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La Parola come prassi in Chiara Lubich

di Antonio Maria Baggio

- Fonte: Nuova Umanità

Il ruolo centrale della Parola di Dio nell’esperienza e nel pensiero di Chiara Lubich è stato studiato sotto diversi aspetti. Un’ulteriore prospettiva di approfondimento si apre in considerazione del fatto che vivere la Parola, per Chiara, non è riservato a un settore particolare dell’esistenza, quello religioso, distinto dagli altri; e neppure rimane confinato in una dimensione solo contemplativa; riguarda, invece, tutti gli ambiti della vita. Sotto questo aspetto allora, “vivere la Parola” si può intendere anche come praxis, termine che designa la “vita attiva”, cioè l’agire per cui, indipendentemente da ciò che viene agito, si esprime la qualità e l’intelligenza del soggetto, nel modo in cui agisce. Partendo dall’esame di alcuni testi inediti, l’articolo studia la Parola intesa come realtà viva e attiva, la mentalità critica e contestativa che la Parola forma
in coloro che la mettono in pratica, la particolare importanza che Chiara attribuisce alla Parola, Gesù Abbandonato, la relazione tra la Parola e il male.

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