siano più gli squilibri dei Paesi poveri nei confronti dei paesi ricchi, ma ci sia più giustizia sociale. (…) Vorrei un Natale dove ci sia una società onesta, trasparente, rispettosa delle regole; una società libera dalla malavita organizzata e dalla corruzione(…) Un Natale dove l’ambiente, sia meno inquinato. Un Natale dove la giustizia sociale sia realizzata, una società piena di valori veri, e di diritti, e di solidarietà. (…) Vorrei un Natale da sogno, di desideri, di aspirazioni. Ma, se tutti insieme ci mettessimo a sognare, un mondo più giusto, migliore, può diventare realtà. Francesco Lena Bergamo È tutto condivisibile il lungo elenco dei desideri natalizi che ha voluto esprimere e che, per motivi di spazio non abbiamo potuto pubblicare per intero. Ed è pure auspicabile che si realizzi. Ma perché non resti un bel sogno non sarebbe male accompagnare tutto ciò, anche esplicitamente, con l’elenco dei nostri buoni propositi, come facevamo da bambini nelle letterine di Natale che indirizzavamo a Gesù bambino. Anche oggi, come sempre, il cambiamento della società può solo cominciare dal nostro. C’è sempre qualcosa di più e di meglio che ciascuno puo fare. E, almeno un poco, il mondo migliorerà. Inquisitori intolleranti verso chi la pensa diversamente Ricordo certe letture relative alla Inquisizione di Spagna ed ai suoi eccessi: torture ed estorsione di abiure, in molti casi. Da allora sono passati secoli; i grandi inquisitori sono ormai relegati nella memoria storica, almeno in apparenza. In realtà il loro spirito settario sembra essere trasmigrato in certi personaggi del mondo attuale (politico e mediatico). Que- sti si presentano come gli uomini più tolleranti ed indulgenti della terra. Sembrano accettare seraficamente ogni credo ed opinione, finché… finché idee e princìpi altrui non minaccino di insidiare un confine accuratamente tracciato e difeso da invisibili reti a maglie fittissime. Avvicinarsi a tale barriera è molto pericoloso. Chi lo fa e magari tenta di scavalcarla viene prontamente individuato e sottoposto a giudizio. I moderni inquisitori, bontà loro, non gli storpiano le ossa, ma fanno ricorso a complici strumenti mediatici che, invece del corpo, deturpano spesso in modo irrimediabile l’immagine pubblica della vittima di turno. Luca Drape A ben riflettere, la radicalizzazione delle contrapposizioni culturali che stiamo vivendo ha prodotto situazioni in cui il paragone con l’inquisizione, torture a parte, ci sta quanto a mentalità. Ne abbiamo già parlato e, da come vanno le cose, se ne potrà parlare a lungo perché, dietro una parvenza di perbenismo che da per scontato ciò che scontato non è, l’offensiva laicista straripa sui media, invadendo capillarmente ogni spazio. Purtroppo, a contrastarla, non di rado si trova chi usa lo stesso linguaggio di grande inquisitore, dimostrando un’analoga intolleranza. Il confronto, invece, può passare solo attraverso il dialogo sincero e rispettoso, come dice lei, di chi la pensa diversamente. Questo tempo non accetta i maestri, bensì i testimoni Ho da poco finito di leggere il libro di Hitchens dio non è grande (Dio con la minuscola…), il cui sottotitolo è Come la religione avvelena ogni cosa. Inutile dire che si tratta di un libro estremamente superficiale e zeppo di pregiudizi antireligiosi. Alla fine, una cosa mi è sembrata evidente: l’autore ha avuto la sfortuna di incontrare, nella sua vita, persone che hanno contraddetto nei fatti gli ideali che proclamavano a parole. Questa osservazione mi ha confermato che la questione più grave con la quale ci dobbiamo confrontare, è la discrepanza scandalosa tra quello che si proclama e quello che si attua nella prassi quotidiana. E mi appaiono nella loro verità le parole di Paolo VI: Questo è un tempo che non accetta i maestri, bensì i testimoni; e se accetta i maestri, li accetta in quanto testimoni. Antonio Lupo Sant’Anastasia (Na) Anche Benedetto XVI ha ripreso di recente questo argomento, e le sue parole collimano dolorosamente con quanto da lei evidenziato. I suoi richiami forti, infatti, non lasciano adito a equivoci, perché sono rivolti primariamente a chi si proclama cristiano. La gratitudine di un abbonato Cara Città nuova, sono un vostro abbonato da molti anni. Volentieri ricevo la vostra rivista e in tante occasioni avrei voluto ringraziarvi per i bellissimi articoli, per lo spessore delle esperienze, le riflessioni innovative e spesso profetiche, di tanti vostri autori. Ma non l’ho mai fatto, serbando in me il senso di gratitudine. Negli ultimi numeri, però, avete superato il limite! Troppo belli. Li ho letti e riletti, perché mi sembrava che in ogni pagina vi fosse tanta vita, tanta concretezza, tanta realtà, ma di quella che dà speranza. Lauro Bruscagin – Rovigo Incontriamoci a Città nuova, la nostra città Gli appuntamenti di dicembre Napoli, 2 dicembre: raccolti a San Severino e Sossio, storico complesso nel cuore del Centro storico, un’ottantina di amici di Città nuova, giunti da varie città della Campania, hanno voluto confrontarsi e dialogare. Esperienze di vita, suggerimenti e proposte hanno punteggiato la giornata dimostrando quanto Napoli contenga, non solo nel nome, il suo e il nostro programma: Nea-polis, la nuova città. Padova e Vicenza 7, 8, 9 dicembre. A Schio c’è stato anche il tempo di fare un salto in un importante centro commerciale dove una mostra di Città nuovacampeggiava nell’ingresso principale, presidiata in modo professionale e accogliente dalla comunità del posto. In serata, giunta a Padova, una ventina di amici si erano radunati per parlare insieme e programmare i prossimi mesi con Città nuova. 120 le persone nel primo gruppo di gente appassionata e impegnata nel sociale in un dialogo fitto durato più di due ore. Nel pomeriggio si corre a Vicenza: trenta persone impegnate in parrocchia per uno scambio che non ha bisogno di tante parole: ci si capisce al volo e ci si sente ingaggiati sullo stesso fronte. E poi, fresco e spontaneo, l’incontro con una cinquantina di famiglie, alcune di queste al primo contatto con Città nuova: è con loro che oggi si gioca la sfida più grande. Il dialogo continua il 9 dicembre con Michele Zanzucchi, che incontra altri due folti gruppi. Indirizzare i vari contributi a: rete@cittanuova.it

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