La nuova rotta di Magellano

500 anni fa la prima circumnavigazione della Terra e la scoperta dell’oceano Pacifico.

Secondo le ultime scoperte, noi umani, a partire dai nostri avi “ominidi”, sulla Terra ci staremmo da 5 o 6 milioni di anni. Ma conosciamo abbastanza bene le dimensioni del nostro pianeta e siamo sicuri di abitare su una sfera, solo da 500 anni, ossia da quando per la prima volta è stato circumnavigato il globo terraqueo.

Fece l’impresa il navigatore portoghese Ferdinando Magellano, che salpò da Sanlucar de Barrameda, Spagna del Sud, vicino alla foce del Guadalquivir, il 20 settembre del 1519, esattamente 500 anni fa. Lui non tornò, perché durante la lunghissima navigazione, durata 2 anni, 11 mesi e 17 giorni, venne ucciso il 27 aprile 1521 dal capo indigeno Lapu-Lapu, nelle Filippine. Fin lì era arrivato dopo aver attraversato Mediterraneo, Atlantico e oceano Pacifico, che fu il primo occidentale a scoprire, navigare e battezzare: “pacifico”, perché la fortuna non gli aveva fatto incontrare tempeste mentre lo solcava.

Prima di raccontare cosa avvenne della spedizione spagnola dopo la morte di Magellano (che lavorava per Carlo V, dopo aver piantato la Corona Portoghese sbattendo la porta), precisiamo subito che prima del tragico giorno della sua morte il grande navigatore aveva svolto la parte principale della sua missione. Finanziata da capitalisti tedeschi e di altri Paesi, la spedizione di 5 navi era partita per verificare, all’inizio sulla stessa rotta di Cristoforo Colombo, la possibilità di giungere in Oriente navigando verso Occidente.

Quindi doveva trovare, sotto l’America Meridionale che ormai era nota nei suoi contorni, un passaggio verso le Indie, la Cina e soprattutto, vicino al Borneo, verso le isole Molucche, mitica, ma anche reale, sede delle costosissime spezie orientali, contese a colpi di battaglie e di trattati commerciali da Portogallo e Spagna, le due superpotenze del primo Rinascimento. Ebbene, questa via Magellano l’aveva scoperta, ed è lo Stretto o Mare di Magellano, fra Patagonia e Terra del Fuoco.

Rotta di MagellanoLa flotta al suo comando lo attraversò il 28 novembre 1520 sbucando nell’ignorato (fino ad allora) Pacifico e continuando a navigare verso gli arcipelaghi di questo nuovo oceano e verso il continente asiatico. La via all’Est partendo dall’Ovest era stata trovata, e nessuno al mondo, né navi, né mercanti, né missionari, né ambasciatori, né soldati l’avrebbe più abbandonata.

Dopo la morte di Magellano, delle 5 navi originarie erano rimaste solo la Conception, che fu affondata di proposito per rendere la flotta più agile, la Trinidad, che sarebbe tornata in patria dopo mille peripezie solo nel 1527, e la Victoria. Questa nave relativamente piccola, comandata dal successore di Magellano alla guida della spedizione, Juan Sebastian Elcano, fu la sola che compì realmente l’intera circumnavigazione della Terra, solcando l’oceano Indiano, doppiando il Capo di Buona Speranza, risalendo l’Atlantico verso Gibilterra al largo delle coste africane e infine giungendo definitivamente in porto il 6 settembre 1522, ridotta a poco più di una bagnarola.

I mille imprevisti del viaggio furono narrati dal vicentino Antonio Pigafetta, ufficiale di Magellano, nella sua avvincente Relazione del primo viaggio intorno al mondo, una delle più grandi opere espresse dall’epopea tardomedievale e rinascimentale dei viaggi e delle scoperte.
Insomma, un fatto storico grosso il primo giro intorno al mondo, protagonista il tandem ispano-portoghese Magellano-Elcano, e un centenario importante questo 1519-2019. Ci fa pensare a quanta strada abbiamo fatto da allora, nella scoperta e nella conoscenza del mondo, sul piano geografico, culturale, politico e scientifico.

Ma ci ricorda anche che, umanamente, siamo gli stessi di allora, avventurieri e avventurosi, avidi di guadagno e temerari per interesse e sete di potere. Come Magellano e tanti altri eroi imperfetti suoi colleghi. Pensiamo un attimo a cos’è stato troppe volte il suo Pacifico, teatro dell’atroce guerra tra Giappone e Usa e, poco dopo, ribalta di test atomici e termonucleari. E cos’è oggi, con i continenti di plastica che vi galleggiano. Non è ora di cambiare rotta, comandante?

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