La nuova luce della “Fraternità Interobbedienziale” alla Chiesa Nuova di Assisi

L'obiettivo è partire da questa fraterna comunità per promuovere attività di incontro e di accoglienza, cercando di superare divisioni e isolamento. La Chiesa Nuova fu costruita sul luogo che la tradizione identifica come la casa natale di san Francesco d’Assisi.

Una nuova Luce nasce in Assisi, un nuovo seme è stato piantato per dare vita ad una pianta che, vista con diverse prospettive, ci offre l’unione, una unione che vive la libertà individuale nel seguire Cristo attraverso la sua testimonianza. La nuova Luce è la “Fraternità Interobbedienziale” che prende vita alla Chiesa Nuova.

Foto: Raffaele Ariante

La Chiesa Nuova fu costruita sul luogo che la tradizione identifica come «la casa paterna e natale di san Francesco d’Assisi». In un documento del 1398, viene citata una piccola chiesa ed è su questa struttura che nel 1610, per volere del re di Spagna Filippo III, fu fatta costruire una nuova chiesa in stile barocco, la chiesa attuale. Quale posto migliore per dare la epifania allo statuto della fraternità che vede l’unione delle Famiglie Francescane ufficialmente l’8 gennaio del 2021. A dare valore agli statuti erano presenti il ministro delegato frate Francesco Piloni ofm, insieme al custode del Sacro Convento, frate Marco Moroni ofm conv., ed il vicario provinciale frate Marco Gaballo ofm cap.

Desideriamo dare un esempio tangibile, dice frate Alfredo Avallone, guardiano della fraternità Interobbedienziale di Chiesa Nuova, desideriamo favorire la comunione fraterna ed evangelica per sperimentare il valore pieno della vita. Partire da questa fraterna comunità per promuovere attività di incontro, di accoglienza e di accompagnamento alle persone, a gruppi, famiglie verso il senso di reciproca appartenenza, verso la comunione stessa che esiste fra loro, cercando di superare divisioni, isolamento, fallimenti.

Questa è una delle missioni che i frati, nella loro unione, si prefiggono. Ecco che la missione ci ricorda il volere di Gesù, Gesù inviò settantadue discepoli a portare il mandato, la buona novella loro annunciata e la comunione fraterna. Sembra esattamente questa la missione che si prefiggono i frati che lasciano, solo fisicamente, le loro famiglie di appartenenza per dare vita ad un ulteriore progetto d’amore che in primis si deve creare, deve prendere corpo nella loro nuova comunità.

Foto: Raffaele Ariante

Il verbo apparire, negli ultimi anni non lascia posto al verbo essere. Veniamo educati, dai media per allontanarci dall’Altro, per non avere relazioni e per non condividere il vero senso delle cose che sono indispensabili per una vita in comunità come la solidarietà, l’amore. Le virtù che un tempo ci appartenevano sembrano sparite dal nostro DNA. L’inutile è diventato indispensabile. Oggi, più che mai la Parola di Dio, la preghiera, il messaggio di san Francesco devono fiorire, ri-fiorire con forza e determinazione. Il modello operativo, dei frati della Fraternità Interobbedienziale, potrebbe dare una scossa all’animo di noi tutti che ci vede aridi d’amore per l’Altro.

Se venite in Assisi, se venite a godere delle pietre che non sono silenti, sono pietre che parlano di un piccolo grande uomo, un uomo che ha saputo, più degli altri, interpretare il Vangelo, bussate alla porta del convento della Chiesa Nuova, frate Alfredo, i suoi confratelli, vi accoglieranno nel nome di Gesù, del Vangelo, di Francesco. Francesco, che ha saputo dare concretezza all’amore in opere e azioni, sarà il vero esempio che perseguiranno i frati, che unendo i loro carismi daranno forza a questa nuova fraternità ed ai progetti d’amore che si prefigge. «Voglio mandarvi tutti in Paradiso!».

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