La nostra risposta d’amore

Pubblichiamo la prima puntata del tema di riflessione annuale proposto dalla presidente dei Focolari il 27 settembre a tutto il movimento. Argomento della conversazione: “La volontà di Dio nel pensiero e nella vita di Chiara Lubich”.
Igor Mitoraj

È passato un anno da quando ci siamo impegnati a scoprire tutte le meraviglie che il carisma dell’unità, donato da Dio a Chiara, può offrire alla nostra vita, cominciando a ripercorrere, punto per punto la nostra spiritualità.

 

Questo momento vuole essere in continuità con le premesse che avevamo fatto l’anno scorso, con quella stessa anima. E per questo motivo vorrei cominciare il tema sulla volontà di Dio, che ci accompagnerà nel nuovo anno, richiamando le parole di Chiara con cui avevo concluso la mia riflessione su Dio Amore:

«Sento la mia impotenza, ma l’abbandono a Dio. Tutto fondo su una fede che non crolla: […] credo che Dio mi ama e, in nome di questo Amore, domando alla mia vita e alla vita di coloro che camminano nel mio ideale, cose grandi, degne di chi sa di essere amato da Dio».

 

Queste aspirazioni di Chiara risalgono al 1946. Anni più tardi, Chiara stessa, guardando allo sviluppo successivo del movimento, aveva affermato:

«Noi non avremmo avuto senso nel mondo se non fossimo state una piccola fiamma di questo infinito braciere: amore che risponde all’Amore».

 

In questa risposta c’è già tutto, c’è anche il concentrato di quanto possiamo dire e vivere della volontà di Dio: su ciascuno di noi, su tutto il movimento, sull’umanità intera.

Come dicono i nostri Statuti: «Le persone che fanno parte del Movimento dei focolari […] per amare Dio Amore fanno propria la sua volontà».

 

Tuttavia, proprio per vivere sempre meglio la nostra risposta d’amore all’amore di Dio, quest’anno vorremmo approfondire la volontà di Dio secondo gli infiniti toni in cui essa si manifesta.

Amare Dio consiste prima di tutto «nell’adempiere il suo volere», cioè nel «vivere quel rapporto d’amore di figlio col Padre che si attua nel fare la volontà sua». Ed è Gesù stesso a ricordare che «Non chi dice Signore, Signore, […] ma chi fa la volontà del Padre mio entrerà nel regno dei cieli» (Mt 7,21).

Ma che cos’è la volontà di Dio?

 

Chiara ha sviscerato questo tema tantissime volte, e tutte le volte che ce ne ha parlato ce ne ha fatto innamorare, comunicandoci quella nuova comprensione della volontà di Dio che lo Spirito Santo le aveva dato.

La volontà di Dio – dice Chiara – è «un filo o, meglio, una trama d’oro divina che tesse tutta la nostra vita terrena e oltre»; è il modo attraverso cui Dio ci esprime il suo amore, «amore che chiede una risposta perché egli possa adempiere nella nostra vita le sue meraviglie», nella nostra vita e nella vita di ogni uomo vivente sulla terra.

 

In questi giorni ho avuto l’occasione di leggere un pensiero di Bonhoeffer, che mi sembra sottolinei molto bene il fare, l’agire dell’uomo, attraverso cui Dio realizza il suo volere. Lui dice: «Il senso di tutto il comandamento etico di Gesù è piuttosto di dire all’uomo: tu stai al cospetto del volto di Dio, la grazia di Dio ha potere su di te, ma d’altra parte tu sei nel mondo, devi agire e operare, per cui mentre agisci ricordati che agisci sotto gli occhi di Dio, che egli ha una sua volontà che vuole sia fatta. Quale sia il suo contenuto te lo dirà il momento; ciò che importa è soltanto di aver ben chiaro che la nostra volontà deve essere ogni volta costretta a entrare nella volontà di Dio, che dobbiamo rinunciare alla nostra volontà se deve essere realizzata quella divina; e dunque poiché all’uomo, nell’agire davanti agli occhi di Dio, si richiede una completa rinuncia a pretese personali, l’agire etico del cristiano può essere definito come amore».

 

La volontà di Dio è «la voce di Dio che ci parla continuamente – dice Chiara – e ci invita». E imparando ad ascoltare "quella voce" che ci parla nell’intimo della coscienza, e aderendo a quanto ci dice, sperimentiamo che il suo "disegno" «è la nostra stessa vita» ed è «la nostra libertà», «ci rende liberi di essere veramente noi stessi».

 

(continua)

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