La Pasqua ortodossa vissuta nelle case

Nei giorni scorsi è stata celebrata la Pasqua ortodossa, ma a causa dell'epidemia da coronavirus non è stato possibile partecipare fisicamente alle funzioni religiose. Tanti i fedeli che hanno seguito la liturgia da casa. Una testimonianza.
Il patriarca russo Kirill celebra la Pasqua ortodossa, foto Ap

Il suono delle campane mi fa capire che è mezzanotte e sta per iniziare la liturgia pasquale nella Chiesa ortodossa. Quest’anno, per le restrizioni legate alla pandemia da coronavirus, non sono potuta andare in chiesa con gli amici ortodossi per vivere insieme a loro la liturgia della Settimana Santa e della Notte di Pasqua.

Le campane però mi hanno fatto ricordare che la solenne liturgia pasquale, presieduta dal patriarca Kirill, è trasmessa su Internet e per televisione. Prima di iniziare la liturgia, il patriarca ha sottolineato che questa situazione della pandemia che vieta di raccogliersi nella chiesa fisicamente, può «affinare ancora di più la nostra visione spirituale perché, quando tutto è facile e semplice, la fede si affievolisce». Il patriarca ha augurato a tutti che il Risorto rafforzi la fede, la speranza e rinnovi l’unione con Dio. Ha ricordato anche l’esperienza degli antenati ortodossi, che hanno conservato la fede nonostante tutti i pericoli, testimoniando che porta a una grande vittoria dello Spirito.

Seguo con un grande interesse la trasmissione dalla bellissima cattedrale di Cristo Salvatore – la chiesa principale del patriarca della Chiesa ortodossa russa. La celebrazione inizia con le luci spente e con la processione con le candele accese, che simboleggia l’uscita della Chiesa per incontrare il Risorto. Si accendono quindi le luci e inizia la liturgia. La processione si ferma davanti alla porta della chiesa cantando e ripetendo «Cristo è Risorto! È veramente Risorto!». Si apre solennemente la porta e la processione entra in chiesa. Questo gesto simboleggia l’apertura delle porte del Paradiso per tutto il genere umano grazie alla morte e Risurrezione di Gesù e di questo parla il tropario cantato in greco e latino. Proseguono i nove canti  previsti per la Pasqua ortodossa  che trasmettono la gioia della Risurrezione.

Durante la prima parte della liturgia il Patriarca e il clero celebrano vestiti di bianco per ricordare il momento nel quale le donne, accorse alla tomba di Gesù, hanno visto l’angelo vestito di bianco. Per la successiva parte della celebrazione indossanoinvece, i paramenti liturgici di colore rosso – simbolo della vittoria, della solennità, che ci ricordano che Gesù ha versato il Suo sangue per noi.

Il Patriarca Kirill ha rivolto poi a Dio una preghiera speciale per la protezione contro la diffusione della pandemia a cui sono seguite preghiere per tutti quelli che soffrono e per i medici.

Durante la liturgia pasquale e la settimana seguente, le porte regali (zarskije vratà) rimangono aperte come segno che Gesù, con la sua risurrezione, ha aperto a tutti le porte del Paradiso. Le campane delle chiese ortodosse a Mosca suonano tutta la domenica della Resurrezione e anche nei giorni seguenti. Questo suono richiama alla preghiera, trasmette la solennità riempiendo i cuori di speranza. Gesù è Risorto!

 

 

 

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