La pace nasce dall’ascolto

La delicata missione del cardinal Zuppi in Ucraina
Volodymyr Zelenskyy e Matteo Zuppi (Ukrainian Presidential Press Office via AP)

L’ascolto come primo passo, come atteggiamento fondamentale per mediare la pace. Con questa disposizione d’animo, alcuni giorni fa, il cardinale Zuppi, inviato del papa, ha iniziato per la missione di mediatore nel conflitto russo-ucraino. «Si tratta di una iniziativa che ha come scopo principale quello di ascoltare in modo approfondito le Autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni», riferiva una nota della Sala Stampa vaticana.

È noto quanto la pace in Ucraina sia un tema che sta molto a cuore a papa Francesco, ora ricoverato al Policlinico Gemelli per un intervento chirurgico – il terzo dal 2021 – di laparotomia e plastica della parete addominale con protesi.

Del coinvolgimento del papa «fino alle lacrime» nella ricerca di una «pace giusta» aveva parlato, nel corso della conferenza stampa conclusiva del Consiglio permanente della Cei, proprio il card. Zuppi, che pochi giorni dopo si è recato in Ucraina per cercare di favorire un dialogo costruttivo e aprire percorsi di pace.

Il 13 maggio scorso, nel colloquio privato avvenuto in Vaticano con il Presidente Zelenskyi sulla situazione umanitaria e politica dell’Ucraina, papa Francesco aveva assicurato l’impegno a portare avanti gli aiuti umanitari a sostegno della popolazione e a perseverare nel lavoro diplomatico per il raggiungimento della pace. In particolare, secondo una nota diffusa dalla Sala Stampa vaticana, il papa aveva sottolineato l’urgenza di «gesti di umanità nei confronti delle persone più fragili, vittime innocenti del conflitto».

Per questo, nel corso della missione in Ucraina il cardinale Zuppi ha incontrato il Commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, Dmytro Lubinets, insieme al nunzio apostolico a Kiev mons. Visvaldas Kulbokas. Il colloquio ha avuto luogo presso il Centro per la protezione dei diritti dei bambini e si è svolto attorno al problema del ritorno dei bambini e dei prigionieri civili deportati in Russia.

Il Commissario ha presentato all’inviato del papa il materiale informativo sulle violazioni dei diritti umani in Ucraina in seguito all’attacco russo e un rapporto sulla violazione dei diritti dei bambini ucraini nei territori occupati e in Russia. La Russia, infatti, sta deportando i bambini ucraini dai territori temporaneamente occupati: «Non sappiamo il numero esatto o dove si trovano», ha detto il Commissario, si legge sul sito della chiesa cattolica latina, e ha ribadito l’impegno a riportare i bambini a casa.

«Sono molto grato per l’incontro, perché ha aiutato molto a capire il dolore dei bambini più deboli. Faremo tutto il possibile e l’impossibile per risolvere questo problema», ha dichiarato il card. Zuppi in un commento rilasciato a Radio Svoboda.

Sono moltissimi i bambini morti dall’inizio della guerra. Ufficialmente sono 485 tuttavia, purtroppo, il numero reale è molto più alto. «Ogni volta che liberiamo la nostra terra dagli occupanti russi, apprendiamo la terribile verità sull’occupazione», aveva affermato il presidente ucraino Zelensky in un messaggio diffuso nella Giornata mondiale in difesa dei bambini innocenti vittime di aggressioni. «Ad oggi, grazie a vari sforzi, è stato possibile riportare 371 bambini dalla deportazione in Ucraina. Nonostante sappiamo con certezza che sono almeno 19.505 i bambini ucraini deportati, e questa è solo una parte di tutti i nostri piccoli uomini e donne ucraini che sono ancora con il nemico».

Nel corso della sua visita, il cardinale Zuppi ha potuto visitare alcuni dei territori martoriati dalla guerra e toccare da vicino il dolore delle persone e la distruzione delle città. Rientrando il Italia, ha ringraziato «le Autorità civili per gli incontri svolti, in particolare per quello con il presidente Volodymyr Zelenskyi», riporta una nota della Sala Stampa vaticana. «I risultati di tali colloqui, come quelli con i Rappresentanti religiosi, nonché l’esperienza diretta dell’atroce sofferenza del popolo ucraino a causa della guerra in corso, verranno portati all’attenzione del Santo Padre e saranno senz’altro utili per valutare i passi da continuare a compiere sia a livello umanitario che nella ricerca di percorsi per una pace giusta e duratura».

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